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VAGHEIDEE

quell'andatura incerta che chiamano esperienza

 

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E' giusto che sia così ... (forse)

Post n°174 pubblicato il 14 Ottobre 2011 da k.way
 

 

 

Gli innamorati

Si guardavano zitti
e senza fiato
gli innamorati.
Avevan gli occhi fermi
e brillanti,
ma il tempo che passava vuoto
vi ammucchiava il buio
e i tremiti del pianto.

Ed ecco, una volta, come l'erba
che si trova incastrata dentro un muro,
nacque una parola,
poi un'altra, poi più assai:
solo che tutte le volte
la voce somigliava
a una cosa sognata
che la senti di notte e che poi torna
più debole durante la giornata.

Sempre che si lasciassero
sembravano come le ombre
che si allungano nelle magie;
se sentivano un rumore, aguzzavano
le orecchie e si vedevano;
e se lampeggiava la luce si trovavano
faccia a faccia nel rosso dei mattini.

Un giorno
- non saprei dirvi se nel mondo
facesse freddo o piovesse -
uscì tutt'a un tratto
la luce di mezzogiorno.

Senza che lo sapessero
gli innamorati si tenevano per mano
e nuotavano insieme nel sorriso
che le campane del paese spandono.
Non c'erano più angosce;
si sentivano più lievi di un santo,
facevano i sogni delle giovinette
coricate sull'erba e che vedono
il cielo e una colomba
che gli passa davanti.

Erano giunti proprio al punto giusto:
ora si potevano stringere
si potevan baciare
si potevano unir come nel fuoco
le vampe e come i pazzi
piangere ridere e sospirare;
ma non fecero niente:
se ne stavano assorti come la neve
rosata delle montagne
quando il sole tramonta e ad ogni cosa
strappa un lamento.

Chi lo sa!
Senza dubbio temevano
di sparire toccandosi col fiato:
eran l'uno per l'altro
la bolla di sapone colorata;
e forse lo sapevano
che dopo il fuoco scorrono torrenti
di cenere e che i pazzi
se gridano troppo
li chiudono per sempre dove nessuno
oserebbe entrar mai.

Ora non so dove sono,
se son vivi o son morti,
gli innamorati;
non so se camminano insieme
o se il demonio li abbia separati.
Non voglia Iddio
sian divenuti fango nella via
.

-

-

A occhie e cruce
(Ad occhio e croce)

A occhie e cruce
pàrete ch'è spiccète
stu bene tante granne ca m'ha'vòste:
nu chiantarèlle, e basta,
e i cose chiène chiène
ànne turnète belle n'ata vota
com'i fiore scattète nda na grasta.


Iè nun le sacce bbòne
si tu n'ha' fatte nu torte
a chill'amore noste ca nascìvete
nda nu vée rusète,
sacce sùue na cosa:
ca ci ha' rumèse 'nghiuse nda stu core
come nd'i mène sante d'u Signore
tutte quante u criète.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ad occhio e croce
pare che sia finito
il bene così grande che mi hai voluto:
un piccolo pianto, e basta,
e pian piano le cose
son ritornate belle un'altra volta
come i fiori sbocciati entro una grasta.


Io non so bene
se tu hai fatto un torto
a quell'amore nostro che nasceva
in un velo rosato;
so soltanto una cosa:
che sei rimasta chiusa in questo cuore
come nelle mani sante del Signore
tutto quanto il creato.

- -

 -

E' giusto che sia così

E' giusto che sia così:
non ci sarebbe il volo,
se non ci fosse il peso che ti scaglia
e t'inchioda alla terra.

Benedetto il nemico;
il diabolico; il verme
che s'indora di bava mista a sangue
di chi fuggì trafitto:
essi sono la fune che protegge
lo scafo crivellato.

Non può esserci amore
nella dolcezza immota dell'Eterno;
morirebbe la vela fra gli scogli,
se non ci fosse il vento.

- 

-

La piuma sui tetti

Chi vuole una cosa
e chi un'altra,
chi è sordo
e chi è cieco,
ma ci son pure quelli che ti dicono
se vola una piuma sui tetti
e sentono il vento forte in un fiato.

Io, se mi sento stordito,
vado camminando ancor di più;
e tutte le cose sembrano destate
agli occhi che vi bruciano sopra.

E mi scordo dei dirupi,
e zitto zitto e quieto mi c'incanto
con le cosette piccole,
magari con una foglia, o con un legno,
che se li porta via l'acqua di un fiume.

Albino Pierro

-

Albino Pierro (Tursi, 19 novembre 1916 – Roma, 23 marzo 1995) è stato un poeta italiano. È famoso soprattutto per la sua svolta dialettale e per essere stato più volte candidato al Premio Nobel per la Letteratura. Fu consacrato fra i grandi lirici del novecento italiano da critici come Gianfranco Contini e Gianfranco Folena. Le sue opere sono pubblicate in inglese, francese, persiano, portoghese, spagnolo, rumeno, arabo, neogreco, olandese e svedese.

- 

 Tra i tanti, troppi, Artisti immeritatamente dimenticati e semisconosciuti.
In Italia!

--

-

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Commenti al Post:
gioh87
gioh87 il 15/10/11 alle 15:48 via WEB
In ogni momento e in ogni luogo ci sono artisti. Spesso non sono dimenticati né semisconosciuti semplicemente non si trova per loro dello spazio (mentale, emozionale, culturale). E' il danno dell'essere nati, forse, nel momento meno opportuno
 
OutOfTarget
OutOfTarget il 15/10/11 alle 22:56 via WEB
Ieri. Due. Dalle enormi ali grigie. Han giocato volteggiando l'uno dietro all'altro e poi si son posati nel letto del fiume che stavo attraversando. Meravigliosi. Aironi.
 
lesaminatore
lesaminatore il 15/10/11 alle 23:28 via WEB
sei incredibile, zeppo di sensazioni mischiate a dovere, comprendo, i matti si comprenndono, è così, proprio così, la vita, l'amore, è un guazzabuglio di cose, con un senso di nonsense
 
solosorriso
solosorriso il 18/10/11 alle 12:29 via WEB
Splendide poesie...non conoscevo e ti ringrazio per la proposta Luca. Sono rimasta attratta da a occhio e croce...semplice...lineare ma molto intensa...davvero bellissima :-) Una buona giornata. Carmen
 
EasyTouch
EasyTouch il 19/10/11 alle 09:35 via WEB
Che belle poesie. Come fermare con la parola qualcosa che non va fermato o non può essere fermato. Come chiedere ad un volo di interrompersi, non si chiamerebbe più volo. E l'accettazione delle discese e dei contrari, anch'essi parte di questo mondo esterno ed interno. Vivere tutto questo e osservarlo è bellissimo perchè com_prende tutti gli aspetti della vita.
 
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