Il gioco di parole

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Il risultato che peraltro mi aspettavo non fermerà le mie intenzioni, le quali purtroppo mi si palesano in orario notturno e non mi conciliano il sonno.

In buona sostanza non riuscendo ad addormentarmi velocemente produco idee e faccio buoni propositi.

Chiudendo la parentesi, che chiarisce l’origine del gioco, cercherò di spiegare senza dilungarmi troppo, quelle che si potrebbero chiamare regole.

La chiave di tutto sono le lettere dell’alfabeto

La brutta copia

Ma coloro i quali pubblicano i propri blog, belli, scorrevoli, di piacevole contenuto senza errori nè di ortografia, tanto meno di grammatica (per fortuna, aggiungerei) sono soliti fare la brutta copia con carta e penna?

La mia notte porta consigli

mi sono lasciata catturare da 2 blog: il cinico ed eccelso, li' si che c'è folla, non li invidio e non ho intenzione di seguirne le tracce, non amo la folla nè reale nè virtuale, appunto come si dice pochi ma buoni

QUANTE RIGHE!!!

Quante righe ben scritte.

Ultimamente mi è capitato di leggere alcuni blog con post decisamente ben scritti...ma gli argomenti?

Ho notato che molti sono costruiti ad hoc per stupire, per "intrigare", per avere commenti che chiunque legga non può fare a meno di lasciare, tanto sono provocatori.

Ora ho deciso di provare....sempre che la pigrizia non mi sovrasti e che il senso di inutilità non fermi  l'intenzione.

Qualcuno ha da suggerirmi qualche cosa?

Post N° 26

L’autore era S. Bambarèn, non aveva letto nulla di lui ma ne aveva sentito parlare molto caldamente da un'altra delle sue conoscenze in rete: surfista era l’autore e surfista il suo divulgatore, quest’ultimo era un tipo simpatico, uno dei pochi che le avevano dimostrato una fedeltà epistolare non particolarmente diffusa. Fu quindi felice di essere entrata in possesso di quel breve racconto. Una delle prime pagine conteneva una dedica dell’autore “Questa storia è dedicata a Stella (Fulvia), una magnifica ragazza italiana che non conosco di persona, ma che attraverso quel portento chiamato Internet mi ha dato la forza di continuare la mia piccola opera qui sulla terra.”

 (segue)

Post N° 25

3. In un pomeriggio tiepido di quella primavera che stentava ad arrivare, rischiando ormai di essere cancellata, la signora B. Quiet appoggiata al davanzale della cucina si accorse che sulla panchina di fronte al cancello della sua casa, che si affacciava sui giardini pubblici, qualcuno aveva abbandonato un libro; non riusci’ a resistere. Attraverso’ la veranda, scese i pochi gradini e si avvicino’ all’oggetto della sua curiosità.

(segue)

Post N° 23

2. Quando il suggeritore di immagini, dopo aver chiuso il cerchio, svani’, la signora B. Quiet aveva da poco incontrato il procuratore di enigmi e parole. Fu uno scambio impegnativo ma decisamente stimolante. Fu coinvolta in una serie di giochi matematici, logici e linguistici. Seguendo le indicazioni di A. si concentro’ nella soluzione di problemi che via via le venivano proposti e inizio’ l’esercizio della scrittura. Cerco’ di affinare le sue nozioni grammaticali ma questo non la infastidi’  affatto. Dovette, cosa che peraltro amava fare anche prima, dare ampio spazio alla fantasia che si esprimeva piu’ nei termini usati che nel contenuto dei piccoli brani che si era predisposta a comporre usando le parole chiave che le venivano suggerite. Le vicende narrate erano esattamente lo specchio, distorto per esigenze di privacy, di quanto le stava accadendo. I fatti, anche se metaforicamente esposti, erano riportati con esattezza cronologica.

I personaggi esistevano realmente, trasformati in oggetti, animali o figure di fantasia. Ma l’ideatore di questo gioco, facendo tesoro del proverbio che “il gioco è bello quando dura poco” si eclisso’ pressoché improvvisamente. La signora B. Quiet spreco’ un po’ di tempo per capirne i motivi, ma la sua fervida immaginazione non porto’ a nulla di scientificamente comprovabile nè di umanamente valutabile e giustificabile, considerata l’ottima opinione che si era fatta del suo interlocutore. Non si cruccio’ piu’ del necessario era perfettamente in grado, ed abituata, ad attribuire al suo intuito il valore zero.

Ne sorrise. Si stava cominciando ad abituare all’idea che si era fatta della rete: la considerava una sorta di particolare deserto dove quanto di umano e consolante riusciva ad intravedere altro non erano che miraggi.

LA SIGNORA B. QUIET 1

1. La signora B. Quiet, alla fine dell’estate, aveva deciso di buttarsi in una nuova avventura, o meglio in una nuova forma  di approccio e relazione. Ne parlavano quasi tutti. Doveva provare quell’esperienza anche solo per poterla rifiutare. Pur non amando particolarmente le nuove tecnologie, che sfruttava unicamente per il suo lavoro, era da sempre predisposta alla conoscenza di cose, persone e fatti. Proiettata alla novità, doveva seguire la sua indole all’evoluzione. Parti’ cosi’ alla volta della rete. Si procuro’ un computer, segui’ le indicazioni ufficiali e si ritrovo’ immediatamente in mezzo alla folla. Si volle presentare con un’ identità che si avvicinasse il piu’ possibile alla persona che pensava di essere, o meglio “alle persone” di cui era composta. Non poteva racchiudersi in uno scarno profilo e ancor piu’ le risultava difficile all’interno dello stesso  apprezzare o disprezzare cose o fenomeni per piu’ di un breve periodo. Cosi’ con l’aiuto di un esperto imparo’ a trattare immagini, fotografiche e non, e ad usarle come mezzo di comunicazione. Il tale che la introdusse a questo gioco fu ringraziato pubblicamente.

     (segue)

Post N° 21

Purtroppo mi trovo costretta a dover disattendere le aspettative di molti di voi cari ed affezionati lettori …ah ah ah ah ah ah

Che meraviglioso ed unanime coro di fischi ed ingiurie !

Remo è venuto a mancare, o meglio è venuto a mancare l’entusiasmo con cui aveva affrontato l’idea di condividere il cammino con quello che immaginava fosse il compagno di viaggio ideale.
Quindi, chi racconterebbe le vicende di un uomo deluso ? Troppo inspiegabile intimismo.

Il personaggio della vicenda che, non si sa esattamente quando ma prima o poi si comporrà, è una donna. “La signora B. Quiet”.

Post N° 20

Parole chiave: ESTATE, DESERTO, COMPUTER, PANCHINA, FEDELTA'