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Post n°2 pubblicato il 27 Ottobre 2008 da io_ishtar
Ishtar, regnava anche su tutti i cicli o mesi lunari dell’anno; e la fertilità dell’anno stesso, cioò tutto quello che era nato durante i dodici mesi, veniva considerato un suo frutto. In Mesopotamia, il rigoglio primaverile ha vita molto breve, bruciato dal sole estivo, e per questo la morte di Tammuz non avviene in autunno, quando ad esempio da noi la natura entra nella fase del riposo, ma all’inizio dell’estate. Il lutto di Ishtar per Tammuz (o di Afrodite per Adone) è l’origine mitica del digiuno delle lamentazioni, che costituì un rituale di primaria importanza nella religione della Grande Dea. A quanto pare esiste una certa corrispondenza con il Ramadan,una delle cerimonie religiose più importanti- dei maomettani, che sembra essere l’antico lutto per la morte di Tammuz. Ishtar e tutte le donne entravano in lutto per lui, e infine essa intraprendeva il pericoloso viaggio nella terra del Non Ritorno, per liberarlo. Era soltanto dopo che lei tornava sulla terra, che la fertilità e anche il desiderio sessuale, tornavano a vivere. Come la luna, non può mai essere posseduta. È sempre vergine. Questa concezione della natura della dea, è in deciso contrasto con l’ideale del matrimonio, che vivano divinità come Era. La fedeltà alla parola data è il principio che viene venerato. Nel caso di Ishtar si tratta di fedeltà, non ad un contratto, ma al sentimento attuale, alla realtà come è vissuta nel momento. |
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