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L'ho rivisto
Post n°2 pubblicato il 31 Ottobre 2006 da lovechimica
L’ho rivisto qualche mese dopo, in autunno. Avevo appena finito di assistere ad una lezione di Termodinamica e stavo andando in biblioteca ad ordinare una dispensa del professore. Ero con una compagna di corso, mi ero accodata a lei perché non sapevo come arrivare all’ufficio.Eravamo uscite dall’aula, dal corridoio, dalle scale e avevamo attraversato il cortile della facoltà vecchia di Ingegneria. Una porticina, una scaletta stretta, l’atrio del dipartimento di Idraulica, con le sue gradinate e i corrimani in marmo, una porta in vetro e ferro battuto.. e due occhi che mi fissavano, i suoi. Era lì, in piedi, avvolto in un maglione grigio e con la stessa dolcezza che avevo sempre visto in lui. Ci guardammo per un attimo che sembrò eterno, prima che mi rendessi conto che c’erano anche altre persone presenti, studenti in pausa studio che chiacchieravano davanti alla macchinetta del caffè, altri che salivano e scendevano le scale che portavano in biblioteca.. camminando gli passai di fianco, fingendo di non averlo notato, ed entrai nell’ufficio fotocopie, dove vendevano le dispense che i professori portano per i loro studenti. Quando ero uscita, lui non c’era più, era sparito chissà dove. Ma l’importante era che adesso sapevo che facoltà faceva – la mia. Per un attimo mi era sembrato che i mesi che erano passati da quando l’avevo visto per l’ultima volta, fuori dalla mensa, in realtà non ci fossero mai stati. Per un attimo soltanto. Invece di cose ne erano successe, purtroppo. Solo pochi mesi prima io e Cristian eravamo incrollabili, ma poi il suo orgoglio e il suo voler avere sempre ragione avevano decretato la fine della nostra storia, da quel giorno in cui io gli avevo detto che non ero d’accordo con lui, che no, non si poteva andare avanti così, io gli volevo bene, ma.. Due mesi di sofferenza, di pianti, di notti insonni e alla fine avevo detto basta. Non potevo continuare a stare con una persona che non rispettava le mie idee, che mi veniva sempre contro. Solo io potevo sapere quanto avevo sofferto nel prendere quella decisione, mi svegliavo ogni mattina nella speranza che fosse solo un brutto sogno, e ogni mattina dovevo ritornare alla realtà. Come anche quel giorno. Stavo male, ma per un attimo era come se avessi scordato tutto. |
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il 23/03/2008 alle 17:08
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il 19/11/2006 alle 15:52
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