Creato da quailed il 15/04/2008
silenzi, parole, pura essenza

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Preghiera ed ascolto.

 
Inviato da tuathade il 28/04/08 @ 13:04 via WEB
mio amato c.,
mi si stringe il cuore nel leggere tutta la vostra disperazione.
disperazione che, come sapete, tante volte ha colto anche me. di sorpresa. nel sonno.
so che avete fiducia in me e nella profondità della mia anima. e allora fidatevi di noi, di me e della mia anima, se adesso vi dico che la vostra è una naturale aspirazione a rompere il cancello che qualcuno (la vita?) vi ha costruito intorno.
l'anima non ha misura mio caro amico e non conosce limite alcuno. sicchè, anche ora che vi attanaglia lo stomaco con il suo grido disperato, ascoltatelta. sentite cosa ha da dirvi, quali richieste ha da farvi. non lasciatela a piangere in un angolino, ma riconoscetele il diritto di gridare tutto il suo dis-sapore. io vi ascolto, come sempre. e per come posso vi consolo. vi consolo dicendovi la mia verità, e cioè che ho riconosciuto la vostra anima tra centinaia di anime.
vi consolo dicendovi che intravedo una luce così forte dentro di voi, che mi commuove. e mi commuove sapervi affranto, e in cerca di una qualche via d'uscita. non so quale sia la vostra, mio caro amico. vi chiedo solo un favore. vi chiedo di non smettere mai di ascoltare la vostra anima. bella, macchiata, stanca, ferita, raggiante... sia quel che sia, ogni giorno in modo diverso. ma ascoltatela. solo così potrete liberarla.
esco. vado a passeggiare un po' in riva al mare. ho un disperato bisogno di profondo e di infinito. vi porto nel mio cuore, sicchè anche voi possiate godere di questo tiepido sole e di questo limpido mare. con profondo affetto. A.
 
Inviato da quailed il 28/04/08 @ 14:01 via WEB
Mia (e sento che posso dirlo-come porzione di quella grande Anima alla quale apparteniamo per Natura-)preziosa A. Siete prontamente accorsa sentendo chiaramente l'urgenza del mio sconforto e come nettare le Vostre parole sono colate balsamo alla mia mente, alla mia umanità e come brividi le ho sentite percorrermi la pelle. Pianto di commozione e di gioia! per il contatto subblime che riuscite ad evocare e ora pago, della vostra presenza per me e me solo, sono lì con Voi (poichè generosamente l'avete concesso) a passeggiare sulla sabbia calda mentre l'acqua del mare, e non solo, ma anche quello della Vostra vicinanza, mi accarezza i lembi dell'anima. Così confortato, dal Vostro amore, dalla Vostra prontezza, dalla Vostra vicinanza, dalla Vostra -perchè sa esserlo- subblime generosità, torno col cuore che si sente come un bimbo felice alla mia quotidianità. Era, solo, la Vostra Assenza che mi intristiva e mi privava di senso. Grazie, mia amata. Che io sia anche per Voi, sollievo e possa ricompensarVi per ciò che siete.
Solo e Vostro unicamente. C.
 
 
 
 

seconda parte.

 
Sono ancora qui da voi cara A. perchè, ora che la mia anima si è acquietata posso riprendere ad una ad una quelle parole che mi avete rivolto e che dapprima ho subito bevuto preso dall'arsura senza soffermarmi a quel tanto che Voi generosamente avete seminato nelle vostre righe. "...che la vostra è una naturale aspirazione a rompere il cancello che qualcuno(la vita?)vi ha costruito intorno".Si, mia brama, è questo bisogno innato che urge dentro di me come fuoco divoratore che mi assomiglia così tanto a Voi, poichè in Voi riconosco la stessa cerca. "...ho un disperato bisogno di profondo e di infinito." Questo mia cara è il sigillo col quale mi tenete avvinto a voi, un dipserato bisogno di profondo e di infinito poichè come Voi elemosino gocce di eterno significato per poter fare ancora un respiro e un passo...un respiro e un altro passo. Mio sostegno...a presto. C.
 
 
 

 

 
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N.11 

Post n°11 pubblicato il 09 Maggio 2008 da quailed

A. Mia amata Sirena.
Del perchè ora io Vi chiami così, dal momento che nella nostra società questa creatura anfibia non riscuote successo se non per essere utilizzato come il lato più oscuro e degradato della donna, ora Vi dò immediata spiegazione (e spero di riuscire a trasmettere anche con le limitate parole, che non traducono se non parzialmente il sentire, ciò che io intendo).
Vi chiamo Sirena, perchè io intendo così apellare la Vostra Vera natura, la più nobile che Voi siete: quella di attrarre anime e farne Uomini nel senso più completo che tale creatura può essere e questo, Voi sapete, quello di creare, dare alla Luce è compito di una vera donna, che altro non può essere, col suo sentire creativo, vera Madre.
Voi lo siete per me che piano piano mi state portanto alla Luce col Vostro sentire, col Vostro accogliermi, col Vostro spronarmi.
Voi mi ammaliate e di questa fascinazione Voi fate la rete nella quale attirarmi per poi dare al mio essere di respirare ben più profondi e alti elementi, in modo che io non mi nutra di una sola illusoria realtà.
Voi non siete la sirena che dispensa morte agli uomini dopo averli attirati che altro non è che una immagine storpiata fatta dagli antichi uomini per togliere definitivamente potere alla donna e farne un pericolo da allontanare, bensì la vera Sirena, quella che non compete con il canto delle muse, ma lo completa con la parte più profonda della Natura, quella che non si può cogliere se non nelle umide e focose profondità della Vita.
La morte non la danno le vere Sirene come Voi, che invece nutrono la virilità di ogni essere, ma gli uomini protetti dalla dea della ragione che a lei sacrificano l'altra parte della vera nostra Natura e le maghe che come Circe sono legate al lato più oscuro della femminilità.
Oh, uomini greci, traditori dell'essere che solo può esercitare il vero potere poichè nel suo seno possiede la Vita.
Oh acchei, creatori di Pandora spargitrice di mali.
O, mia Sirena, siate per me uccello e pesce così da insegnarmi a respirare e fare miei tutti gli elementi.
L'ombra della notte, la folgore del fuoco, la rugiada del mattino, le brezza del vespero, l'umore della terra, la sfrescura dei ruscelli, le infinite sfumature di ogni
sensazione...Voi mi insegnate, Voi mi fate respirare e io allargo i miei polmoni, e ogni poro dell'anima per rendermi capace di essere all'altezza di Voi.
Vi attendo come si attende l'ispirazione creativa per creare nuovamente me stesso
alla Vostra luce che altro non riflette che quella dell'Uno, il cielo e la terra.
Mio cielo, mia terra, mio mare, mia sete, mia fonte, mia unica e vera sirena, rapitemi.
C.


 

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Commenti al Post:
quailed
quailed il 10/05/08 alle 14:21 via WEB
SIRENE. da: /blog.libero.it/tuathade/ Mio caro amico, ancora una volta le vostre parole mi provocano un sussulto. Come una piuma blu che solletica la mia anima. Piuma d’angelo direi. Perché questo siete stato in un'altra vita, forse, per me: l’Angelo che ossigenava il mio respiro affannato con il suo battito d’ali. Dite che la mia vera natura è quella di una Sirena. "Sirena" non nel significato assunto nel tempo (e cioè, come simbolo del “lato più oscuro e degradato della donna”), bensì nel suo significato Vero ed autentico: "Sirena" come essere capace di attrarre Anime con il suo fascino e farne, finalmente, Uomini. "Sirena" come dispensatrice di vita, e non di morte. "Sirena" che nutre la virilità degli Uomini e la vivifica. Ed io vi ringrazio mio caro amico. Perché, vedete, l’essere Creatori anziché Distruttori è ciò che distingue le Donne dalle Streghe, e gli Uomini dagli Orchi. Dovrei stupirmi, forse, della fiducia che accordate a me e alla mia umile anima. Ma vi dirò che già altri prima di voi hanno riconosciuto in me questa scintilla di Vita. Ed io stessa me la riconosco. “Creare, dare alla Luce è compito di una vera donna” mi dite. Donna-Madre, Donna-Utero. Donna che si dona, donna che accoglie, donna che suggerisce il Senso. Quel Senso che può essere colto solo nelle zone calde e umide dell’Animo umano. E’ questo che vedete in me. E’ questo che intimamente sento. E vi dirò, mio caro amico, che a questa Natura-Sirena, oramai, non mi oppongo più. La nutro, vi nutro. Ben sapendo che attraverso la mia capacità di “ammaliare” e “fascinare” trasfonderò nell’altro un petalo di vita, una scintilla di energia, una goccia di rugiada. Non mi importa privarmene. C’è così tanta anima e così tanta vita in me, amico mio, che donarne un granello, un pugno, un secchiello, veramente non mi pesa, né mi spaventa. Ma c’è un triste destino in tutte le Sirene, mio caro amico. Un destino che forse voi non intravedete, e che pure io percepivo fin da quando ero bambina. Un destino scritto in quella luna che l'altra notte mi ha teneramente cullata. E che forse è la ragione di quel melodico e nostalgico canto che tanto ammalia gli Uomini come voi. Solitudine, amico mio. perché, vedete, non c’è donna-sirena, donna-madre, donna-utero, che non intraveda, sia pur in lontananza, il giorno del distacco. Ogni madre sa che prima o poi, arriverà il giorno in cui suo figlio, ormai sazio e rinvigorito, staccherà la sua bocca dal quel seno nutritore. Arriva sempre quel momento, amico mio, e impedire che arrivi è un atto egoistico ed insensato. Ma rende tristi, si. Rattrista vedere bocche sazie che, puntualmente, spiccano il volo. Ma d’altronde, è questo il senso no? Nutrire, rinvigorire, trasfondere Vita affinché l’altro, finalmente, viva. E puntualmente, resto io. Con le mie ombre proiettate sul muro, e la mia folgore infuocata, e la mia fresca rugiada, e la brezza del mattino, e l’umore della terra. E resto io con il mio sorriso ancora Vivo, ed i miei occhi lucidi di Anima. Resto io nonostante i miei momenti di solitudine. Nonostante il tempo. Quel tempo che scorre, inesorabile, anche per le Sirene. E che pure non mi priva. Ma anzi, mi arricchisce di sempre nuova Vita. Con affetto, (e per il tempo che ci sarà concesso) la vostra Sirena.
 
 
quailed
quailed il 10/05/08 alle 18:30 via WEB
La risposta cara A. ve la voglio sussurare all’orecchio, intimamente, perché così non Vi abbia per nulla ferire e anche perché le grandi cose non vanno rese ad alta voce bensì dette ad un orecchio che i più non possiedono, quello del cuore. Che ho da dirVi di così tremendo da chiamarVi qui nel cuore della notte e di così intimo da essere sussurato? Il destino, il destino ineludibile di sacre creature va consegnato con l’ala del silenzio e della scelta parola, poiché esso è sacro. Voi si, come ben avete inteso, siete fatta per la solitudine, ma non come unica possibile scelta. Vostro destino è la solitudine feconda per tanti spiriti assetati o l’unione completa e totale, mistica. Cosa fa l’uno o l’altro? Un uomo che abbia il coraggio, come un antico cavaliere che uccide il proprio predatore interiore per poterVi conquistare rispettando la Vostra alterità. Esistono, mia cara, sifatti uomini. Rari, come lo erano i veri cavalieri. Quando un uomo si presenterà alla vostra porta, voi lo riconoscerete dalla luce del suo coraggio e dalla forza della sua umiltà per non essere ancora, individuo, ma di voler diventare con Voi tale. Destino di ogni vera Donna che ha coraggio di diventarlo, è quello di nutrire un Uomo che cerca di conquistarsi. Mia Sirena, mentre lo attendete per nutrirvi con lui al vostro banchetto di nozze, non spegnete il Vostro canto, fatelo solo più subblime in modo che lui senta da lontano le Vostre note e lui non perda la strada. Ora Vi lascio, alla Vostra attesa, ma io sarò sempre pronto a riempire i Vostri sconforti. C.
 
   
tuathade
tuathade il 13/05/08 alle 20:40 via WEB
sai quailed... è che quando arriva sera sono stanca. ed avrei solo voglia di essere cercata.
 
     
quailed
quailed il 14/05/08 alle 11:45 via WEB
E allora ti cercherò e consolerò il tuo cuore con un abbraccio di tenere parole, se le vorrai...
 
a15456
a15456 il 10/05/08 alle 14:44 via WEB
"Il bene e il male convivono e sono la faccia della stessa medaglia. Che avete voi ipocriti da dire, che ne sapete voi del dolore che sta in seno all'arpia e per il quale è costretta ad uccidere e devastare per lenire anche solo un attimo con la violenza il proprio dolore. Che ne sapete voi della cara Atena che si è sentita offesa nel proprio tempio da una vergine strupata da un dio e che invece di ergersi contro lo stesso dio, si vendica sulla innocente Medusa, che ne sapete voi di Pandora bellissima e tradita...non vedete che sono gli stessi uomini, o così detti tali, che snaturano e violentano anche i miti per coprire la loro incapacità a creare, invidiosi del grembo che non possiedono. L'arpia è la faccia della stessa medaglia, è la Sirena per chi ama e al quale dona le proprie vive profondità ed è l'arpia per chi merita di essere dilaniato per applicare solamente la legge del taglione. Quale migliore Karma per chi vuole annullare per la propria nullità la forza indivisa della Madre. La madre è morte e vita. La madre è entrambi e dopo che è stata fatta a morsi nelle stesse nature vi aspettate che oggi sorrida. Essa sbrana i propri figli...
 
 
quailed
quailed il 10/05/08 alle 18:28 via WEB
Cara amica, accolgo felicemente la Vostra provocazione, perché intuisco che di tale cosa trattano le Vostre parole. Vi ringrazio perché mi offrite la possibilità di parlare dell’amata e sofferente Medusa, che solo nel suo sacrifico offre alla vita due splendicre creature nate dal dio violento che usurpò la sua bellezza virginea (e un dio per fare dono di sé non vuole che il dono della purezza). Così la carne partorisce nuove forme. Medusa, perse per dolore la capacità visionaria del proprio pensiero asservito al copione che non offriva più epifanie, infatti irrigidiva qualsiasi in lei si rispecchiasse e non rimandava che fissità. Diede alla luce figli liberi e coraggiosi. Il suo sacrificio diede al mondo altra vita. Noi la ringraziamo per i suoi insegnamenti. Cara e amata Medusa che vive in tutti noi.
 
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