lettere d'amore

N. 2 


Caro C., caro due volte, come lo sono io per la Vostra mente e il cuore. Mi sento bene nell'abbraccio delle Vostre parole. Vi trovo attenzione e calore, quel che mi serve per nutrirmi e trovarvi conforto. Quale forza, mio caro amato, per rispondere alle Vostre parole, quale forza... Io la vado spigolando, come si fa con il grano lasciato a giungno sul campo. La raccolgo con tanta pazienza, scegliendola fra quelle proposte, perchè non sempre tra le fonti conosciute, si può trovare quella giusta. Quella che corrobora intendo, quella che non mente, quella che non illude solo per un attimo. Caro e amato C. quante fonti conosciamo che danno acqua falsa, che non disseta. Io le ho assaggiate, s'intende nel mio piccolo, queste acque, ma l'arsura è tolta per lo spazio di un attimo e poi la sete è ancora più grande e la bocca più amara. La forza di cui parlo la trovo solo nel profondo, oscuro e silenzioso pozzo nascosto sotto tutto il resto, e che trovi solo dopo aver tanto vagato perchè così vuole la mente. Tu sai, caro C., quanto la mente si perda in labirintici giochi, ma io ormai sto attenta e non la seguo, anche se i suoi agguati sono sempre più sottili e nei tranelli ogni tanto ci cado. Mi sento chiamata, devo andare. M'attardo con voi domani, se posso. Ho fatto delle buone frittelle di mele, che dite, volete mandare qualcuno con un pretesto che Ve le possa allungare? Con tutto l'amore di cui posso, vi abbraccio. A.