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c’è un posto dove torno di rado ma e’ un posto dove torno volentieri.ci si arriva dopo aver costeggiato il mare, inforcando una strada irta che ad ogni tornante ti mostra in bellavista da dove si viene e dove, prima o poi, si dovrà ritornare.si attraversano alcune folte pinete che, da marzo a settembre, inondano dell’odore di pece l’abitacolo di chi ha ancora l’ardire di viaggiare coi finestrini tutti abbassati mentre, con il palmo e le dita tese, ha l’impercettibile impressione di toccare le mucche e le capre che quell’aria l’hanno respirata; un giorno o un secolo prima, non è molto chiaro.già! perché nel paese dei non abbracci il tempo sembra addirittura scorrere all’indietro, quando non si è fermato.vado a svuotarmi di ciò che mi resta tra stomaco e testa. (poi torno.)