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Referendum trivelle. Ebbene?
Dopo il "fallimento" del referendum di ieri, rimangono i fantastici strascichi tipici della politica italiana: "Ha vinto Renzi", i "perdenti hanno nomi e cognomi" ecc...ecc...
Ancora una volta il popolo italiano è stato usato (e si è fatto usare) come strumento di lotta politica dei partiti.
Perchè?
Perchè viviamo in una immensa cloaca dalla quale, ogni tanto, ci viene chiesto se vogliamo togliere una palata di fango: e noi su questo ci accaldiamo, di scaldiamo, fino ad arrivare a metterci gli uni contro gli altri.
Poi, vedi privatizzazione della RAI (che non solo non è avvenuta, ma da quest'anno sarà un ulteriore balzello per tutti) o finanziamento pubblico ai partiti, nonostante gli esiti referendari, alla fine la volontà popolare viene mai minimanente presa in considerazione!
Tralasciando, ovviamente, tutte quelle leggi e leggine dove non viene attivato lo strumento abrogativo referendario e a noi non rimane che subicercele tutte nei loro effetti distruttivi (e, sono sul tema europeo, monetario e finanziario, ne troviamo uno dei principali)
Quindi, chi ha vinto e chi ha perso ieri?
Ieri, come l'altro ieri, e come oggi, a perdere è solo il popolo.
Un popolo che non sa (e non vuole?) essere SOVRANO! Come posso incidere sulla vita politica quando un Presidente della Repubblica decide chi deve governare in barba ad ogni minima logica democratica?
Come posso incidere sulla vita politica quando i governi, ripetutamente e quotidianamente, fanno leggi "contro" la volontà popolare, e poi, ogni tanto, chiedono se abrogare un piccolo articolo di una sola di esse?
Ci sono strumenti chiari che indicano cosa sia la Sovranità Popolare e come la si può esercitare!
Ieri (intendendo il 17 aprile, o i 70 anni di Repubblica italiana, fate voi), abbiamo avuto il potere di "fare" le leggi?
Abbiamo avuto il potere di mandare a casa chi ha violato o disatteso la nostra volontà popolare?
Abbiamo avuto (e, soprattutto, abbiamo voluto) la possibilità di delegare la parte minore della nostra sovranità ai rappresentanti, di modificare le regole della delega?
NO.
Abbiamo partecipato al voto, convinti che esso fosse uno strumento democratico: e intanto i partiti ci hanno addirittura messo dei nomi a scatola chiusa, senza la possibilità di scegliere un individuo a nostro rappresentante. Voti la lista, Ti prendi chi in essa è inserito (e quindi, condannati, inapaci, burattini, affaristi?)
Se oggi capissimo che ieri non ha "vinto Renzi", ma nemmeno ha perso il popolo (se non, per il semplice fatto che aveva già perso prima e sta perdendo da lungo tempo...), oggi potremmo calvalcare l'onda di chi ci ha creduto, di chi si è attivato, di chi oggi è indignato, per poterlo inserire in una lotta che arrivi a sancire una vera Sovranità Popolare!!
E invece no.
Chi sa che lo strumento referendario può essere inserito negli statuti comunali? (Chi sa cos'è lo Statuto Comunale...verrebbe da chiedersi, prima). Chi sa che potrebbe incidere da subito partecipando attivamente nel proprio comune?
In pochi, davvero in pochi. Troppo pochi!
Vi do un consiglio, leggete qui http://sovranidade.org/?p=4441. Ma trovate in rete altra documentazione e su Facebook, l'Amico Paolo Bonacchi, uno dei principali sostenitori ed esperti di questa lotta per la sovranità!
Anzitutto: se vogliamo essere un popolo che decide e incide, dobbiamo attivarci proprio laddove possiamo incidere direttamente. Ovvero, nei comuni! Fare aggiornare gli statuti e iniziare ad insteressarci attivamente!!
Se non iniziamo dai comuni, come possiamo pensare di incidere qualcosa contro i governi di turno?
Nei bar, per le strade, con gli amici, sento più parlare di Renzi che di quello che avviene nei nostri comuni. Come possiamo pensare di incidere?
Necessiterebbe un cambio di visione politica. Partendo dal basso per arrivare in alto.
Lottare per ottenere uno strumento referendario pieno, quindi che dia la possibilità al popolo di decidere COSA e COME vuole, relegando ai rappresentanti solo l'obbligo di eseguire, e non di decidere su tutto (e spesso anche contro gli esiti referendari...).
Capire che non è uno strumento referendario abrogativo, su di una infinitesimale parte, poi, di tutta quella vita politica che sta facendo di tutto tranne i nostri interessi, che potrà migliorare la nostra vita.
Capire che non è con la partecipazione al voto di questo strumento referendario che dimostriamo senso civico e facciamo valere i nostri diritti (anzi, non viene in mente di pensare che possa essere esattamente il contrario?).
La Sovranità Popolare è tutt'altra cosa. La lotta politica la si fa quotidianamente e partecipando attivamente, senza delegare, senza timori riverenziali nei confronti di chi sta più in "alto", ma soprattutto senza accettare passivamente gli attuali strumenti che ci sono lasciati in mano.
Personalmente ho già provato nel recente passato, anche con alcuni amici di varie parti d'Italia, ad iniziare un percorso per riuscire ad arrivare ad ottenere la Sovranità Popolare, sia nel mio comune sia a livello nazionale: ho e abbiamo riscontrato che i tempi non sono maturi. Che le persone si fanno prendere e coinvolgere dalla lotta politica in corso, senza capire che basterebbe fare un passo di lato e si otterrebbero moltissime cose.
Agli amici che leggono queste due righe (che non vogliono essere null'altro che la base di un ragionamento), ribadisco la disponibilità personale ad intraprendere un percorso che, partendo dai Comuni, arrivi a sancire la Sovranità Popolare vera.
Invito chi ha avuto la pazienza di leggermi, ad approfondire le letture sulla Sovranità Popolare.
Strumenti, esistenti, che permetterebbero al popolo di cambiare le cose in pochissmo tempo: la cosa difficile è però che buona parte di noi preferirà, ancora, delegare ai rappresentanti, rimanendo, fino alla prossima volta, chiuso nel proprio orticello, salvo poi indignarsi se le cose non andranno come vogliamo.
Sono solo 70 anni che funziona così: e ancora siamo lontani dall'imparare!
E poi, sempre attenti a non urtare la sensibilità del politico di turno: teniamo famiglia...
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