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Informazione e rivoluzione energetica

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Sabato 26 ottobre, Roma, l' Italia delle rinnovabili con l'associazionismo ambientalista, perchè non si parla di efficienza ?

Post n°50 pubblicato il 25 Ottobre 2013 da marcopa1957
 

Domani grande iniziativa dell' associazionismo ambientalista ai Fori Imperiali a Roma sulle energie rinnovabili.


Oltre alle sigle storiche ambientaliste sarà presente tutto l' arcipelago dell' associazionismo più o meno collaterale al centrosinistra, dall'Arci a Libera alla Fiom, il sindacato metalmeccanico della CGIL sempre in rete con la sinistra del centrosinistra.Come vedete da questo articolo del vice presidente di Legambiente pubblicato oggi dal Manifesto, che aspira forse a diventare il quotidiano dell' area sinistra del centrosinistra (ma noi lettori siamo meno degli iscritti della sola Arci della provincia di Firenze), la manifestazione è centrata su alcune questioni relative alle rinnovabili.Probabilmente interessano all' associazionismo per qualche motivo che a me sfugge, oltre che per l' utilità ambientale.

INFATTI dal punto di vista dell' ambiente e dell' economia agonizzante del nostro paese sarebbe necessaria invece una gigantesca campagna di informazione sulle misure per l' efficienza energetica che sono entrate in vigore nell' estate 2013.Meno male che il Kyoto Club organizza un convegno sul tema per lunedì 28 ottobre (metterò il programma nel giro di pochi minuti),
perchè 

E' L'EFFICIENZA ENERGETICA DEGLI EDIFICI IL TEMA CHE NEI PROSSIMI MESI AVRA' UN GRANDE INCREMENTO 

E SARA'UN BOOM A SCOPPIO RITARDATO PERCHE' CHI POTREBBE INFORMARE SULLE OPPORTUNITA' CHE OFFRE...

FORSE HA ALTRI INTERESSI.....

Marco

Il Manifesto (Edoardo Zanchini) 
ITALIA RINNOVABILE Domani l'iniziativa a Roma

Edoardo Zanchini

Italia rinnovabile non sarà una delle tante manifestazioni che riempiono le strade di Roma in questa difficile fase che attraversa il Paese.La ragione per cui oltre 40 associazioni - da Legambiente a Libera, dall'Arci alla Fiom passando per associazioni di agricoltori e consumatori - hanno scelto di «occupare» Via dei Fori Imperiali per tutta la giornata di sabato 26 ottobre è infatti al contempo paradossale e molto seria da un punto di vista politico.

In questo momento i numeri della produzione da fonti rinnovabili sono tra le poche buone notizie del 2013.Qui sta il paradosso, nei primi 9 mesi dell'anno il 35% dei consumi elettrici è stato soddisfatto da impianti solari, eolici, da biomasse, idroelettrici, geotermici.Un'ottima notizia da un punto di vista ambientale - meno inquinamento e meno emissioni - ma anche del paese, perché vuol dire meno importazioni di fonti fossili, più lavoro e riduzione dei costi alla borsa elettrica.Invece, il racconto a cui si assiste da parte della classe dirigente e politica del paese è tutto al contrario.Poco ci manca che il fotovoltaico non venga accusato di aver generato la crisi economica, mentre l'eolico è già oramai da diverso tempo accomunato dai principali quotidiani e opinionisti alla mafia.E qui sta la grande questione politica che abbiamo tutti di fronte.Dare ragione a chi chiede di fermare questo cambiamento, perché sta mettendo in crisi i grandi gruppi energetici, e di conseguenza il sistema bancario e di potere.Ossia fidarsi di chi oggi chiede di puntare su carbone e trivelle (alla ricerca del petrolio italiano) come ieri faceva con il nucleare.Oppure scegliere di portare fino in fondo una sfida di cambiamento energetico che è radicalmente diversa, perché distribuita e quindi incontrollabile per alcuni.

La prima fase di sviluppo delle fonti rinnovabili, spinta da incentivi oggi cancellati dai governi Monti e Letta, ha portato alla diffusione di oltre 600mila impianti nel territorio.Oggi si potrebbe aprire una seconda fase che non avrebbe bisogno di incentivi, perché oggi molte delle tecnologie sono mature e si possono cogliere appieno i vantaggi di un modello che avvicina la domanda di energia e una produzione pulita e efficiente, gestita con reti intelligenti e sistemi di accumulo direttamente negli edifici o nelle aziende.Il problema è che questa rivoluzione «dal basso» è concretamente ostacolata.I campioni della «libertà di impresa» sono dalla parte di chi vuole impedire una vera liberalizzazione al servizio dei cittadini.Nel comune di Prato allo Stelvio (Bolzano), dove grazie ad una vecchia legge una cooperativa di cittadini - che coinvolge anche il comune e altre realtà locali - ha preso in gestione la produzione e la vendita ai soci dell'energia generata da impianti rinnovabili, il risultato è stato straordinario.Il risparmio in bolletta per le famiglie è stato pari al 30% per l'elettricità e al 50% per il riscaldamento, ossia oltre 2.000 euro a famiglia all'anno oltre che minore inquinamento, nuovo lavoro e servizi più efficienti.

È un caso? Per ora sì e qualcuno vorrebbe che rimanesse tale, isolato e inaccessibile ad altri comuni, condominii o distretti di imprese.Nulla infatti preoccupa come la possibilità di aprire all'autoproduzione da fonti rinnovabili e alla gestione delle reti locali con contratti di vendita diretta.Le scelte prima di Passera e poi di Zanonato hanno reso praticamente impossibili queste innovazioni, ostacolando la possibilità di scambiare energia prodotta da impianti rinnovabili con la rete elettrica (tanto produco con il mio impianto sul tetto, tanto prendo dalla rete, ossia il sistema di scambio sul posto), chiudendo le porte a qualsiasi innovazione.Addirittura l'Autorità per l'energia da 5 anni rinvia l'approvazione delle regole per i sistemi di gestione di reti e utenze locali (SEU e RIU i nomi tecnici) che permetterebbero - come avviene in Germania -, a comuni, cooperative e aziende, di realizzare questo tipo di innovazioni.Sono questioni troppo serie per lasciarle agli addetti ai lavori o far decidere ai soliti interessi forti.Perché è in gioco qualcosa che va ben oltre l'energia.Comincia il 26 ottobre dai Fori la strada per una Italia rinnovabile e dunque più moderna, più pulita e più equa.L'unica in grado di liberarci dalle fonti fossili che fanno male alla salute delle persone, danneggiano l'ambiente e aggravano la crisi economica.

*Vicepresidente Legambiente

LA NOTIZIA CLANDESTINA DELLA SETTIMANA

Sarebbe interessante fare una ricerca su come i media hanno riportato questa notizia sulla legge di stabilità approvata dal Consiglio dei Ministri. Io non l' ho notata, anche se lo scorso fine settimana sono stato senza consultare giornali (ma televisione e internet li ho visti).

Marco

Ecobonus: detrazioni confermate al 65% e al 50% anche per il 2014Nella legge di stabilità le detrazioni fiscali vengono confermate per tutto il 2014 con le quote vigenti: 65% per gli interventi di efficienza energetica e 50% per le ristrutturazioni edilizie semplici, che come sappiamo comprendono anche l'installazione di impianti fotovoltaici.Caleranno progressivamente dal 2015.
Redazione Qualenergia.it
16 ottobre 2013

Nella legge di stabilità approvata ieri in Consiglio dei ministri, contrariamente a quanto ci si aspettava vedendo le bozze in circolazione, non c'è la riduzione progressiva ventilata dei due sgravi fiscali, quello del 65% per gli interventi di efficienza energetica e quello del 50% per le ristrutturazioni edilizie semplici.

Fino al 31 dicembre 2014 i due bonus resteranno come sono: appunto al 65% per gli interventi di efficienza energetica e al 50% per le ristrutturazioni edilizie semplici, che come ben sappiamo comprendono anche l'installazione di impianti fotovoltaici.

La riduzione progressiva delle percentuali è prevista solo a partire dal 2015, quando l'ecobonus scenderà dal 65 al 50% e lo sgravio per le ristrutturazioni dal 50 al 40%, mentre nel 2016 la quota detratta sarà del 36% per entrambe le misure.La legge di stabilità ora deve passare per il Parlamento che ha tempo fino al 31 dicembre per esaminarla ed emendarla.

www.qualenergia.it

 
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