Gli innamorati
Si guardavano zitti
e senza fiato
gli innamorati.
Avevan gli occhi fermi
e brillanti,
ma il tempo che passava vuoto
vi ammucchiava il buio
e i tremiti del pianto.
Ed ecco, una volta, come l'erba
che si trova incastrata dentro un muro,
nacque una parola,
poi un'altra, poi più assai:
solo che tutte le volte
la voce somigliava
a una cosa sognata
che la senti di notte e che poi torna
più debole durante la giornata.
Sempre che si lasciassero
sembravano come le ombre
che si allungano nelle magie;
se sentivano un rumore, aguzzavano
le orecchie e si vedevano;
e se lampeggiava la luce si trovavano
faccia a faccia nel rosso dei mattini.
Un giorno
- non saprei dirvi se nel mondo
facesse freddo o piovesse -
uscì tutt'a un tratto
la luce di mezzogiorno.
Senza che lo sapessero
gli innamorati si tenevano per mano
e nuotavano insieme nel sorriso
che le campane del paese spandono.
Non c'erano più angosce;
si sentivano più lievi di un santo,
facevano i sogni delle giovinette
coricate sull'erba e che vedono
il cielo e una colomba
che gli passa davanti.
Erano giunti proprio al punto giusto:
ora si potevano stringere
si potevan baciare
si potevano unir come nel fuoco
le vampe e come i pazzi
piangere ridere e sospirare;
ma non fecero niente:
se ne stavano assorti come la neve
rosata delle montagne
quando il sole tramonta e ad ogni cosa
strappa un lamento.
Chi lo sa!
Senza dubbio temevano
di sparire toccandosi col fiato:
eran l'uno per l'altro
la bolla di sapone colorata;
e forse lo sapevano
che dopo il fuoco scorrono torrenti
di cenere e che i pazzi
se gridano troppo
li chiudono per sempre dove nessuno
oserebbe entrar mai.
Ora non so dove sono,
se son vivi o son morti,
gli innamorati;
non so se camminano insieme
o se il demonio li abbia separati.
Non voglia Iddio
sian divenuti fango nella via.
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A occhie e cruce
(Ad occhio e croce)
A occhie e cruce pàrete ch'è spiccète stu bene tante granne ca m'ha'vòste: nu chiantarèlle, e basta, e i cose chiène chiène ànne turnète belle n'ata vota com'i fiore scattète nda na grasta.
Iè nun le sacce bbòne si tu n'ha' fatte nu torte a chill'amore noste ca nascìvete nda nu vée rusète, sacce sùue na cosa: ca ci ha' rumèse 'nghiuse nda stu core come nd'i mène sante d'u Signore tutte quante u criète. | | | | | | | | | | | | | | | | Ad occhio e croce pare che sia finito il bene così grande che mi hai voluto: un piccolo pianto, e basta, e pian piano le cose son ritornate belle un'altra volta come i fiori sbocciati entro una grasta.
Io non so bene se tu hai fatto un torto a quell'amore nostro che nasceva in un velo rosato; so soltanto una cosa: che sei rimasta chiusa in questo cuore come nelle mani sante del Signore tutto quanto il creato. |
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E' giusto che sia così
E' giusto che sia così:
non ci sarebbe il volo,
se non ci fosse il peso che ti scaglia
e t'inchioda alla terra.
Benedetto il nemico;
il diabolico; il verme
che s'indora di bava mista a sangue
di chi fuggì trafitto:
essi sono la fune che protegge
lo scafo crivellato.
Non può esserci amore
nella dolcezza immota dell'Eterno;
morirebbe la vela fra gli scogli,
se non ci fosse il vento.
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La piuma sui tetti
Chi vuole una cosa
e chi un'altra,
chi è sordo
e chi è cieco,
ma ci son pure quelli che ti dicono
se vola una piuma sui tetti
e sentono il vento forte in un fiato.
Io, se mi sento stordito,
vado camminando ancor di più;
e tutte le cose sembrano destate
agli occhi che vi bruciano sopra.
E mi scordo dei dirupi,
e zitto zitto e quieto mi c'incanto
con le cosette piccole,
magari con una foglia, o con un legno,
che se li porta via l'acqua di un fiume.
Albino Pierro
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Albino Pierro (Tursi, 19 novembre 1916 – Roma, 23 marzo 1995) è stato un poeta italiano. È famoso soprattutto per la sua svolta dialettale e per essere stato più volte candidato al Premio Nobel per la Letteratura. Fu consacrato fra i grandi lirici del novecento italiano da critici come Gianfranco Contini e Gianfranco Folena. Le sue opere sono pubblicate in inglese, francese, persiano, portoghese, spagnolo, rumeno, arabo, neogreco, olandese e svedese.
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Tra i tanti, troppi, Artisti immeritatamente dimenticati e semisconosciuti.
In Italia!
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