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L'inferno del Nord

Storie di un ciclista agonista italiano nel cuore delle Fiandre

 

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Buggenhout 5/04/2008

Post n°32 pubblicato il 09 Aprile 2008 da Paracarroemigrato

Dopo la mazzata della settimana scorsa finalmente sono riuscito a trascorrere una buona settimana di allenamenti. Era un po’ che lo aspettavo e, nonostante il tempo pessimo, sono contento di come mi sto iniziando a sentire.

Oggi mi presento a Buggenhout abbastanza vicino ad Anversa. Il cielo è preoccupante, ha piovuto tutta la mattina, adesso ha smesso ma non sembra per molto.  Infatti nei giretti di riscaldamento (si fa per dire) vengo raggiunto da una bella secchiata d’acqua ghiacciata.

Il circuito, da ripetere 11 volte per un totale di 75km, è veloce… tremendamente veloce.  Ci sono solo 3 curve dove si deve frenare… il resto è tutto da percorrere con il gas spalancato.  Ma in fondo meglio così. Ora come ora ho bisogno di ritrovare il colpo di pedale giusto.

Siamo veramente in tanti.  Siamo sicuramente vicini al centinaio di corridori e proprio pochi istanti prima del via un timido raggio di sole ci riscalda.

Partenza a razzo ma la conformazione del circuito fa si che si possa correre un po’ nascosti nel gruppo.  Le prime sensazioni sono di forza. Finalmente mi sento bene… sento che riesco a spingere con forza sui pedali. Forse per la prima volta quest’anno.

Appena raggiungo la testa del gruppo inizio a battagliare.  Voglio la fuga e mi accodo a tutti gli scatti più pericolosi.

Al secondo giro andiamo via alla spicciolata (il modo più faticoso per andare in fuga, ahimé!), sembra buona ma dopo poco meno di un giro ci raggiungono e in contropiede scappano in cinque. 

Tutti i più forti, tranne uno, sono ancora nel gruppo. Non andranno da nessuna parte. Infatti facciamo un giro a velocità sostenutissima e… cavolo! Quelli hanno guadagnato invece di perdere.

I giri si susseguono. Ormai non si scatta più. Tutti a tirare come dei pazzi. Io cerco di evitare la prima parte del gruppo per non spendere energie preziose. 

Sono quattro giri che siamo costantemente in fila indiana. Nessun rallentamento, velocità folli e nonostante tutto quelli davanti non si vedono.

A tre giri al termine mi porto davanti anch’io. A fatica. Non tiro ma mi tengo nelle prime dieci posizioni.

Meno due… Adesso si viaggia ancora più forte. Siamo veramente tutti in fila, nessuno è affiancato. E’ il momento di dare tutto e vedere cosa succede. Passo davanti a tutta con il massimo rapporto che le mie gambe possono spingere per un turno piuttosto lungo. Mi danno il cambio mi rendo conto che tutti i favoriti sono nelle prime 7/8 posizioni e seguendo il mio impulso stanno menando come disperati.  Faccio una fatica bestiale per rientrare nella fila in una buona posizione.

Sembra una lunghissima volata, non ho il contachilometri ma sono sicuro che siamo vicini ai 55km/h e questo da un po’ ormai.  Il gruppo si sta sfilacciando… la fuga davanti a noi si è materializzata ed avrà non più di 15 secondi ormai. 

Quando il ricongiungimento sembra cosa fatta… rallentiamo un po’, il gruppo si ricompatta e la fuga riprende un piccolo margine che gli permetterà di arrivare all’arrivo.

La volata di gruppo di certo non fa parte del mio repertorio e lascio che i velocisti o i pazzi si scalmanino per bene negli ultimi 500metri.

Mentre taglio il traguardo penso che ho ancora tanto da lavorare (di nuovo) ma forse, dico foooorse, sono sulla strada giusta, dai!!!

 
 
 
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