DISABILI UNITI

LEGGERE E RIFLETTERE


Caro Giornalista,leggendo gli inviti dei politici per il voto, mi sono incazzata con tutti loro e cosi ho pensato di mandarle questa lettera, con la speranza che lei possa pubblicarla perché ormai siamo ai limiti di un fascismo agghiacciante.Oltre questa lettera ho scritto anche un libro dei miei pensieri su come vedo il mondo con i miei occhi.La ringrazio di cuore e spero che esaudisca questa mia richiesta.Cari Politici,ho ricevuto per posta il Suo invito a Votare il partito da Lei fondato per combattere l’ingiustizia in tutti i sensi. Dopo un’attenta lettura del Suo programma purtroppo con profonda amarezza e dolore ho constatato ancora una volta che nel Suo programma io non ci sono nei Suoi programmi, poiché Lei non ha messo nulla in favore di NOI disabili per combattere le profonde ingiustizie che dobbiamo subire ogni giorno da Voi sani, che invece di aiutarci ci complicate la Vita in tutti i sensi. Il motivo quindi del perché Le scrivo, e farle sapere che non c’è la faccio proprio più a subire continuamente ingiustizie senza che nessuno faccia qualcosa per me e per noi disabili. Io sono affetta da poliomielite dall’età di 1 anno, e oggi ho 51 anni, e per 50 anni ho vissuto una vita davvero spaventosa, prigioniera permanentemente di una condizione che non mi ha permesso di fare nulla di cosa fanno i sani, non so se Lei si renderà conto di quale vita Le sto parlando, una vita che più che vita è stata un’inferno che non solo la mia malattia mi ha procurata, ma c’è anche l’inferno che purtroppo Voi sani infierite a chi non può assolutamente reagire perché prigioniero in tutti e per tutto di una immobilità che lo rende vulnerabile e quindi completamente dipendente dagli altri. Non sto a scriverle quello che ho subito in questi 50 anni, perché il calvario di violenze e ingiustizie che ho subito dentro istituti religiosi che si dichiaravano a parole per l’amore e l’uguaglianza, ma poi quando i riflettori pubblici erano spenti, veniva fuori da parte di queste persone la faccia vera poiché si trasformavano in carnefici per come venivamo trattati noi disabili, senza che l’opinione pubblica sapesse niente. Conosco quindi tutte le ingiustizie di questo mondo, perché noi disabili siamo i primi che da sempre subiamo il peggior crimine sulla nostra disgraziata vita che è stata sempre considerata l’ultima della società. Se oggi Le scrivo è perché sono davvero stanca di subire ingiustizie, da parte di un mondo sano che non mi permettere di vivere una vita dignitosa, anzi fa di tutto per rovinarmela, perché non si rende minimamente conto di come vive un disabile, e quali atrocità deve sopportare. La mia stanchezza mi sta portando a farla finita con la mia disgraziata esistenza, in quanto l’ultima ingiustizia che ho subito mi ha distrutta nel corpo e nell’anima, in quanto noi disabili veniamo considerati gli ultimi della società, che devono stare zitti e subire le leggi ingiuste che dovrebbero salvaguardarci in tutti i sensi, invece mi sono resa conta che un Giudice di questo Stato Italiano, ha dato ragione più ad una donna extracomunitaria che ho preso in casa a braccia aperte come badante, dandogli una casa e uno stipendio, che mi sono tolta da una pensione di fame che lo Stato da a noi disabili, che ad una donna disabile che vive da sola in una carrozzina da 50 anni. Quando il Giudice ha dato ragione a questa persona, mi è crollato il mondo addosso, e ho pensato di farla finita con questo mondo che non capisce l’atroce vita dei disabili. Mi sono sentita dire che io nonho rispettato la legge, che dovevo mettere in regola la mia badante, che viveva in clandestinità, e perciò la denuncia della mia badante è giusta perché lei ha subita una ingiustizia.IL Giudice non ha minimamente tenuto conto della mia situazione tragica di essere una donna sola, con una pensione che non mi permette di mettere in regola una badante, poiché un disabile non viene aiutato economicamente da nessuno, si deve arrangiare con la pensione di fame che lo Stato gli da, senza preoccuparsi come fa a pagare una persona che l’aiuti in tutto, perché non completamente autosufficiente? Come facevo a mettere in regola una donna extracomunitaria, se non ho i soldi per farlo? Questa persona lo accolta con amore e fratellanza umana, gli ho fatto pesare il meno possibile la mia condizione disgraziata, gli ho permesso cose che un disabile non potrebbe accettare, ma nonostante gli ho dato ogni possibilità di non farle pesare il mio mondo, questa persona se né approfittata di una donna sola, perché incapace di difendersi, e oggi questa persona vive alle spalle mie perché il giudice ha deciso che devo pagare la metà dei 17 mila euro che questa personavuole da me, perché secondo Lei non lo messa in regola, quando io per paura le ho sempre detto che volevo metterla in regola, ma lei li piaceva più restare una clandestina che farsi il permesso di soggiorno. Così oggi io devo morire di fame, perché un Giudice a deciso che devo dare ogni mese 300 euro a questa persona che ho accolto in casa togliendola dalla strada, perché sono stata ingiusta nei suoi confronti? Trovo tutto questo profondamente pazzesco che un disabile menomato in tutto, si deve sentire dire che è stato ingiusto, quando ogni minuto della giornata subisce ingiustizie in tutti i sensi, moltiplichi per 50 anni questa atrocità di esistenza, e si renderà conto chi è veramente la vittima e il carnefice che consapevolmente o inconsapevolmente ci rende la Vita un inferno. Io cari Politici, non so se c’è la farò a continuare ad esistere in questo Stato Italiano e in questo mondo di mxxxa, perché ho deciso di farla finita per come veniamo trattati noi disabili inermi ditutto. Se anche Lei cestinerà questa dolorosa lettera, vorrà dire che la mia vita non vale proprio nulla. Non ho più voglia di subire ingiustizie, la forza che ho sempre avuto per sopportare il mio inferno, mi sta lasciando dopo che ho un tribunale civile mi ha condannata come se io fossi in carnefice di qualcuno, quando ho sempre amato ogni persona, aiutandola spiritualmente e materialmente, mi sento quindi ancora una volta uccisa da un mondo che si crede sano, ma è il vero disabile che non sa sentire la vita, se la sentisse veramente sentirebbe quale immenso dolore i suoi gesti le sue leggi, procurano a noi disabili, che siamo quelli che stanno all’ultimo banco, e guardano tutto, guardano la pazzia di un mondo malato che si sta distruggendo con le proprio mani, perché incapace di vedere e sentire la vita vera, la sola che può salvarlo.Cari Politici, Lei mi chiede il Voto per governare l’Italia, in nome della legalità e la giustizia, e dei diritti e doveri, io Le chiedo invece di mettersi un solo attimo nei miei disgraziati panni, di una donna che non c’è la fa più a sopportare le tremende ingiustizie che il mondo dei sani gli infligge ogni giorno. Se anche Lei non si metterà nei panni, io deciderò di farla finita mi attaccherò al tubo del gas, e metterò fine alle mie pene così nessuno potrà più farmi del male e sparirò da questo paese e da questo mondo così finalmente le ingiustizie finiranno con la mia morte. Questo è il mio grido di dolore, verso di lei, verso le istituzioni, verso la Politica che dovrebbe risolvere i problemi dei cittadini non aggravarli come ha fatto con me e miei compagni di sventura che soffrono come me le pene dell’inferno, della malattia e soprattutto di Voi sani che non sapete apprezzare quanta fortuna avete e ci rendete l’esistenza tanto infernale da voler morire e sparire per sempre dal vostro crudele mondo.Non so cari Politici, cosa penserà di questa lettera piena di dolore, spero che avrà il cuore di rispondermi, di farsi sentire, altrimenti dovrò pensare che Lei è come Tutti gli altri, che parla bene ma poi fugge dai nostri occhi disperati che non chiedono pietà, ma giustizia, una giustizia che fin dall’inizio della mia disgraziata vita mi ha ostacolato in tutto per tutto, invece di darmi la possibilità di vivere come io avrei voluto, ecco perché non c’è la faccio più, questo mondo fa veramente schifo, e io sono stufa di sentirmi sempre dire questo non si può fare, quest’altro non si può fare, mille volte No! che ho dovuto ascoltare in tutta la mia disgraziata esistenza perché a noi disabile ci viene sempre negato il diritto di essere cittadini come tutti gli altri. Oggi quindi una cittadina prigioniera in una carrozzina Le implora aiuto con le lacrime agli occhi, ma con fermezza chiede giustizia, la sola che può farmi ancora decidere di non morire, se Lei non risponderà la mia vita sarà finita per sempre.Di Mascio Maria Cristina e Ludovici Fabio