Creato da chiaroscuro60 il 18/11/2010

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RELAZIONI VITUALI...SOFFERENZE REALI !

Post n°99 pubblicato il 18 Marzo 2011 da chiaroscuro60

La solitudine nel web è molto diffusa. Diverse persone hanno trovato un modo per ovviare al problema dell’essere soli, “creando” un rapporto virtuale sul quale hanno riversato le aspettative e tutti i sentimenti di un rapporto vero e proprio, con un unico problema, la persona è all’altro capo di un filo o di un video.
Il problema è un problema diffusissimo purtroppo e fa sì che si creino sofferenze che di virtuale hanno poco.
Tuttavia in questi casi si è creato un rapporto che non è sano, in quanto è basato sull’idealizzare la persona che sta parlando o scrivendo con te, senza conoscerla veramente.
La persona può essere sincera o meno, può essere quella che dice di essere o meno e tu non lo saprai mai.
Quando ci si dispone ad avere un rapporto via web, si dà al compagno/a il meglio di sé, a volte soprattutto se si vuole creare un’amicizia ci si scambiano affinità, gusti comuni, interessi, a volte solo una conoscenza più superficiale. Ma, quando c’è di mezzo la solitudine scatta l’illusione e scattano le aspettative. Ci si aspetta che conoscendosi a fondo un po’ di più, giorno dopo giorno ci si innamori, ci si possa vedere, si possa creare una coppia.
Ma in fondo se ne ha paura, si ha paura di confrontarsi con la realtà, con la difficoltà o con l’amore reale. Così come quando si instaura una relazione a distanza, quando ci si incontra è sempre tutto bello. Infatti quando ci si incontra via mail o chat o telefono o microfono o web cam si cerca di dare all’altro il meglio di sé, insieme ad un po’ di quotidiano.
Ma affrontare una vita in comune, è un’altra cosa e questo fa paura.
C’è chi lavora tanto e non ha tempo di relazionarsi socialmente uscendo con amici, c’è chi ha un matrimonio non felice, c’è chi ha un fidanzamento o una convivenza non felice. C’è chi da troppi anni vive solo/a. C’è chi è introverso, c’è chi è timido, c’è chi però pur non essendo introverso o timido ha “paura” di affrontare un rapporto perché richiederebbe impegno, dedizione, attenzione e anche sacrificio e dono di sé.
In questi casi si instaurano rapporti che sono “surrogati” di ciò che ci manca, ma in un certo qual senso sono pericolosi, sia per chi li vuole, ma anche per l’altro. Dietro l’abitudine, si cela l’attaccamento, e dietro l’attaccamento si cela la gelosia, l’esclusività ecc.
Le due persone non sanno se l’odore dei loro corpi sarà compatibile, se il bacio farebbe loro piacere o ribrezzo, se i loro volti si piacerebbero. Non sanno quali sono le abitudini di vita di giorno e di notte e non sanno nulla l’uno dell’altro. Ma idealizzano attraverso ciò che scrivono un “essere ideale” che riempie le loro fantasie e fa loro credere di non essere sole, creando di fatto una solitudine e un vuoto sempre più grandi.
C’è parecchia energia negativa perché le persone pensano di star bene perché ascoltano la voce di qualcuno o leggono ogni giorno mail o chattano e si sentono appagate di un rapporto che non esiste.

http://www.creaturaceleste.org/argomenti/riflessioni/relazionivirtuali.htm

 
 
 
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Paolo Barnard, giornalista free-lance e saggista, unisce una meticolosissima ricerca di fonti certe ad una assoluta libertà di espressione, che non a caso gli è costata una plateale emarginazione dai mass media istituzionali. Laureato in psicologia, ha collaborato con le principali testate nazionali, come La Stampa, Il Manifesto, Il Corriere della Sera, Il Mattino, Il Secolo XIX, La Repubblica, La Voce, Il Sabato, Chorus, Oggi, Avvenimenti. Reporter RAI con Samarcanda durante la Guerra del Golfo (1991), è stato co-fondatore ed ha collaborato per oltre dieci anni con il programma Report su Rai3. Attualmente scrive per Micromega, Golem de Il Sole 24 Ore, agenzie di stampa e testate on line.

 

 

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