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Le incredibili storie dell’Ing. Caccola

Post n°9 pubblicato il 09 Aprile 2010 da Faccio_le_capriole

Non mi chiamo ma mi sento una Caccola.

Sono un bell’ometto di chiappa soda ormai inderogabilmente prossimo ai trentasei anni.

In realtà la chiappa non è poi così tanto soda e lo specchio non mi rende più giustizia. Questo accade perché sono molto più bello, ma molto molto più bello, dentro che fuori. Ragion per cui vado in giro con una mia radiografia come sfondo del telefonino. Come unica possibile testimonianza della mia bellezza interiore.

 

La mia esistenza ha dell’incredibile.

Me lo dice sempre la mia prostituta di fiducia, tutte le volte che, mentre mi fumo una gran bella e meritata sigaretta, le racconto qualche mio recente accadimento. Fa poca differenza il fatto che non la abbia mai pagata, neanche una volta e soprattutto non abbia nemmeno mai fatto sesso con lei.

 

Ma la mia vita ha davvero dell’incredibile. Infatti oltre ad essere inutile, spaziosa, insignificante, banale, empia, dissoluta, e… inutile l’ho già detto? È anche piena di stranezze, eventi balordi, situazioni stravaganti e non pochi cazzi amari.

 

Ad esempio, prendiamo in considerazione questo piccolo cameo di Gianpiero, nella mia vita:

Ci conosciamo per caso, mentre lui fa il CTU ed io il perito di una altra parte contrapposta. Invece che litigare chiacchieriamo un po’, ci piacciamo subito e decidiamo di unire le nostre forze per metter su una bella società con un interessante progetto comune (ogni tanto, giusto per ingannare il tempo, lavoricchio anche io). Allora scatta qualche cena insieme, anche a casa sua, la domenica vado giocare con i suoi due figlioletti e capita che mi presenta pure sua cognata, molto single ed ancor più oca giuliva (e pensare che se non fosse stata così giuliva, ma soltanto molto oca, una piccola limonatina gliela avrei anche data, che altro non riesco a fare)

Quindi ci attiviamo e troviamo un ufficio nuovo, bello, grande e luminoso, con addirittura il posto auto in cortile.

Per non farmelo scappare io mi ci trasloco subito, carte cartacce segretaria e scrivania. Pensate che faccio anche qualche colloquio per trovare una tonica e capace segretaria, indispensabile in ogni ufficio che si rispetti. Pertanto seleziono crocchi di giovani ragazze ben attento a che siano intelligenti, titolate, laureate, esperte, poliglotte, dattilografe, cordiali, ma soprattutto sensuali, tettone e, perché no, molto, ma molto porche. Operando in questo modo, l’elenco delle candidate resta lunghissimo senza che riesca ad abbreviarlo in alcun modo.

Poi un pomeriggio la moglie di Giampiero passa dall’ufficio nuovo e mi chiede : “Mi scopi?”. Già, proprio così, telegraficamente, con una sintesi che non lascia spazio a dubbi o perplessità.

Io rifiuto, abbastanza imbarazzato ed impotente come sono. Tre giorni dopo lui mi dice che della società non se ne fa più niente. Così litighiamo anche e ci scatta parecchio vaffanculo.

Ed io, che ora mi trovo un ufficio enorme ed inutile in affitto per due anni e trenta ragazze che mi telefonano quasi tutti i giorni per sapere se ho scelto loro come segretarie, ogni tanto mi chiedo se vale la pena di telefonargli per dirgli che mi sono scopato sua  moglie, anche se non è vero. Però, visto il tipo di moglie che ha, credo che qualcun altro lo abbia già fatto e quindi formalmente cambia poco.

 

Ecco, la mia vita è proprio così ma di certo è un po’ colpa mia, come mi dice sempre la mia prostituta di fiducia, anche se credo di essere l‘unico uomo della provincia a non averla ancora vista nuda ed a gambe all’aria e che mai ci riuscirà.

Vi state chiedendo chi è la mia prostituta di fiducia?

Abita nell’appartamento al piano rialzato e non ho la certezza matematica che faccia la troia di alto (o medio, o basso) bordo, ma ne ho il concretamente il sospetto.

So che, considerato l’amichevole rapporto che ci unisce, probabilmente dovrei chiedere delucidazioni, ma mi sembra poco carino farlo… insomma che le dico: “Ciao Carla (il suo nome di battesimo dovrebbe essere quello anche se sul camapanello c’è scritto Monia che potrebbe essere quello d’arte), ma tutto sto via vai di uomini diversi da casa tua a cosa è dovuto ? Farai mica la bagascia?”

Insomma magari si offende, anche se qualora sia vero.

Insomma mi limito a fare delle domande un po’ meno circostanziate tipo “Che fai nella vita?”. Così lei mi racconta che lavora nel mondo dello spettacolo e che quando sparisce per un paio di giorni senza dare notizie è per una qualche manifestazione artistica o teatrale e non perché aveva un appuntamento per una cavalcata mercenaria ed express in qualche motel sparso per l’Italia.

Poi, insomma, la questione più evidente è data dal fatto che vive sola ed in casa ha due camere da letto. Una abbastanza normale, da ragazza disordinata, con tutte quelle creme e monili inutili sparsi dappertutto, ed un'altra in cui mi ha fatto entrare un paio di volte per montarle per montarle qualche diamine di mobile dell’IKEA, ed un'altra, che non ho mai visto se non di sfuggita, perché sempre chiusa, ma mi è parsa arredata in modo decisamente kitsch. Io non chiedo lei non dice.

Comunque sia, per me, quasi certamente fa la prostituta, che forse è davvero un lavoro come un altro, e mi è abbastanza simpatica.

Ogni tanto capita che mi citofona per fare una passeggiata, ogni tanto condividiamo la mia cena. Ogni tanto ci facciamo una bevutina. E’ venuta a casa mia a vedere le partite della Champions dell’Inter. Il calcio mi è intollerabile, diciamo pure che mi fa proprio cagare, mentre lei è una determinata tifosa. Insomma, si comporta come un buon amico maschio.

 

Insomma, come vedete la mia vita è strana. Le persone che frequento sono strane, io sono strano,  ed oggi, che è un giorno come un altro io sono un po’ più depresso del solito.

 
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