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Post n°193 pubblicato il 21 Aprile 2014 da micio_gatto2014
Fai un bel respiro, gonfia un po’ i polmoni e lascia affluire un po’ di sangue al cervello, perché agitarti così non ti fa molto onore! Ogni tua mossa è prevedibile e perciò ti fa perdente. Io ti voglio vivente se vuoi competere con me. Se no sei un supernoise qualsiasi. Diventa individuo. Liberati. Fai ciò che vuoi ma fallo come DOVERE interiore di libertà, non come potere esteriore di possibilità o mero arbitrio. Credi nel tuo intuire. Credi in te stesso. Lascia affluire più sangue al tuo emisfero destro. E calmati un po’. Ridi un po’. Autoironizzati un po’. L’uomo psicotico, anche se mentalmente invaso dalla morte, non è però morto. Muore rapidamente in certe forme psicotiche acute, cosiddette tossiche. Muore progressivamente negli stadi avanzati di malattie ingravescenti, quando anche il corpo più non si difende, come accade negli schizofrenici avanzati. Tuttavia riesce a sopravvivere biologicamente, anche per lungo tempo, in alcune psicosi più attenuate come in certe forme deliranti paranoidee. Talvolta l’invasione psicotica nel pensare fa sì che il malato riesca a reagire proprio mediante pensiero, al punto da creare livelli di padroneggiamento che lo portano ad una forma di relativa guarigione, la quale giunge a conferirgli particolari approfondimenti della propria vita pensante. Altre volte invece lo psicotico vede distrutte le sue principali qualità mentali dalla morte stessa (difetto schizofrenico) e termina la sua vita come un essere quasi soltanto vegetativo. (Dal WEB)
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