lettere d'amore

N. 12 


Caro C.Ho portato una piccola stampa da uno dei miei viaggi e Ve la dono perché Vi ricordi quello che serve al nostro amore.Voi il mio cavaliere. Voi il cavaliere che uccide ogni giorno in se il mostro dell’egoismo per permettermi di donargli il mio amore.Il mio amore non potrebbe donarsi né donarVi null’altro se voi non cambatteste, (come io faccio ogni minuto del giorno) quell’egoismo così radicato in noi che se non viene potato, invade come un parassita devastando e soffocando.L’amore non può essere accolto e scambiato in presenza di grande egosimo poiché l’amore è dono e occorre generosità anche nel ricevere oltre che nel dare.L’amore richiede il coraggio degli antichi cavalieri che affrontavano l’ignoto in nome di un’aurea e  mitica leggenda.Quale migliore leggenda se non quella del vero amore, in nome di quale altra conquista partire se non per questa e Voi lo fate e ogni giorno, ogni ora, ogni minuto siete attento a non perdere l’occasione di infierire un colpo al mostro che altrimenti dilanierebbe non solo il Vostro intento, ma anche il mio.Amore mio, la felicità dell’amore è nel donarsi e io lo so quanta gioia mi procura il donarmi a Voi, tollerando le Vostre stranezze, i Vostri bisogni.Sono parimenti felice quando acconsento ad accogliere i Vostri doni.Donando diventiamo partecipi delle abbondanze reciproche.La chiusura dell’egoismo che si accartoccia su se stesso come una foglia secca ci rinchiude nella prigione dell’accumulo, del calcolo e dell’avarizia.Vi attendo per una passeggiata a cavallo, voglio mostrarVi l’angolo che ho scoperto sulla collina da dove osservare i cerbiatti che vanno al fiume.Intanto mio Parsival, Vi attendo, felice di essere Vostra e che l’universo Vi abbia fatto mio. A