Creato da TconZERO il 07/06/2009

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( l'agonia dell'irrequietezza )

 

 

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Post n°100 pubblicato il 24 Maggio 2010 da TconZERO

Ci sono strade che di notte le distingui solo per l'odore dell'asfalto
non sei sicuro di esserci mai stato
ma sei sicuro che ci stai tornando.
Ci sono strade luminose strade senza voce ed altre invece senza il tempo
non sei sicuro di esserci passato
ma sei sicuro che ci stai vivendo.
Ci sono strade che somigliano alle vite che percorri tutte in un momento
non sai capire dove sei arrivato
ma sei sicuro che ora stai correndo.

 

 
 
 

inverno

Post n°99 pubblicato il 14 Maggio 2010 da TconZERO


Quel mattino lo svegliò il silenzio. M. si tirò su dal letto col senso di qualcosa di strano nell'aria. Non capiva che ora era, la luce tra le stecche delle persiane era diversa da quella di tutte le ore del giorno e della notte. Aperse la finestra: la città non c'era più, era stata sostituita da un foglio bianco. Aguzzando lo sguardo, distinse, in mezzo al bianco, alcune linee quasi cancellate, che corrispondevano a quelle della vista abituale: le finestre e i tetti e i lampioni lì intorno, ma perdute sotto tutta la neve che c'era calata sopra la notte.
- La neve! - gridò M. alla moglie, ossia fece per gridare, ma la voce gli uscì attutita. Come sulle linee e sui colori e sulle prospettive, la neve era caduta sui rumori, anzi sulla possibilità stessa di far rumore; i suoni, in uno spazio imbottito, non vibrano.
Andò a lavoro a piedi; i tram erano fermi per la neve. Per strada, aprendosi lui stesso la pista, si sentì libero come non s'era mai sentito. Nelle vie cittadine ogni differenza tra marciapiede e carreggiata era scomparsa, veicoli non ne potevano passare, e M., anche se affondava fino a mezza gamba ad ogni passo e si sentiva infiltrare la neve nelle calze, era diventato padrone di camminare in mezzo alla strada, di calpestare le aiuole, d'attraversare fuori le linee prescritte, di andare a zig-zag.
Le vie e i corsi s'aprivano sterminate e deserte come candide gole tra rocce di montagne. La città nascosta sotto quel mantello chissà se era sempre la stessa o se la notte l'avevano cambiata con un'altra? Chissà se sotto quei monticelli bianchi c'erano ancora le pompe della benzina, le edicole, le fermate dei tram o se non c'erano che sacchi e sacchi di neve? M. camminando sognava di perdersi in una città diversa: invece i suoi passi lo riportavano proprio al suo posto di lavoro di tutti i giorni, il solito magazzino, e, varcata la soglia, il manovale stupì di ritrovarsi tra quelle mura sempre uguali, come se il cambiamento che aveva annullato il mondo di fuori avesse risparmiato solo la sua ditta.
Lì ad aspettarlo, c'era una pala, alta più di lui. (...) Prese la pala, soprattutto per scaldarsi, e si mise al lavoro nel cortile. Aveva uno starnuto che s'era fermato in cima al naso, stava lì lì, e non si decideva a saltar fuori. M. spalava, con gli occhi semichiusi, e lo starnuto restava sempre appollaiato in cima al suo naso. Tutt'a un tratto: l' <Aaaah...>, fu quasi un boato, e il: <<... ciù!>> fu più forte che lo scoppio di una mina. Per lo spostamento d'aria, M. fu sbatacchiato contro il muro.
Altro che spostamento: era una vera tromba d'aria che lo starnuto aveva provocato. tutta la neve del cortile si sollevò, vorticò come in una tormenta, e fu risucchiata in su, polverizzandosi nel cielo.
Quando M. riaperse gli occhi dal suo stordimento, il cortile era completamente sgombro, senza neppure un fiocco di neve. E agli occhi di M. si ripresentò il cortile di sempre, i grigi muri, le casse del magazzino, le cose di tutti i giorni spigolose e ostili.

[da Marcovaldo, ovvero le stagioni in città - Inverno (4). La città smarrita nella neve]

 
 
 

prologodiunaddio

Post n°98 pubblicato il 10 Maggio 2010 da TconZERO

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sssssshhhhh...

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tra_passi

Post n°97 pubblicato il 05 Maggio 2010 da TconZERO

ogni volta che seppellisci vivo un morto
provi a dare inutilmente vita ai fantasmi

leggi, legge.

 
 
 

reloaded # tico47

Post n°96 pubblicato il 05 Maggio 2010 da TconZERO

Post n°47 pubblicato il 26 Gennaio 2010 da TconZERO


Nudo
come la terra
in odor di semina
cerco il sole di mezzogiorno.

(Marco Valdo)

 

 
 
 

reloaded # tico46

Post n°95 pubblicato il 05 Maggio 2010 da TconZERO

evangelica_mente

Post n°46 pubblicato il 25 Gennaio 2010 da TconZERO

In questi giorni, più che mai, mi interrogo su come sarebbe la mia vita se avessi il dono della fede. Credere in qualcosa, una qualunque, mi darebbe l'appiglio necessario per non soccombere al peso dei ricordi che non nutrono speranze.
Mi sono risposto che se fossi davvero convinto dell'esistenza di un'oasi di credo in questo deserto pagano io l'avrei di certo cercata; quanto meno come dovuto atto caritatevole nei miei confronti.

E' evidente che, ad oggi, il compimento della trilogia paolina è quanto di più lontano possa esistere  dal mio quotidiano plausibile, che cerca nell'unico amore possibile il compromesso per un'esistenza che abbia un senso compiuto, fatto di riscontri tangibili.

 
 
 

reloaded # tico45

Post n°94 pubblicato il 05 Maggio 2010 da TconZERO

coraggiosa_mente

Post n°45 pubblicato il 25 Gennaio 2010 da TconZERO

"Mi hai chiesto per quale ragione abito nelle colline grigie: ho sorriso ma non ho risposto, perché i miei pensieri bighellonavano per conto loro; come i fiori del pesco, erano andati a spasso in altri climi, in altre terre che non fanno parte del mondo degli uomini".

Lì t'ho reincontrata nella luce
propria della brina densa 
al trapasso dell'aurora
ed i capelli di grano
infuocato dal sole
di inizio estate
senza averti
mai vista.
amen.

Mi hai accennato ad una storia,
che io riscrivo solo perché
non venga smarrita.


Ti racconto questa storia perché non la so scrivere. Non so ancora scrivere e mai imparerò. E' a te che la consegno, perché tu possa riviverla ogni giorno nel tormento e fino alla fine dei tuoi giorni.

Sono femmina e senza nome, anche se i miei nomi potevano essere diversi, ma non tutti. Nomi senza né luce né colori, giacché è di notte che sono arrivata ed è di notte che me ne sono riandata. Senza mai vedere la luce ed i colori che ad essa sempre si accompagnano.

Se fossi nato maschio, a crederci, sarei stato Tommaso. Da femmina avrei potuto spaziare tra un Laura di troppo ed un Luna di meno. Nessun colore, tipo Azzurra, Chiara, Rosa. Nessuna luce propria; al massimo riflessa.
Certo, Stella mi sarebbe piaciuto, se Caduta piuttosto che Cadente fosse stato possibile come secondo nome.

Già, sono caduta così in fretta che non hanno avuto nemmeno il tempo di esprimere il desiderio di vedermi. O forse si. Quel tempo c'è stato. E' il coraggio che è mancato.

Talvolta tra il "vorreimanonposso" ed il" potreimanonvoglio" esiste un confine così labile da divenire un paradigma del coraggio. E' questa la consapevolezza che, in eredità, io ti lascio.
E' questo che, di tutta questa storia, io voglio che ti ricordi.

 

Quel che mi hai chiesto io l'ho fatto.
Ora, ti prego, lasciami in pace.

 
 
 

reloaded # tico44

Post n°93 pubblicato il 05 Maggio 2010 da TconZERO

mattemaree

Post n°44 pubblicato il 19 Gennaio 2010 da TconZERO

 

da questo luogo, novembre 2007


Cara perdente amica,
ti scrivo queste poche righe perché non posso e non so fare diversamente.

Potrei dirti che non ti ho risposto perché pensavo fossero solo degli squilli o perché stavo con un cliente a cui non volevo far sentire i fatti miei; essere abbastanza convincente nel dirtelo o, comunque, insinuarti il dubbio che il tutto fosse vero.
Ma stavolta non mi sento di essere falso! Ed è questo anche il motivo per cui non ti ho risposto.

Ieri è stata per me una giornata da maglione nero a collo alto, adeguata appendice di un fine settimana, forse, più terribile del tuo.

Così non ero nelle condizioni emotive per poter affrontare con te uno dei tanti tipici discorsi superficiali, senza correre il rischio che la voce, che di tanto in tanto l’emozione mi strozza, potesse farmi scivolare in un teatrino patetico e poco dignitoso.

Non credo sia stata affatto una mancanza di rispetto nei tuoi riguardi quanto, piuttosto, un modo per preservarti dagli scadimenti emozionali che, ormai sempre più spesso, mi attanagliano.

Sai, in questi giorni mi sono accorto di aver sviluppato nei tuoi riguardi uno strano senso di protezione, che trova la ragione della propria esistenza nel sentimento sincero che serbo per te.
A quel sentimento, mesi or sono, ho fatto attraversare con violenza il collo di una bottiglia, che ho subito chiuso con uno stretto tappo a vite.

E’ proprio quel sentimento che vedo spesso soffrire, arrancare, aggrapparsi con gli artigli sulla curva parete di vetro, per non voler esalare l’ultimo respiro. Ed è proprio in quei momenti disperati che sento il bisogno di svitare quel tappo e far filtrare almeno un po’ di ossigeno vitale.

Ma ora non voglio più lottare contro questa mia tempesta emotiva, che mi logora nel fisico e mi dilania nella mente. Tiro i remi in barca ed attendo con rassegnazione l’inevitabile naufragio.

Sarà per me un sollievo, amaro come un morso ad una prugna acerba e dolce come il bacio della buona notte. 

 E’ questo il mio regalo per il tuo compleanno.
In anticipo quanto inaspettato.....e per questo, forse, ancora più bello.

f.to:
ilmestessodiadessosemprepiùspessocompromesso.

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e poi... no, la storia non si ripete. non può ripetersi.
questo perché la storia è quella di chi la racconta
e non dei fatti che, di volta in volta, la generano.

 
 
 

reloaded # tico42

Post n°92 pubblicato il 05 Maggio 2010 da TconZERO

pro.babil.mente

Post n°42 pubblicato il 19 Gennaio 2010 da TconZERO

« Tutta la terra aveva una sola lingua e le stesse parole. Emigrando dall'oriente gli uomini capitarono in una pianura nel paese di Sennaar e vi si stabilirono. Si dissero l'un l'altro: "Venite, facciamoci mattoni e cuociamoli al fuoco". Il mattone servì loro da pietra e il bitume da cemento. Poi dissero: "Venite, costruiamoci una città e una torre, la cui cima tocchi il cielo e facciamoci un nome, per non disperderci su tutta la terra".

Ma il Signore scese a vedere la città e la torre che gli uomini stavano costruendo. Il Signore disse: "Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una lingua sola; questo è l'inizio della loro opera e ora quanto avranno in progetto di fare non sarà loro impossibile. Scendiamo dunque e confondiamo la loro lingua, perché non comprendano più l'uno la lingua dell'altro". Il Signore li disperse di là su tutta la terra ed essi cessarono di costruire la città. Per questo la si chiamò Babele, perché là il Signore confuse la lingua di tutta la terra e di là il Signore li disperse su tutta la terra. »
(
dal Libro della Genesi 11, 1-9)

 

Paiono sordi
spari nel buio
queste parole
svuotare di senso.

Paiono dardi
scoccati su un muro
questi pensieri
violenti violati.

Paiono lame
confitte nell’acqua
questi gesti
pesati e sviliti.

Sono vuoto
o svuotato d’essenza?
Questo è il dubbio
che mi logora dentro.

 
 
 

reloaded # tico41

Post n°91 pubblicato il 05 Maggio 2010 da TconZERO

istantanea_mente

Post n°41 pubblicato il 14 Gennaio 2010 da TconZERO

Ore tre e dieci. Sveglio, da un'ora o più.
Sono i lamenti di uno scafo ferroso, roso dalla salsedine e dalla ruggine, a non farmi dormire. Teso dalle correnti, urla, echeggia, rimanda, rivanga il suo passato più inglorioso. Piegato su un fianco non può affondare giacché è di sabbia la tempesta ed è deserto quello che gli sta intorno... e sotto; sabbia solo sabbia, dall'alba al tramonto. E ancora sabbia, dal tramonto all'alba.

Alba, che giungerà tra poco, ad aprire le danze... ed il teatro: buongiorno. dormito? fa freddo? che farai? dove andrai? ciao. ciao. brutto deficiente: guarda come guidi! buongiorno. (quasi quasi oggi la chiamo). il solito. ciao. ciao. buongiorno. oggi finisco. (vorrei ma non posso). scade il venti. dì che non ci sono. quattro copie, grazie. dove pranzi? (e ti voglio, cazzo!). no, non esco. sto bene; meglio (menti solo a te stesso, coglione!). piove? nooooo. (mi bagnerò. e chi se ne fotte). ciao, a domani. è finito un altro giorno. (magari).

Tramonto, che sarà passato da un pò. Una coltre umida ed unta avrà avvolto gli obrobriosi palazzi e questa selva di lamiere e gomme che gli sta intorno. Rumori, solo rumori. 
Bell'anatema lavorare a due passi dal parco e dal fiume! Ciò che di giorno è liquido torbido, che scoscia fragoroso tra pietre e rovi, a quell'ora si tramuta in un impalpabile specchio, che riflette lo sguardo e rifrange i pensieri. Cieco ed ebbro, la mia mente tornerà ancora una volta ai margini del fiume dove, a braccia tese, si aggrappava ad una canna e ad un'effimera illusione; con il corpo proteso all'indietro, a cercarmi, a trovarmi. Animali affamati di carne calda, frenetica e cruda.
Fiere, stanche di fiele, a caccia di miele.
Api carnivore, incapaci di volare per davvero.

Buonasera. stanco? fa freddo? che hai fatto? dove sei stato? (che coglione, non l'ho chiamata!). ciao amore, dammi un bacio. certo, dopo ti leggo tutto quello che vuoi. buonanotte. è finito un altro giorno. (magari).

Si sente ora il cinguettìo del primo passero.
Sono solo le quattro e ventuno.
(mi faccio un giro su youporn).

 

p.s.:
la settimana prossima, in edicola: CRISTO, CHE BABELE CHE HO IN TESTA!

 
 
 

reloaded # tico39

Post n°90 pubblicato il 05 Maggio 2010 da TconZERO

quattro (e mezzo)... vaffanculo.

Post n°39 pubblicato il 04 Gennaio 2010 da TconZERO

Ora, ditemi voi, che razza di numero è 4 e 1/2?
non ce l'ho una bozza n°4 e 1/2, vaffanculo!
ero stato chiaro, mi pare: un numero da 1 a 6, DI COMUNE ACCORDO. ed un verbo espressivo di un'azione... bla, bla, bla.
[è proprio vero: mettere d'accordo due donne oltre i quaranta, semmai l'età avesse il suo peso, è un'impresa titanica.]
così mi vedo costretto ad inventare qualcosa, da pensare prima ancora di scrivere. vaffanculo! [è il verbo che avete scelto, mi pare].
quel che non sapete (e che non dirò più) è che da un pò di tempo ho iniziato a catalogare tutto mediante l'utilizzo di numeri (interi, ovviamente): scarpe vecchie, vecchi passanti, passato che ritorna, tornanti asfaltati, asfalto bagnato, bagni di folla, folli in pigiama, pigiami consunti su babucce pelose... e cose del genere.
[vi prego vivamente di credermi, nel qual caso sareste le tonte n°15/a e n°15/b da me incontrate dall'inizio dell'anno. in effetti, solo per la tontaggine ed allo scopo di non voler incorrere nel rischio d'utilizzo di numeri interi con più di tre cifre, mi sono concesso l'eccezione della sottoclassificazione letterale. in qualsiasi paese democratico, ormai, una media di tre tonti al giorno li incontra chiunque. per fortuna, non tutti hanno questa passione smodata per la catalogazione].

 

Sono passate da poco le quattro e mezza, ora. del mattino, si intende.
non ho sentito nessun rintocco di campane, a rendere questo sproloquio un pò più poetico (esistono ancora i rintocchi di campane, mi chiedo?... e le campane? ed i campanili? e le chiese? e la chiesa?).
è arrivata con una puntualità svizzera del canton ticino, mentre abbracciavo ancora il mio cuscino (la rima non è voluta, sia chiaro): mezz'ora esatta di ritardo rispetto all'ora solare e mezz'ora esatta di anticipo rispetto all'ora legale. alle quattro e mezza, appunto.
avrei potuto e voluto dormire ancora se, come certi treni espressi, avesse deciso di proseguire dritta fino alla prossima stazione (cribbio, la moca sui fornelli!).
ed invece è qui che si è fermata, ancora una volta. come una volta. vaffanculo! (scusate ma è il "tema"). ora a dir "fermata" è davvero un'esagerazione poiché, non esistendo il binario 4 e 1/2 (arggg!), è arrivata spedita al binario 4 ed in frenata ha deragliato, accasciandosi sul binario 5. [non so se vi rendete conto ma, praticamente, mi avete obbligato ad una catastrofe di dimensioni apocalittiche. e pure bastava un numero. un numero soltanto].
credo sia come un segugio che, a distanza (di tempo), fiuta perplessità ed angosce che pensavi sopite, quasi dimenticate. ed invece sono lì, in agguato. vittime di un agguato, a loro volta.
così, anziché rimestare quelle vittime rigirandomi nel dormiveglia (decisamente tendente alla veglia) finisco, su due terga, con lo sguardo catatonico ad osservarmi le mani. e le dita. e le unghie. con il tipico fare  di chi non vuol pensare. di chi fugge. da se stesso, prima che dagli altri.
chiunque ha avuto la maledizione di incrociare lo sguardo di un autistico sa a cosa mi riferisco, adesso. sa che in quegli occhi e solo lì possono trovarsi le risposte che non arriveranno. sa che in quegli occhi sono scritte le storie che non si scriveranno. argento fuso più che vivo, freddato da un silenzio che urla nella pancia.
forse è per questo se, allo specchio, ho smesso di guardarmi oltre la linea del naso.

Sicché, di pensare non se ne parla e di parlare menché meno, vi racconterò cosa ho pensato di fare per il 2010.
In effetti, i miei propositi per il nuovo anno sono pochi (quattro e mezzo, per la precisione). e semplici:
1) farò testamento spirituale (scegliendone accuratamente il depositario);
2) stipulerò una assicurazione sulla vita (compiegandola ai documenti di circolazione);
3) scriverò una lettera a mio padre (magari senza spedirla);
4) deciderò definitivamente se diventare uomo (o se, magari,  tornare bambino);
5) ... continuerò a fare propositi (per tutto l'anno, si intende).

Il re nero vive, sotto scacco della donna e dell'alfiere, in cima ad una torre arroccata su un dirupo che guarda il mare. (il mare). Il pedone (matto?) ha re-imbrigliato il cavallo.
Se esistesse una scacchiera arancio e blu ve la regalerei... vaffanculo!

 
 
 

reloaded # tico38

Post n°89 pubblicato il 05 Maggio 2010 da TconZERO

ho le bozze piene. scendo... a prendere le sigarette

Post n°38 pubblicato il 11 Dicembre 2009 da TconZERO

Per indurmi nuovi brividi
calpesterò a piedi nudi
questo marmo che sa d'inverno.
ho spalle asciutte e mani bagnate...
piovono ancora gocce di luna
in questa città di luci e specchi?

 
 
 

reloaded # tico36

Post n°88 pubblicato il 05 Maggio 2010 da TconZERO

flash.b(l)ack

Post n°36 pubblicato il 04 Dicembre 2009 da TconZERO


Non aveva ancora nemmeno un accenno di baffi quando venne sorpreso a fumare un mozzicone di n80 dietro la catasta di legno che era nell'aia. Con fare accomodante ma deciso, l'uomo gli disse:
"non avere fretta di fare le cose da grandi che tanto si diventa adulti prima che passi davvero il desiderio di restare bambini; ed a quel punto sarà troppo tardi per poter continuare a giocare".

Per quella che aveva tutta l'aria di uno strano scherzo del destino, al diciottesimo compleanno, anziché la doppietta beretta che gli aveva promesso da sempre, gli regalò la sua pipa preferita, in terracotta, giunta in quel casolare di campagna in un tempo che egli stesso non seppe definire, tanto era remoto.

Qualche mese dopo il ragazzo si incollò lo zaino in spalla con la foga paragonabile a quella con cui si imbraccia un fucile alla volta di una guerra giusta... e partì, abbandonando una realtà che non avrebbe mai più rivisto.
In effetti, pari allo sgomento che si deve provare di fronte al dolore ed al sangue di un infame conflitto si rivelò l'entità del paradosso scemato nel disincanto.
Credeva, infatti, di andare alla conquista di un mondo fantastico e sconosciuto e si ritrovò a dover annaspare tra sfiducie e pregiudizi di natura analoga a quelle che stava abbandonando per sempre; ma in misura amplificata e commisurata alla dimensione della nuova realtà che si ritrovò a vivere.

In quindici anni approntò cinque diversi traslochi, tutti in una città dove via delle rose e una strada che puzza, in realtà, di piscio di cani, via delle perle è ricettacolo di mognotte e spacciatori, via della speranza è una strada senza uscita, via dei tre denari è una sfida più che il prezzo della sua infamia e via di dio esiste davvero ma non è inserita nello stradario, così che nessuno sa come arrivarci.

Finalmente, da alcuni anni vive a due passi da piazza della Pace, centrale alla città, dove confluiscono a raggiera tutte le strade più importanti che indicano la direzione verso la periferia. Ma non l'attraversa mai, per quanto è periferica rispetto ai suoi interessi.

Ogni tanto sente ancora il bisogno di ritirarsi all'ombra della grande quercia che lo ha visto crescere, spensierato e felice; lì, seduto, potrebbe starsene a fumare la sua pipa. Ma sa bene che anche quello è un sogno che non potrà mai realizzare. Non solo perché quella quercia è stata da tempo abbattuta per farne legna da ardere e tantomeno per via di quella pipa che, scivolandogli di mano, si è frantumata in mille pezzi.

Con le sue scarpe di piombo e le ali di cera, per volare si accontenta di ascoltare il rollìo dei motori dei vicini aerei che vanno lontano e che da lontano ritornano, seguendoli sino a che la loro sagoma diventa puntino, invisibile molto prima dell'orizzonte.
E' fino a lì che hanno vita i suoi sogni; è lì che spera di ritrovarli, tutti interi, un giorno.

 
 
 

reloaded # tico32

Post n°87 pubblicato il 05 Maggio 2010 da TconZERO

botta e risposta

Post n°32 pubblicato il 24 Novembre 2009 da TconZERO

A Simo, che mi chiede se secondo me
l'amore ETERNO e l'amore VERO esistono,
rispondo che:

Gli amori vivono di stagioni
... che non si rinnovano.
Ma gli amori si, per fortuna.

 
 
 

reloaded # tico31

Post n°86 pubblicato il 05 Maggio 2010 da TconZERO

minimi termini

Post n°31 pubblicato il 18 Novembre 2009 da TconZERO

Chissà se potrò mai raccontare a qualcuno della felicità ridotta ad un'ora e mezza d'aria trascorsa in un'andirivieni da e per un recinto che sa di salvezza, percorso a passo svelto con sulle spalle un macigno leggero diciassette chili e mezzo spalmati su centotre centimetri di colore e calore; alla meta, posato su un cestello incatenato che fa su e giù. invero, più su che giù, per quanto è grande il senso di libertà che ti concede.
spingi, blocca e... naso-naso. spingi, blocca e... naso-naso.
spingi, blocca e... naso-naso. spingi, blocca e... naso-naso.
spingi, blocca e... naso-naso. spingi, blocca e... naso-naso.
per guardarsi ed annusarsi come animali,
mentre il tempo tra una spinta e l'altra vorresti durasse...

un'intera primavera.

Già, è questa la (mia) felicità. Chissà.

 
 
 

reloaded # tico30

Post n°85 pubblicato il 05 Maggio 2010 da TconZERO

gli auguri che non farò

Post n°30 pubblicato il 17 Novembre 2009 da TconZERO

Vorrei incontrarti solo un'ultima volta per vedere 
cosa è rimasto di quegli occhi in cui mi ero perso
farti capire ci sei ancora nel brandello di cuore che mi hai lasciato
e raccontarti che di mal d'amore non si guarisce ma non si muore.


Buon compleanno Frà.

 
 
 

reloaded # tico21

Post n°84 pubblicato il 05 Maggio 2010 da TconZERO

...

Post n°21 pubblicato il 09 Novembre 2009 da TconZERO


Ti regalerò una rosa
che pianterai in giardino.
Sarà d'inverno e...

non metterà radici.

(Marco Valdo)

 
 
 

reloaded # tico17

Post n°83 pubblicato il 05 Maggio 2010 da TconZERO

www.astruse.com/mutazioni

Post n°17 pubblicato il 29 Ottobre 2009 da TconZERO


Dopo lungo tempo successe
che
l'andata divennne ritorno
ed
il ritorno divenne andata.
I colori svanirono ad appannaggio
del bianco e del nero.
La notte fu di giorno ed
il giorno divenne scuro.


Poi tutto cambiò ancora.

L'andata ed il ritorno divennero una cosa ed una corsa sola;
solo due diversi sensi di marcia dello stesso quarto di cerchio
percorso a diversa velocità, ma solo per colpa del traffico:
sulla corsia di emergenza più esterna e ad 80 km/h di giorno
sulla corsia mediana interna di sera, a velocità più sostenuta.

Un tragitto che, più che un segno,
è il confine che unisce vite perfettamente complementari
...come l'incastro di due pezzi di puzzle.

 
 
 

reloaded # tico15

Post n°82 pubblicato il 05 Maggio 2010 da TconZERO

rifrazioni riflesse

Post n°15 pubblicato il 27 Ottobre 2009 da TconZERO

Ho capito che il mio altruismo è solo
la più subdodala forma di EGOISMO.

 
 
 

reloaded # tico14

Post n°81 pubblicato il 05 Maggio 2010 da TconZERO

(in)silente-mente

Post n°14 pubblicato il 25 Ottobre 2009 da TconZERO

Ehi tu, le senti queste voci che mi rimbombano in testa
intente nel dire: "non ce n'é più; non ce n'é più"?
Dimmi di si, ti prego. Non potrei più accettare l'idea che...
.
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tu sia davvero così sorda, oltre che cieca.

 
 
 
 

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