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« Breve corso di vitaBlhea..... »

Breviario del povero uomo ricco.

Post n°7 pubblicato il 25 Febbraio 2010 da Faccio_le_capriole
Foto di Faccio_le_capriole

Ovvero la ricchezza e (senza accento) la felicità.

 

È una discreta mattina di fine inverno.

L’aria è fresca, ma il sole rende piacevole l’aver portato ad arieggiare i miei neuroni.

Ho le natiche appoggiate al cofano della mia macchina che ho appena spinto, piuttosto imprudentemente, lungo una strada fangosa, addirittura incrociando pericolosamente, un bilico carico di una grossa ruspa, proprio in prossimità del ciglio di un canale.

Guardo l’ampio cantiere che si sviluppa di fronte a me, circondato da reti rosse, gru ed operai.

Un furgoncino sfugge in distanza alzando la polvere. Lo guida l’uomo che ho appena incontrato: quarant’anni, già canuto, movenze da chi possiede un marcato senso pratico. Il capocantiere, mi ha lasciato un caschetto giallo. Indosso i miei scarponcini, che sono l’ideale per camminare agilmente in mezzo ai ponteggi.

 

Dall’altra parte della rete, qualche settimana addietro è crollata una delle strutture in costruzione.

Fortunatamente è accaduto durante la notte, nessuno era presente sul luogo. Nessuna vittima se non qualche tonnellata di cemento ed acciaio accartocciati.

Sono qui per l’oneroso compito di peritare l’accaduto per conto dell’assicurazione del costruttore, in contenzioso con il perito inviato dal proprietario del capannone in costruzione. Si parla di grosse cifre, ritardi, rimborsi per i ritardi, penali, tribunali.

La questione è spinosa ed il mio approccio alla questione dovrebbe essere ascetico.

Nonostante questo dopo circa una mezz’ora sono già nervoso.

Quell’area, ancora sotto sequestro, mi costringe ad attendere un inviato dell’ASL prima di accedervi. Ed anche un vigile urbano. Non un pompiere, ma proprio un vigile urbano…(?)

Sono entrambi in serio ritardo e “la vita del puntuale è un inferno di solitudini immeritate” (Benni).

 

Non amo aspettare. E non amo nemmeno più lavorare, che mi sveglia dalla mia indolenza radicata.

Quindo inganno il tempo usando una di quelle “sofisticate” internet key, proprio una di quelle della pubblicità di Totti e mentre caricano le varie pagine mi guardo il panorama piatto della bassa piemontese.

I soliti giri… la mail personale (vuota) la mail “ufficiale” (colma), il mio blog (desolato), il mio conto in banca on line, il mio conto titoli (bho?), il mio trader on line… Di nuovo mi congratulo tra me e me per i risultati delle ultime “soffiate” di borsa.

Faccio due conti veloci e constato che anche il mio ultimo capriccio motociclistico (una Griso 1200 8V) è stata regalata dallo sciocco oscillare, nell’arco di soli pochi giorni, dei prezzi di mercato dei Blue Chips.

 

Ho anche la moto. Una gran bella moto.

Bene… ed ora?

Sai che ho anche una bella macchina che non ha ancora nemmeno compiuto un mese di vita. Una gran bella macchina.

Quindi ?

Guarda, vedi che i documenti che mi porto dietro sono riposti in un pratico contenitore in morbida pelle di vitellino, cucita dalle abili mani di un artigiano e costata quanto lo stipendio mensile di un qualunque precario medio italiano.

… mph… capisco… e perciò?

La suddetta borsa ospita anche, insieme alle tante inutili cartacce, anche un bel notebook equipollente in costo ad una discreta autovettura utilitaria coreana ai tempi degli incentivi auto.

… certo certo certo…

Ho in tasca un iPhone, il terzo della mia vita visto che i due precedenti li ho scassati… li ho rotti volontariamente: scagliandoli a terra… e nell’altra tasca ho un wallet di gran marca.

… alchè?

Vedi ho anche una bella casa, proprio in centro, anzi è così talmente in centro che è il posto in cui punti il compasso per disegnarlo, il centro… ed è un loft…

… mph…

Guarda che il loft è fico. Proprio fico… e poi guarda che ne ho anche altre di case in giro… sono tutte affittate…

Che stai cercando di dirmi?

Dai… insomma ho anche una bella bicicletta… non la uso, ma è bella… ed un frigo side-by-side… Sai di quelli grandi, all’americana, tutto colorato. E’ praticamente vuoto ma c’è.

Senti, ma esattamente, che cosa mi stai dicendo?

La tele, ecco ho una gran bella televisione di quelle a led 50… 52 pollici forse… non mi ricordo…  tanto non la guardo mai… vedere i film da solo mi mette tristezza. Anche vedere il telegiornale mi mette tristezza, ma quello anche se sono in compagnia…

…Dai prova a sforzarti… non sei così deficiente… almeno credo…

Essu, aiutami anche tu. Insomma… mi è anche capitato di fare sesso un paio di volte. Entrambe belle donne… proprio due belle gnocche…

[La mia Coscienza, si rassegna ed allarga le braccia con fare paziente e di compatimento]…

Ma non le ho mica pagate!?!?! Che hai capito?!?! Non scherziamo!!!!

Quindi? Hai una donna adesso? Intendo dire un amore?

No… io, proprio no, non mi interessa

Ossia nessuna delle due si è più fatta viva?

Bhe una l’ho vista al bar l’altra sera…

E…!?!

Bhè è stata un po’ freddina…

Solo freddina?

No. Insomma, non mi ha cagato, nemmeno di striscio. Insomma non ho una donna, nessuna donna.

Secondo te perché?

Non so. Dovresti chiedere a loro.

Non hai nemmeno un sospetto su quale possa esserne la ragione ?

No, non ho nessun sospetto. Perché dovrei averne? Alla seconda ho anche preparato la colazione e quando è uscita mi ha dato un bacio.

Quindi sono loro ad essere delle gran megere che inspiegabilmente ti usano e poi ti rifiutano?

E va bene, è perché sono una gran schiappa a letto.

È una idea, può darsi…

Ecco , è perché ce l’ho piccolissimo.

Può darsi…

Microscopico!!!

Ok, può darsi… ma io non ne sono affatto sicura.

Perché dici così? Credi che invece me la sia cavata bene?

Questo non lo so. Anzi diciamo che è estremamente probabile che tu sia un pessimo amatore, uno di quelli davvero incapaci al confine tra impotenza ed inettitudine.

Bhè… allora grazie lo stesso. Non servono i tuoi consigli.

[La mia Coscienza incrocia le braccia e mi guarda. Serena e silente]

[Io guardo la mia Coscienza]

[La mia Coscienza continua a starsene con le braccia incrociate a guardarmi. Sempre zitta]

Va bene… allora continua, dai.

Allora posso andare avanti?

Sì.

Sicuro?

SI’… SI’… mmmmmm… Allora per favore continui?

A me hai fatto solo la lista di oggetti che possiedi ed hai inserito nell’elenco anche le donne con cui hai fatto “sesso”.

Partendo da questo presupposto che ti aspettavi ? Che rimanessero affascinate dalla tua conturbante simpatia, dalla maliziosa emotività che ti contraddistingue?

E’? Sì, direi proprio di sì… se non fosse perché le ho affascinate in qualche modo perché sarebbero venute a letto con me. Quindi ?

Prima di tutto considerando come sono sparite, le ragioni per cui sono venute a letto con te sono e restano ragioni loro. Magari sono venute a letto con te solo per attaccarti la scabbia norvegese.

Poi, per dirla tutta, tu, di conturbante simpatia o maliziosa emotività, proprio non e hai. E’ più gradevole conversare con tombino del marciapiedi su cui pisciano tutti i cani della via.

Bene. Vedo che facciamo passi avanti. Adoro la mia misantropia e sono misogino convinto. Sono un cinico.

Tu non sei un cinico: sei solo un povero minchione.

Fottiti

Tu ti stai già fottendo da solo e… Pensavi forse che non me ne sarei accorta ? Togliti subito quell’anello dal dito: sono anni che è morta tua moglie.

[Getto uno sguardo sul mio anulare mancino. Con l’aiuto del pollice muovo la strisciolina d’oro] Già… proprio oggi sono milleduecento giorni giusti giusti.

Ma sei cretino? Tieni anche il conto dei giorni?

 

D’improvviso parcheggia accanto a me una Punto bianca con una striscia verde sulla fiancata. Ne scende un placido un ometto in divisa, che senza alcuna apparente premura cerca il cappello sui sedili posteriori. Poi, con aria bonaria, mi sorride dicendomi: “Le spiace se andiamo subito che ho un po’ di fretta?”

 
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