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cultura e politica repubblicana nella sinistra italiana

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Paisiello e gli altri

Post n°54 pubblicato il 23 Aprile 2009 da italiarepubblicana

Nell'ultimo numero della Rassegna Storica del Risorgimento italiano, Antonio Caroccia ricorda come nella biblioteca del Conservatorio di Pietro a Majella a Napoli sia conservata una copia manoscritta del Salvum Domine servum tuum di Giovanni Paisiello. Al titolo seguono tre nomi Giuseppe, Gioacchino e Ferdinando, i primi due dei quali sono cancellati. In realtà si trattava di Giuseppe Bonaparte, di Gioacchino Murat e di Ferdinando iV (poi Ferdinando I ) i quali, a turno, chiedono a Dio la  benedizione , o meglio la chiedono grazia alla musica di Paisiello. La musica rimaneva la stessa anche quando cambiavano i potenti per i quali Paisiello lavorava. Egli si trovò a lavorare per committenti che furono anche in lotta tra loro, ma quasi sempre se ne uscì indenne. Oltre alla sua musica , la cosa più importante per lui sembrava essere la possibilità di crearsi una serena vecchiaia in compagnia dell'amata moglie, e soprattutto cercar di essere lontano da Napoli il meno possibile.   Questo illustre precedente non basta a farci consolare alla vista di quanti pubblicisti, politici e giornalisti sono pronti a cambiar casacca, perchè questi vogliono farci credere di fare quello che fanno per intima convinzione  e per il bene collettivo. Paisiello invece non nascose mai di amare la musica che componeva per quello che essa rappresentava e non perchè fosse particolarmente attratto dal comittente di turno. Forse per questo la sua musica fu grandissima.

 Decisamente meno grandi quanti nel cambiar casacca fingono di crederci.

 

                                                                                Edera Rossa

 
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A proposito di 25 Aprile

Post n°53 pubblicato il 20 Aprile 2009 da italiarepubblicana

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All’avvicinarsi di ogni 25 Aprile tornano gli inviti a manifestazioni di riconciliazione fra tutti gli italiani. Ritengo sia forse da ricordare come la via della  rincociliazione non passa attraverso generici abbrasons nous, ma sia già stata indicata attraverso la creazione di una carta costituzionale che da spazio a tutte le opinioni . Credo vada aggiunto che un’analisi sul passato ci obbliga a fare più conti col presente di quanto solitamente non facciamo.  Il punto è che non credo che il fascismo sia stato una sorta di lunga preparazione a Salò , per cui i caratteri di quel movimento vanno visti unicamente in funzione del momento della violenza e di tutto il resto che quell'ultima fase ha indicato nella coscienza collettiva degli italiani. Il fascismo è stato anche psicologia di massa comportante l'idealizzazione dell'antipolitica, l'esaltazione della furbizia italica. E' stato una continua lode delle qualità del singolo mentre si massificavano le coscienze, è stato un accordo mercenario con la chiesa da parte di un miscredente, nel fascismo si esaltavano alcune delle caratteristiche del carattere degli italiani che credevano che Giordano Bruno per il passato o Matteotti per quello che era il loro presente, alla fin fine se l'erano voluta. Il fascismo è stato il diventar partito di un certo maschilismo da casino, è stato la vittoria dell'italico " si fa ma non si dice", è stato la retorica fatta politica. Per questo, perchè credo che il fascismo non sia stato nella storia italiana solo un improvviso arrivo di briganti come sembrava credere Croce, ma un emergere in un momento di crisi di antichi mali, credo che parlare di fascismo ed antifascismo sia un fare i conti con la nostra storia di sempre. E Berlusconi molti di quei mali li impersonifica in maniera tale da far pensare che esageri per cogliere l'applauso dei peggiori che forse sono i più.

Edera Rossa

 

 

 
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grazie lucrezio

Post n°52 pubblicato il 18 Aprile 2009 da italiarepubblicana

Un grazie a Lucrezio per questo suo messaggio , a cui speriamo ne seguano numerosi altri. un grazie per la sua partecipazione , ma prima ncora un grazie per aver sollevato dei problemi di metodo a cui tutti i repubblicani nella sinistra ( come lui preferisce dire) si trovano a dover dare una risposta. 

Anche con questo modesto blog cercheremo di far proposte che guardino al futuro. Ugo la Malfa sottolineava l'esigenza di fare una politica "di sinistra" e non soltanto "da sinistra"; era l'invito ad una battaglia politica nella quale non basta innalzare una bandiera perchè tutto quello che si fa venga da questa trasformato in qualcosa di valido di per se stesso. Del resto essere repubbliani significa anche credere che le persone hanno una loro nobiltà per ciò che esse fanno e non per il fatto di discendere da magnanimi lombi. E questo vale anche per i soggetti politici.  Siano i cittadini semmai ,  quando ci sarà nuovamente una proposta repubblicana degna di questo nome, a ritrovarvi i segni della nostra storia.

L'espressione Repubblicani nella sinistra non faccia credere, però, che si possano essere repubblicani nella destra. Da quelle parti l'edere si sbiadisce, diventa color pisello, e ben sappiamo quale princicpessino era tanto infastidito di ogni cosa che trovava nel centro-sinistra, quanto ora disponibile a baciare ed a mangiare qualsiasi rospo che viene offerto dal signorotto di Arcore.                                Edera Rossa

 

 
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Saluti

Post n°51 pubblicato il 16 Aprile 2009 da italiarepubblicana

 

Grazie ad Edera Rossa, eccomi qui , per prima cosa un grazie ed un incoraggiamneto agli autori di questo blog, è un ulteriore passettino per trovare, come repubblicani nella sinistra uno strumento di raccolta e di dialogo.

Uso il termine nella sinistra e non di sinistra perchè qui non si tratta di definire un' ala o una fazione , ma un' intera tradizione di pensiero che trova collocazione in questa parte dello schieramento politico. In altre parole io mi sento nell' ala di sinistra dello schieramento italiano con tutto il mio vissuto di repubblicano, anche quando ero più vicino ai conservatori , credo che anche da quelle esperienze possa venire un contributo, per lo meno di confronto con le altre tradizioni di sinistra.

Raccolta e dialogo perchè sento molto il bisogno di essere in contatto con chi ha radici culturali come le mie , ma non per parlare solo di tradizioni, ma per provare ad intepretare il presente con i nostri valori: da quanto tempo nons entiamo un' idea nuova prposta da un esponente repubblicano, sia pure nella modestia delle posizioni che quest' ultimi ricoprono ?

Abbiamo subito l' ondata di liberismo in politica economica , di statofobia come  proposta istituzionale ( lo stato non è la soluzione è il problema, dicevano) , di unilateralismo in poltica estera. dai nostri valori potevano venire risposte in termini di libertà come libertà dalla soggezione e non dall' interferenza come i liberali, di funzione della repubblica per superare l'ineguaglianza ( l' art 3 secondo comma della costituzione discende dalla repubblica romana) , di patriottismo che si congiunge all' amore per l'umanità , contro l'etnicismo e il razzismo, la sopraffazioen della forza...

Ma sono venute più risposte dalle tradizioni cattoliche e socialiste che da noi.

Ma non è mai troppo tardi.

Grazie per l' ospitalità amici

Lucrezio

 

 

 

 
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Auguri Senatrice

Post n°50 pubblicato il 15 Aprile 2009 da italiarepubblicana

in una bella intervista a La Stampa di domenica 12 Aprile, Rita Levi ricorda alcuni dei suoi segreti di una lunga vita che il prossimo 22 Aprile raggiungerà i 100 anni.  Era ancora una bambini quando nel 1918 donne in divisa da bigliettaio sostituivano gli uomini al fronte e lei era così contenta di vedere delle donne in un ruolo solitamente maschile che girava da un tram all'altro.  Una vita dedicata alla scienza ed alla libertà della stessa.    Tutti ricorderanno la canea sollevata contro il voto dei senatori a vita che accompagnò le ultime fasi del governo Prodi, sembrava un problema vitale per la nostra sopravivenza democratica. Oggi sembra che il problema sia completamente inesistente. Personalmente ritengo che seggi senatoriali a vita, come per altro verso cavalierati e commendatizie , ma anche indulti ed amnistie, siano sopravvivenze di poteri monarchici in una Italia repubblicana. Solo che una volta nominati i senatori a vita vanno rispettati per ciò che a quel punto finiscono per rappresentare e per quelle degne persone, ed in questo caso slendide, che essi solitamente sono. Affrontare i problemi quando non sono di attualità, e possono essere affrontati in modo astratto, non rientra, come per tanti altri, nelle abitudini di questo paese.  Come non rientra nelle abitudini italiane avere persone pubbliche come Rita Levi Montalcini che possano guardare con fierezza ed orgoglio ad unsecolo di vita trascorso.   AUGURI SENATRICE

 Edera Rossa

 

 
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