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Rafael Ochoa
Post n°1476 pubblicato il 20 Giugno 2018 da several1
Venezia, lunedì 21 maggio 1962
Bassani, come sempre, porge zucchero a destra e a sinistra
La piccola sala dell' Ateneo Veneto è così affollata che sono costretti ad aprire quella grande dove ancora molta gente, nel fondo, è pigiata e in piedi. Presento a Giorgio Maria Teresa, della quale a colazione gli ho dato da leggere alcune pagine, il principio di un romanzo. Maria Teresa trema per la soggezione e l'emozione. Bassani sorride distaccato, gentile, indulgente. Come sempre, dalla sua corazza di gelo, aridità, vanità, crudeltà, allunga la mano a porgere zucchero a destra e a sinistra. Sì, lo so: mi affascina maledettamente. Forse proprio a causa di questa inaffer- rabilità. Forse lo odio. Vorrei del male per lui. Con forza. Proprio perchè non riesco a non disprezzarlo e a non subire il suo fascino. Parla del suo romanzo: spiega le sue intenzioni, le pieghe, le ragioni che lo hanno mosso a scrivere. Cita Mann, Moravia, Croce; cita se stesso parlando della sua "poetica". Ha citato i versi che, secondo lui, sono la chiave dell'ispirazione del suo Giardino dei Finzi-Contini. Il suo discorso a una folla era segreto; di quei discorsi che si fanno solamente dopo la mezzanotte ad un amico carissimo che ci ama: che ci ama più di quanto noi amiamo noi stessi. Scaltro, furbo e abile com'è, non capisco perchè si consegni così alla folla: ma anche in questo forse il suo calcolo è esatto. La folla corre e compera il libro e ne parla, e il successo gli accende gli occhi e lo appaga. E' la sola cosa alla quale aspira; la sola che gli dà completezza e che lo domina: lo domina perchè è lui che la crea e se ne sente padrone, ubriaco. Senza crisi. Non è mai in crisi, Bassani. E' sicuro di sé, del suo successo. E' solo arido, freddo, calcolatore. ...
Lea Quaretti - Il giorno con la buona stella (diari 1945-1976)
a proposito della traccia di oggi per la prova di Italiano, mi sono ricordata di questa "voce diversa"
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