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Creato da: perla777 il 24/08/2007
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Post N° 2

Post n°2 pubblicato il 09 Novembre 2008 da perla777

dal  fuso di Taiwan

 

Un mio amico lo chiama “fuso di Taiwan”.

Io lo chiamo “desiderio mai appagato”,  “disagio inesprimibile”,  “nostalgia infinita di vivere con gli altri”, “aspirazione a Greenwich”,  “spiegazione da non dare mai”.

Sono nata coi ritmi circadiani spostati rispetto ai più. Il mio corpo e la mia mente sono vivacissimi quando gli altri esseri umani dormono, e si assopiscono quando gli altri esseri umani vivono la loro giornata.

Se io fossi una persona asociale questa anomalia sarebbe una fortuna, ma io sono socievolissima e comunicativa al massimo.

Mi piace la mattina, con quella sua luce di sole appena nato e le ombre dalla parte opposta a quella in cui di solito le vedo io, ombre  che si accorciano verso mezzogiorno.

Le mie ombre si allungano sempre, fino a che la luce sparisce del tutto e col buio arrivano troppo presto le strade deserte, i condominii che spengono le luci uno dopo l’altro e il silenzio. I negozi chiusi, gli uffici sigillati, le commissioni più semplici da delegare agli altri.

E ancora silenzio. Non poter parlare a nessuno di qualcosa che ti ha entusiasmato, di una scoperta appena fatta , di un timore da esorcizzare. Parlare qualche volta con un interlocutore compiacente senza trovare il coraggio di guardarlo in viso, sicura che nonostante la buona volontà i suoi occhi  hanno già ceduto al sonno e io parlo con me stessa.

Quando a sette anni, in ritardo, ho intuito il codice del leggere e dello scrivere mi sono sentita in possesso di una bacchetta magica: potevo comunicare, magari non in tempo reale ma in differita, con chiunque. Mia madre mi prese per una grafomane fantasiosa, sulle prime, poi dovette imparare a difendermi a mia insaputa perché, non potendo frequentare le scuole, io ero una eterna privatista e più di una volta ho rischiato di essere bocciata perché il mio modo di scrivere era assolutamente inconcepibile per una bambina della mia età.

Come potevano sapere quanto esercizio facessi ogni notte? Io scrivevo a tutti, anche ai bambini coi quali avevo giocato, ai vecchi trattati male,  alle persone che sentivo via radio e che trasmettevano anche di notte e davo il mio benvenuto ai bambini appena nati dei vicini. Ho imparato subito a tenere per me le mie parole scritte, perché alla luce del giorno, coi rumori e con le distrazioni,  lette dai frettolosi abitanti del fuso di Greenwich, esse assumevano sfumature diverse da quelle che io avevo dato loro.

Ho continuato a scrivere sempre, senza pretese, con la scorrevolezza semplice del mio pensiero, mai rassegnata a questa eterna cella di isolamento con permesso quotidiano di recarmi al lavoro di sera. E’ un favore concesso, talvolta, a chi ha una buona condotta in galera. Io ho insegnato in galera (lì si prendono lezioni serali) ed è stato feeling al primo impatto.

Io raccontavo il mondo di fuori, il pezzetto che mi era concesso, e poi ci raccontavamo dei nostri pensieri notturni e di come riuscivamo a volte ad anticipare l’arrivo del sonno e mettevamo la musica a versi che ci piacevano.

Era un gioco appassionante.

Ci raccontavamo le stranezze della vita e come mai eravamo finiti in galera.

Anche prima di questo rapporto gratificante mi ero spesso chiesta cosa fosse successo al momento della mia nascita o forse del mio concepimento: chissà, forse si era rotto un orologio o forse uno dei due aveva spostato le lancette per prolungare il piacere dell’altro.

Nel corso degli anni ho capito che essere sullo stesso fuso orario non vuol dire capirsi di più.

Mi sento una creatura come tante,  penalizzata parecchio sul piano sociale, ma chi in un modo o nell’altro non lo è?.

Poi, con l’arrivo del mio pc, sono entrata in possesso di una navicella spaziale, un miracolo come quello del leggere e dello scrivere: tempo e spazio annullati; sono sempre sola nella stessa camera, ma il mio rapporto con gli altri non è  passivo come davanti alla tv o come quando leggo o scrivo solo per me stessa.

E così, in una delle infinite notti in cui tutto è troppo silenzioso e buio per la mia vivacità, scrivo a voi tutti, abitanti del fuso di Greenwich, con immensa simpatia e desiderio di frequentarvi più di quanto mi consenta il tempo rubato ogni tanto al mio lavoro (sempre serale e notturno).

Ciao a tutti voi del fuso di Greenwich, con immenso affetto, dal fuso di Taiwan !!!!

 
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southcross0
southcross0 il 02/09/09 alle 16:41 via WEB
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