L'angolo di Ishtar

Miti e leggende trovati qua e la...

 

AREA PERSONALE

 

TAG

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Luglio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 1
 

 

Post N° 3

Post n°3 pubblicato il 29 Ottobre 2008 da io_ishtar


Samhain è il tempo in cui il semestre scuro comincia.
È la fine del ciclo agricolo e della raccolta finale.
Qualunque cosa lasciato nei campi dopo Samhain, è proibito raccoglierlo poichè ora appartiene agli spiriti della natura.
È giunto il tempo di prepararsi per l'oscurità che verrà.
È tempo di concludere qualsiasi commercio non finito in estate, è tempo di saldare i debiti e i crediti ed eventualmente di riscuotere gli interessi.

È una delle due " notti degli spiriti ", l'altra è Beltaine.
È quando il velo fra i mondi si assottiglia e la comunicazione fra noi e le anime erranti dei morti si fa più facile. I fatati e gli spiriti sono particolarmente attivi in questa notte.

Si hanno le visioni e si traggono gli auspici e si fanno le divinazioni.
È egualmente uno dei tanti momenti di onorare e ospitare gli antenati morti.
Le preghiere e gli alimenti sono lasciati sui gradini della porta ed i portelli degli altari sono lasciati aperti e le sedie supplementari sono messe fuori. I focolari sono puliti ed i focolari domestici sono riaccesi da un falò comune sacro che è acceso per sfregamento.
Il dio e la dea patroni di questa festa sono il Dagda ed la Morrigan.


 

Samhain (pronuncia sàuin, ma anche sàun o sevèn) è il termine gaelico, che viene attualmente usato, per indicare la stagione invernale, stesso termine che si usava presso gli antichi popoli celtici, per indicare questa stagione.

A Samhain si celebrava il Capodanno celtico, e poichè il freddo era dominio di Cailleach (divinità irlandese che stava ad indicare una strega divina o una divinità creatrice, dea della terra), i rituali riguardavano il mondo dei morti, attraverso divinazione e narrazione di storie.

L’anno agricolo celtico, iniziava iniziava con Samhain (in novembre), alla fine dei raccolti, quando il terreno veniva preparato per l'inverno.
La vigilia di Samhain (in irlandese Oidhche Shamhna) era tra le festività principali del calendario celtico, probabilmente celebrata il 31 ottobre, e rappresentava l'ultimo raccolto dell’anno.

In questo giorno, spiriti e creature fatate, invitano i mortali a trascorrere insieme un anno sulla collina delle delizie insieme a loro; i druidi invece, scrivevano messaggi, per  i defunti, che poi affidavano al fuoco.

Una antica leggenda irlandese, racconta che tutte le persone defunte l'anno precedente, tornassero sulla terra per cercare nuovi corpi da possedere per l'anno in arrivo.
 Nei villaggi, si spegnava ogni fuoco, per evitare che attirasse gli spiriti maligni e che questi rimanessero nel villaggio: il rito consisteva appunto, nello spegnere il Fuoco Sacro sull'altare e riaccendere il Nuovo Fuoco il mattino seguente.
Questo simbolizzava l'arrivo del Nuovo Anno.

Quando il mattino giungeva, i Druidi portavano le ceneri ardenti del fuoco presso ogni famiglia, la quale provvedeva a riaccendere il proprio focolare domestico.

La migliore spiegazione del perchè  i Celti spegnevano il fuoco, non era quello di scoraggiare la permanenza  degli spiriti maligni, ma perché tutte le tribù celtiche dovevano riaccendere il fuoco da una sorgente comune, il Sacro Fuoco Druidico che era lasciato bruciare nel Mezzo dell'Irlanda a Usinach.

Una antica tradizione popolare, ci racconta che, nella notte di Samhain, si praticavano i riti divinatori per la previsione del tempo, per i matrimoni e per la fortuna per l'anno venturo.

Come spesso succedeva, con gli elementi 'pagani' del cristianesimo, anche alcune feste celtiche passarono nella cultura cristiana, dopo che i romani sottomisero i Celti, e quando, più tardi i cattolici cercarono di convertirli.

Divenne però chiaro alla Chiesa che i Celti, nonostante la loro apparente sottomissione alla cultura cristiana, continuavano ad aderire caparbiamente ad alcuni elementi del loro vecchio credo.
A questo punto alla Chiesa Cristiana, non restò che trasferire la festa di Ognissanti da maggio a novembre, per poterla a questo modo unire, agli antichi riti druidici del 31 ottobre.





 

 
 
 

ISTHAR II PARTE

Post n°2 pubblicato il 27 Ottobre 2008 da io_ishtar
 

Ishtar, regnava anche su tutti i cicli o mesi lunari dell’anno; e la fertilità dell’anno stesso, cioò  tutto quello che era nato durante i dodici mesi, veniva considerato un suo frutto.
Suo figlio, Tammuz, era la vegetazione di tutta la terra.
Veniva chiamato Urikittu, il Verde.
Nella leggenda, col sopraggiungere della virilità, diviene il suo amante.
Anno dopo anno  però, essa lo condanna alla morte, e verso la fine  dell’anno, intorno al tempo del solstizio estivo, egli muore e scende nell’oltretomba.

 In Mesopotamia, il rigoglio primaverile ha vita molto breve, bruciato dal sole estivo, e per questo la morte di Tammuz non avviene in autunno, quando ad esempio da noi la natura entra nella fase del riposo,  ma all’inizio dell’estate.
Alla sua morte, la dea, e tutte le donne con lei, prendono il lutto nel mese chiamato con il suo nome, Tammuz.
Il lutto rituale per Tammuz richiama il digiuno annuale dei lamento per la morte di Adone.

Il lutto di  Ishtar per Tammuz  (o  di Afrodite per Adone) è l’origine mitica del digiuno delle lamentazioni, che costituì un rituale di primaria importanza nella religione della Grande Dea.

A quanto pare esiste una certa corrispondenza con il Ramadan,una delle cerimonie religiose più importanti- dei maomettani, che sembra essere l’antico  lutto per la morte di Tammuz.

Così ogni anno, Tammuz moriva e discendeva negli inferi.

Ishtar e tutte le donne entravano  in lutto per lui, e infine essa intraprendeva il pericoloso viaggio nella terra del Non Ritorno, per liberarlo.

Ishtar, è considerata Regina sia degli Inferi, che del Cielo e della Terra poiché come la Luna, essa passa attraverso i Mondi Superiore e Inferiore.
Quando la Signora Ishtar era via negli inferi, la terra cadeva in un periodo di terribile depressione e disperazione. Durante la sua assenza non poteva essere concepito nulla; gli uomini e gli animali, alberi o piante non potevano riprodursi ed ancora peggio, non lo desideravano neppure. Sembrava che il mondo in toto, fosse sprofondato in una sorta di inattività senza speranza, una specie di lutto in attesa del suo ritorno.

Era soltanto dopo che lei tornava  sulla terra, che la fertilità  e anche il desiderio sessuale, tornavano a vivere.
La seducente dea aveva molti amanti. Era venerata come colei-che accettava-tutto.
Essendo una dea, Ishtar doveva agire secondo la sua natura, e la sua natura era tale che dove essa amava, lì doveva darsi.

Come la luna, non può mai essere posseduta.

È sempre vergine.

Questa concezione della natura della dea, è in deciso contrasto con l’ideale del matrimonio, che vivano divinità come Era. La fedeltà alla parola data è il principio che viene venerato. Nel caso di Ishtar si tratta di fedeltà, non ad un contratto, ma al sentimento attuale, alla realtà come è vissuta nel momento.

 
 
 

ISHTAR I° PARTE

Post n°1 pubblicato il 26 Ottobre 2008 da io_ishtar
 

Ishtar la Grande Madre è nuda, poiché la Verità non ha bisogno di coprirsi di veli.
Sul suo capo spicca l'emblema lunare. Nella mano destra Ishtar ha una coppa, simbolo di gioia e abbondanza perché contiene il nettare della Vita.
Nella sinistra, regge  un fiore di loto,  che nasce sott'acqua ma che diventa di inestimabile  purezza quando sboccia alla superficie. Il significato è dunque chiaro: "Ex tenebris ad Lucem...".
(dalle tenebre alla luce)

La Dea della Luna il cui culto era forse il più diffuso durante l’antichità era proprio lei, la babilonese Ishtar.
Era inoltre venerata in altri paesi, sotto svariati nomi.
E' molto vicina alla dea sumera Inanna.
Era Astarte a Canaan.
Attar in Mesopotamia.
Athtar nell’Arabia Meridionale.
Astar in Abissinia.
Atargatis in Siria.
Astarte in Grecia.
Artemide sembra essere il termine generico, usato per ognuna delle molte manifestazioni di questa grande e potentissima dea.
La divinità conosciuta in Egitto era Iside.

Ishtar è una personificazione di quella forza della natura che si rivela come colei che dà e toglie la vita. Essa è la Madre di Tutti.
Porta gli appellativi di Argentea, Produttrice di Semi, e Gravida.

E’ la dea della fertilità, dalla quale proviene il potere della riproduzione e della crescita per tutto ciò che vive.
Essa divenne la dea dell’amore sessuale e la protettrice delle prostitute.
Esso è Colei che Apre l’Utero, il  rifugio delle madri nei dolori del parto. Tutta la vita emana è lei stessa. piante, animali, esseri umani sono suoi figli naturali.

Ma Ishtar possiede una duplice facciata. Non solo  dispensa la vita ma  la distrugge anche. E’ come la luna, che fa crescere le cose nel suo periodo crescente, mentre quando cala, tutte le cose «sono diminuite e rese infime».
Ma la luna crescente ritorna di nuovo, dopo il periodo di buio. La luce subentra all’oscurità anche quando l’oscurità vince la luce. La Dea della Luna si manifesta di nuovo nella sua fase creativa e benefica. Ishtar, “la via, la vita, la salvezza degli uomini e degli dei; e tuttavia la medesima che è rovina, morte, e distruzione”.




 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: io_ishtar
Data di creazione: 26/10/2008
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ULTIME VISITE AL BLOG

gianfranco752medeadgl13marco.dgl0laghibellinatatytabisluigina.feruglioK.rivLycantroposTrelifeester.petitticalifforaffausto.parizziAqualungJulyssaanna.izzo85
 

ULTIMI COMMENTI

CHI PUò SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963