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PECCATO O MALATTIA?

Post n°10 pubblicato il 22 Maggio 2006 da sarasaetta
Foto di sarasaetta

"Quando osserviamo un bambino ci rendiamo conto che non c’è in lui cattiveria più di quanto ce ne sia in un cavolo o in una piccola tigre. Il bambino reca con sé una forza vitale. La sua volontà, cioè a dire il suo inconscio impulso, è di vivere. La sua forza vitale lo stimola a mangiare, a esplorare il suo corpo, a soddisfare i suoi desideri. E’ come se obbedisse alla volontà di Dio. Ma per l’adulto codesta volontà di Dio che è nel bambino rappresenta la volontà del diavolo. Per questo avviene che tutti i genitori incominciano ad insegnare al bambino come vivere. E il bambino cresce presto contro tutto un sistema di proibizioni: questo è cattivo; codesto è buono; fare così e così è da egoisti. Cosicché la voce originale di Dio trova di contro la voce dell’istruzione. La Chiesa definirebbe la prima voce, voce del diavolo, e quella dell’insegnamento morale voce di Dio. Per me sono convinto che i termini dovrebbero essere capovolti, e credo che sia proprio l’insegnamento morale a rendere cattivo il fanciullo. Scopro difatti che tutte le volte che riesco a smantellare l’educazione morale che un cattivo ragazzo ha ricevuto, questi diventa automaticamente buono.

... Un desiderio che resti insoddisfatto continua a vivere nell’inconscio. Il bambino al quale si insegna a non essere egoista rimarrà egoista per tutta la vita. L’insegnamento morale frustra così il proprio scopo.

Lo stesso avviene nel campo sessuale ... Pochissimi uomini e pochissime donne ardiscono vestirsi diversamente da quella che è la moda. Avere l’approvazione dei nostri vicini è un fattore naturale nella vita umana. E solo un fattore più forte può renderci antisociali ...

La madre che punisce il figlio per una piccola abitudine sessuale è sempre la donna la cui disposizione al sesso è di quelle basse. Il profittatore che siede al banco dei magistrati è in buona fede pieno di sdegno contro l’accusato che ha rubato una borsa. E’ perché non abbiamo il coraggio di affrontare la nostra anima a nudo che noi siamo moralisti.
Cristo poteva unirsi con pubblicani e peccatori perché sapeva di non essere né migliore né peggiore di loro.
Il nostro guidare i fanciulli è soggettivamente un guidare noi stessi. Inconsciamente noi ci identifichiamo con i fanciulli e il fanciullo che più disapproviamo è sempre quello che è più simile a noi stessi. Noi odiamo negli altri ciò che odiamo in noi stessi. E poiché ciascuno di noi è un odiatore di se stesso i ragazzi ne subiscono le conseguenze in schiaffi e botte, proibizioni e prediche morali.
Perché odiamo noi stessi? E’ un circolo vizioso. I nostri genitori hanno cercato di migliorare quella natura che Dio ci ha dato. Ci troviamo, così, ad essere sempre in conflitto fra i nostri istinti e la nostra educazione, cioè a dire fra Dio e la coscienza.
E codesto conflitto lo trasmettiamo alla nuova generazione". 
 

Alexander S. Neill

O NO?...

 
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