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3---Siria, discussione alla camera dei Deputati sulla guerra in corso e sull' intervento franco-americano

Post n°25 pubblicato il 11 Settembre 2013 da marcopa1957
 

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Rossi. Ne ha facoltà

  DOMENICO ROSSI. Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, colleghi, l'individuazione delle possibili soluzioni di una crisi internazionale è sempre resa difficile dalle incognite presenti e la crisi siriana sicuramente non fa eccezione, anzi le difficoltà sono ancora maggiori per vari motivi. 
  Innanzitutto, vi è la rapidità dell’escalation di una crisi, che è iniziata nei primi mesi del 2011, allorché il mancato sviluppo economico, unito all'assenza di riforme politiche fanno esplodere la dissidenza all'interno del Paese, una dissidenza che, stimolata anche degli effetti della cosiddetta Primavera araba, assume progressivamente, con rapidità, sempre più i contorni di una guerra civile, una guerra civile che oggi vede, da un lato, contrapposti il regime siriano, supportato anche dall'ala militare degli Hezbollah libanesi e, dall'altra, gli appartenenti a tre gruppi: il Fronte islamico siriano, l'Esercito siriano libero e il Fronte islamico di liberazione. In sintesi, oggi, ci troviamo di fronte a una guerra civile che ormai coinvolge sia gruppi armati, espressione del desiderio di maggiore libertà e giustizia sociale, sia gruppi di veri professionisti della guerra. 
  Non si può, inoltre, non sottolineare la rilevanza e l'entità degli attori coinvolti, tenuto conto che il regime di Assad è sostenuto apertamente dal vicino Iran, così come le formazioni opposte hanno l'appoggio di Arabia Saudita, Qatar e Turchia, senza dimenticare gli interessi specifici nell'area di Russia, Cina e Stati Uniti. È un'area di crisi cui si aggiungono la tensione esistente tra Iran e Israele, la non risolta transizione irachena, la difficoltà della Libia e la crisi egiziana in corso. 
  Come poi dimenticare il quadro umanitario ormai di assoluta emergenza ? Dai dati UNICEF risulta che il gravissimo conflitto armato ha ormai prodotto più di 100 mila vittime tra i civili, di cui almeno 7 mila bambini, un conflitto che sta attraversando la sua fase più violenta e, come sempre in queste situazioni, i minori sono i soggetti più esposti ai pericoli diretti e indiretti generati dalla violenza. 
  Secondo le ultime stime delle Nazioni Unite, le persone costrette ad abbandonare le proprie case all'interno dei confini siriani sono più di 4 milioni, a cui si aggiungono 2 milioni di profughi tra quelli registrate dall'Alto Commissariato ONU per i rifugiati, fuggiti nei Paesi confinanti (Turchia, Giordania, Libano, Iraq ed Egitto), e migliaia di profughi che hanno varcato la frontiera siriana. In sintesi, la popolazione siriana colpita dalla guerra è di ben 8,7 milioni di unità circa, dei quali la metà sono bambini e ragazzi sotto i diciotto anni. 
  In questo quadro di alta conflittualità e di piena emergenza umanitaria, occorre purtroppo prendere atto che le azioni della diplomazia internazionale che si sono succedute nel tempo non hanno prodotto particolari e positivi risultati. Questo a partire dalla primavera del 2012, quando Kofi Annan propose un piano per la pace che si rivelò di fatto fallimentare con il «cessate il fuoco» che venne violato solo dopo un mese. Ma anche il recente vertice G8, tenutosi il 17 e 18 giugno scorso in Irlanda, non ha portato a risultati concreti, se non all'espressa volontà di svolgere entro settembre la conferenza Ginevra 2 per portare a un Governo transitorio. 
  In questo quadro conflittuale la violenza ha raggiunto il suo apice il 21 agosto 2013 nei sobborghi est di Damasco per l'utilizzo di armi chimiche, che hanno provocato almeno 1.400 morti, di cui varie centinaia di bambini, un fatto da condannare, che Scelta Civica condanna fermamente, da qualsiasi parte sia intervenuto, con assoluta determinazione, e che ha portato l'ONU ad inviare ispettori per svolgere i dovuti accertamenti, atteso che l'uso delle armi chimiche è stato bandito dalla Convenzione di Parigi del 1993 e fermo restando che la Siria non ha mai aderito alla Convenzione ed è sospettata di avere grandi quantità di gas tossici. Una violazione di una norma fondamentale, per la quale condividiamo la posizione assunta dal Governo al G20 di San Pietroburgo, dove in un documento è stato condannato in maniera decisa l'uso di armi chimiche, insieme ad altri undici Paesi, senza peraltro accomunarsi ad un appoggio di un'eventuale azione militare. 
  In questo contesto, i Paesi della Lega araba appaiono sempre più divisi, tant’è che Algeria, Egitto, Iran e Libano sono contrari all'intervento. 
  Mentre abbiamo preso atto di una volontà diversa del Presidente Obama, orientato verso un intervento armato limitato e selettivo (Commenti). .. Io pregherei, Presidente, se ci fosse un po’ più di rispetto non solo per me ma per tutti quelli che prima di me e dopo di me parleranno da parte dell'Aula. Ritengo che sia doveroso anche per la serietà degli argomenti che stiamo affrontando.

  PRESIDENTE. Lei ha ragione e io continuo sempre a richiamare l'attenzione su questo tema. Purtroppo, come vede, però, le cattive abitudini permangono. La prego di continuare.

  DOMENICO ROSSI. Un intervento armato limitato e selettivo contro il regime di Assad anche senza l'autorizzazione dell'ONU e al riguardo attendiamo di conoscere le decisioni in merito del congresso. Il tutto sarebbe volto a colpire obiettivi militari nella presunzione della colpevolezza del regime di Assad, ma non possiamo non sottolineare che ultimamente vi siano dubbi anche su questo. Basta leggere le dichiarazioni riportate da vari mass media, dichiarazioni di servizi segreti tedeschi, dell’intelligenceegiziana nonché le dichiarazioni ultime del giornalista Quirico e del suo collega belga appena liberati. 
  In questo quadro generale, guardiamo con assoluto favore alla recentissima proposta russa di porre gli arsenali di armi chimiche sotto controllo internazionale e alla loro possibile distruzione, cui sembra aver dato l'assenso il Ministro degli esteri siriano. Questo perché riteniamo che il controllo internazionale delle armi chimiche del regime siriano possa determinare scenari politici finalmente di apertura per una soluzione positiva, fermo restando che da un lato il regime di Bashar al Assad è da ritenersi ormai un interlocutore delegittimato dalla violenza con cui ha condotto il conflitto, un interlocutore che sarebbe assolutamente inaccettabile se fosse provata la responsabilità dell'attacco chimico. Così come, peraltro, non può non destare preoccupazione l'eterogeneità delle forze contrapposte al regime, che sembrano non garantire la transizione verso uno Stato di diritto pluralista e tollerante. 
  In estrema sintesi, Scelta Civica ritiene che l'Italia debba assumere un ruolo sempre più attivo per giungere, con pieno senso di responsabilità, ad una soluzione politica della crisi, una soluzione che nasca dietro l'egida delle Nazioni Uniti, che chiami in causa il ruolo dei Paesi vicini, gli interessi e le logiche politiche di molti attori rilevanti e che possa portare ad un cessate il fuoco bilaterale più ampio possibile, in cui tutte le parti espressioni democratiche della società possano avere voce, anche attraverso la convocazione di una conferenza internazionale. 
  A ciò si deve unire l'assoluta condanna e una forte presa di posizione nei confronti dell'utilizzo delle armi chimiche e la condivisione degli orientamenti della comunità internazionale, escludendo la partecipazione e interventi militari, specie se in assenza di un esplicito mandato del Consiglio di sicurezza. Questo perché riteniamo che interventi, ancorché limitati e selettivi soprattutto in aree instabili come quella mediorientale e siriana, con vuoti di potere evidenti e impregnati da odi dettati da religione ed etnia, con milioni di persone trascinabili da qualsiasi idea, è un'area non fatta di buoni e cattivi o di categorie di giudizio stagne e inscalfibili. Assad sarà un dittatore sanguinario, ma i ribelli siriani non lesinano crimini, massacri etnici e religiosi. Appare chiaro, quindi, che qualsiasi nostro intervento debba essere prioritariamente indirizzato alla salvaguardia e alla salvezza dei milioni di profughi disperati dalle nefandezze di Assad e dei ribelli. 
  Concludo ricordando la nostra preoccupazione per l'impegno delle nostre Forze armate in Libano nell'ambito della missione Unifil e al fine di garantire la sicurezza del personale stimoliamo il Governo a valutare da subito l'esigenza di rinforzare il contingente, che si trova in situazioni più complesse di quelle inizialmente ipotizzate (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Manlio Di Stefano, che illustrerà la mozione Grande ed altri n. 1-00113 (Nuova Formulazione), di cui è cofirmatario.

  MANLIO DI STEFANO. Signor Presidente, colleghi, il MoVimento 5 Stelle ha presentato questa mozione in data 21 giugno 2013. Allora, tre mesi fa, la situazione era molto diversa, non tanto a livello umanitario, bensì a livello internazionale. Ma, chiunque si interessi di geopolitica sapeva già cosa sarebbe accaduto. Così, anticipando i tempi, abbiamo
depositato questa mozione, che in due parole impegna il Governo a non seguire, per l'ennesima volta, l'istinto imperialista americano, con i sodali economici europei e mediorientali. 
  Ricordiamo che oggi sono 100 mila le vittime dirette del conflitto tra il Governo di Bashar al Assad, che certamente non è iltop, ma è comunque legittimo ad oggi, e i ribelli.

  Oltre un milione 600 mila sono i rifugiati nei campi in Libano e in Giordania che, tra l'altro, vanno a peggiorare le già drammatiche condizioni dei profughi palestinesi. Ebbene, signori non è mistero che i ribelli in questione siano alimentati economicamente e militarmente dalla stessa alleanza che vorrebbe liberare il Paese dal peso dei massacri da essi stessi generati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Complice purtroppo è anche l'ONU, che con la scellerata decisione di non mantenere l'embargo militare ha alimentato i signori della guerra, che sono potuti uscire dall'anonimato per agire alla luce del sole. La crisi siriana ha un mix esplosivo di concause che sarebbe patetico provare a ridurre alla gestione politica di Bashar al-Assad. Si parla di divisioni religiose, politiche ed economiche ma si parla anche, e soprattutto, di quell'estensione incancrenita di guerra fredda che va avanti con meno clamore da venti anni a questa parte. Chiedetevi cosa accomuna Libia e Siria, forse il loro essere le ultime roccaforti sovietiche sul Mediterraneo con tutto ciò che ne consegue in termini di potere logistico e militare ? Le sorti della Libia dovrebbero bastare quindi per capire cosa sta accadendo in Siria dove si trova la base russa di Tartus. Tiziano Terzani in Lettere contro la Guerra già nel 2001, dopo l'attacco alle torri gemelle, affermava: «Fu l'ultimo giorno della nostra vita di prima, prima dell'11 settembre, prima delle torri gemelle, della nuova barbarie, della limitazione delle nostre libertà, prima della grande intolleranza, della guerra tecnologica, dei massacri di prigionieri e civili innocenti, prima della grande ipocrisia, del conformismo, dell'indifferenza o, peggio ancora, della rabbia meschina e dell'orgoglio mal riposto; l'ultimo giorno prima che la nostra fantasia in volo verso più amore, più fratellanza, più spirito, più gioia venisse dirottata verso più odio, più discriminazione, più materia, più dolore.» A questo si aggiunge che la principale causa della reazione americana, ovvero l'utilizzo di armi chimiche contro i civili, è immersa nella totale incertezza. L'ONU produrrà la relazione tra almeno una settimana e proprio tre giorni fa, dopo la liberazione di Domenico Quirico e Pierre Piccinin, si è venuto a sapere che gli stessi avrebbero origliato una conversazione tra un generale dell'esercito di liberazione siriano ed un referente anglofono nella quale si affermava di «aver portato a termine l'operazione del gas nei quartieri di Damasco». Se tutto ciò fosse vero – e chiaramente dobbiamo attendere anche per questo la risoluzione dell'ONU – smonterebbe la principale tesi americana per giustificare l'attacco, ma ciò pare non interessare la nazione «dall'esercito imbattibile» – citando Obama – che probabilmente ha bisogno di rinfrescare i magazzini e garantire appetitose commesse alle solite famiglie della lobby degli armamenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Qui faccio una piccola digressione per riportarvi alla memoria che la stessa motivazione esatta fu addotta nel conflitto in Iraq, dove in realtà non fu trovato nulla – peraltro lo hanno confermato recentemente – e il conto finale fu di un milione di vittime civili e la scomparsa del tessuto sociale del Paese. Ora sia chiaro, il MoVimento 5 Stelle non ha la pretesa di ergersi a corpo diplomatico tanto meno, così giovani, abbiamo la capacità di comprendere a fondo il complicato incastro sociale del Medio Oriente, ma proprio per questo crediamo che occorra attenersi al diritto internazionale, alle risoluzioni, ai diritti umani ed al buon senso. E allora, ricordando che l'articolo 1 dello statuto delle Nazioni Unite, così come l'articolo 1 del patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali, così come l'Atto finale di Helsinki del 1975, sanciscono che l'autodeterminazione dei popoli è un diritto universale, che permette ad ogni cittadino di decidere liberamente il proprio statuto politico senza ingerenza esterna, così come l'articolo 11 della Costituzione italiana dichiara che: «l'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali», chiediamo al Governo italiano, tra le altre cose, di assumere un ruolo proattivo nelle trattative diplomatiche in attesa della conferenza di Ginevra II, al fine di evitare l'intervento militare di altri Paesi in territorio siriano, di non partecipare ad alcun tipo d'intervento né militare né di peacekeeping, perché ricordiamo l'Afghanistan come è diventato e cosa è tuttora (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), di promuovere la rimozione dell'embargo economico o quanto meno modificarlo per far sì che non gravi sulle spalle di una popolazione che è già allo stremo, e il ripristino di quello sulle armi, soprattutto di negare ogni appoggio logistico ai Paesi belligeranti in termini sia di transito di armi sia di utilizzo di spazio aereo e basi, incluse Sigonella, Aviano e Napoli. Il MoVimento 5 Stelle vuole farsi portavoce del popolo ed il popolo sogna la pace ! Lo sviluppo dell'Europa lo dobbiamo agli ultimi 60 anni di pace e proprio questo dovrebbe farci riflettere sul fatto che, al di fuori di ogni idea più o meno interventista, la pace è non solo un diritto di tutti i popoli, ma anche un interesse per chi come noi si trova in mezzo al Mediterraneo ed è di fatto il porto, la speranza, il sogno dei tanti che fuggono dalla morte e dalla devastazioni. 
  La stabilità nel Mediterraneo è quindi un vantaggio cui dovremmo tendere sia in termini umani sia in termini di opportunità sociale, ma stabilità significa creare le condizioni per i siriani di restare nella loro amata terra, e non creare il doppio dei profughi per via delle nostre bombe (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)
  Cito ancora Terzani, un uomo che ha vissuto tutti i più importanti scenari di guerra: «Ancor più che fuori, le cause della guerra sono dentro di noi. Sono in passioni come il desiderio, la paura, l'insicurezza, l'ingordigia, l'orgoglio, la vanità. Dobbiamo cambiare atteggiamento. Cominciamo a prendere le decisioni che ci riguardano e riguardano gli altri sulla base di più moralità e meno interesse. Facciamo più quello che è giusto, invece di quel che ci conviene. Educhiamo i nostri figli ad essere onesti, non furbi. È il momento di uscire allo scoperto; è il momento di impegnarsi per i valori in cui si crede. Una civiltà si rafforza con la sua determinazione morale, molto più che con nuove armi». 
  Ora, colleghi, immaginate di essere Fadi, un bambino di 12 anni, ed essere nel giardino di casa vostra a giocare con vostro fratello di 10 anni, Naadir. Tutto è tranquillo, a parte le solite raccomandazioni che, da due anni a questa parte, vi fanno: «Stai attento Fadi, non si può sapere cosa può succedere. Preparati a scappare velocemente e prendi tuo fratello». 
  Ma sei a casa, nel tuo giardino: cosa mai potrebbe accaderti ? «Passa la palla Naadir, corri ! Vai di testa ! Sei una schiappa Fadi ! Naadir, lo senti questo rumore ? Sembra tremare la terra, ho paura ! Stai tranquillo, fratello, nessuno può farci niente, siamo in casa». 
  Un lampo di luce, un boato pazzesco, polvere ovunque e poi il silenzio più profondo. Qualche urlo qua e là in lontananza, si schiarisce la nube di polvere e la palla è ancora lì che rimbalza. Oh mio Dio, una chiazza di sangue ! Fadi cerca intorno: «Dove sei Naadir ? Dove sei fratellino ?» E lui è lì, una scheggia della porta di casa lo attraversa da parte a parte, il volto è sfigurato, bruciato, morto. Attorno solo macerie e sangue. Non sono poi così intelligenti, questi missili, colleghi. Fadi e Naadir potrebbero essere i vostri figli. Pensate a loro quando voterete e fatelo con responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

 
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