Creato da irlandese76dgl il 13/10/2005

SARO' LE TUE ALI

A come AMORE, L come LIBERTA', I come IDEALI

Post N° 147

Post n°147 pubblicato il 30 Marzo 2006 da irlandese76dgl

IL SOGNO DI EMILY

"Nel centro di Parigi c'e' un negozio che apre a mezzanotte in punto. Lo apre un signore basso, con la barba bianca e un cappellino in testa. Nel suo negozio non c'e' niente che si possa acquistare. Ma c'e' una grande sala, con un divano e brandine
con materasso che occupano tutto lo spazio. Ma chi va in questo negozio? Quelli che non riescono a dormire. Si presentano al signore, gli dicono cosa fanno nella vita. Poi lui ci pensa su un po�, e regala un sogno. Allora i clienti vanno a sdraiarsi sul divano o su un materasso e..." �No, non pu� funzionare� pens� tra s� Emily guardando quello aveva appena scritto, �� una storia banale senza capo n� coda, un�idea cui non riesco a dare il giusto respiro. Non sono proprio tagliata per scrivere favole�.
Si alz� dalla scrivania e avvicinatasi al focolare, gett� il foglio tra le fiamme. Lo guard� incenerirsi piano piano e lasciarsi trasportare dal calore sviluppato dalle fiamme. In un sospiro Emiliy espresse tutta la sua delusione. Rimase in silenzio, solo il bagliore del focolare impediva al buio di inghiottire anche i muri della stanza. Un ronzio scosse Emily, che barcoll� qualche istante prima di riprendere saldamente l�equilibrio. Si guard� intorno, stranita. Quel ronzio, come di uno sciame d�api inferocite, le riempiva la testa. Si sent� pesante e imputando questa sensazione alla stanchezza, and� a dormire. Nei giorni seguenti quella strana percezione si incune� ancora tra i pensieri di Emily, spossandola. In un primo tempo sopport� il fastidio, ma alla fine si fece strada l�ipotesi di una qualche strana malattia e cos� pens� ad un consulto medico. Il dottore la tranquillizz� sostenendo che si trattasse solo di un po� di stanchezza pregressa. Emily allora prese qualche giorno di riposo dal lavoro per rilassarsi un po�, ma il ronzio non scomparve. Anche quella mattina si svegli� con quella sensazione che la pervadeva dalla testa ai piedi. La attendeva un'altra giornata estenuante di lavoro all'ufficio notarile dove, quotidianamente, era subissata da scartoffie e documenti che le impedivano persino di guardare fuori dalla finestra. Quando sedeva alla sua scrivania non esisteva pi� il tempo. Il suo unico�pensiero era quello di archiviare le pratiche con diligenza e rigore. Solo alle otto precise Emily scattava in piedi, l'ora di tornare a casa. Emily sapeva tutto questo ma quella mattina non sprec� nemmeno un minuto per pensarci. Presa la metro, cerc� di distrarsi occupando i 30 minuti necessari per arrivare al lavoro guardandosi intorno. Appoggiando la fronte al finestrino, per vedere luci e pubblicit� scappare dalla sua vista, si accorse di un pezzetto di carta stropicciato, incastrato accanto al poggiatesta. Con un po' di riluttanza lo prese con la punta delle dita e lo lasci� scivolare dentro la borsa senza curarsi di nulla. Qualcosa dentro le suggeriva che non era n� il momento n� il luogo adatto per leggerlo. Il ronzio ricomparve ed Emily non pot� fare a meno di corrugare la fronte e stringere�le labbra in una smorfia di fastidio. Una volta in ufficio, seduta dietro una roccaforte di documenti si mise al lavoro a testa bassa. Era quasi� mezzogiorno quando il ronzio si fece intenso a tal punto che cominciarono a lacrimarle gli occhi. "Devo essermi presa proprio una bella influenza stavolta", pens� tra s� mentre cercava un fazzoletto nella borsa. A tasto, senza staccare mai lo sguardo dalle pratiche, tocc� il foglio accartocciato che aveva raccolto sulla metro. Il ronzio cess� immediatamente. Tir� fuori quel foglietto sgualcito e lo appoggi� con cura sulla scrivania. Lo apr� facendo attenzione a non rovinarlo. Emily si sent� il cuore in gola, il fiato corto, come quando si fa una corsa, dopo che ebbe letto il contenuto di quel foglio. Era imbarazzata, sbalordita e in un certo senso era anche spaventata. "Nel centro di Parigi c'e' un negozio che apre a mezzanotte in punto. Lo apre un signore basso, con la barba bianca e un cappellino in testa. Nel suo negozio non c'e' niente che si possa acquistare. Ma c'e' una grande sala, con un divano e brandine con materasso che occupano tutto lo spazio. Ma chi va in questo negozio? Quelli che non riescono a dormire. Si presentano al signore, gli dicono cosa fanno nella vita. Poi lui ci pensa su un po�, e regala un sogno�. Il resto della pagina era illeggibile, come se l'inchiostro se ne fosse andato dal foglio e avesse lasciato solo una traccia della sua fuga. Emily tacque fino alle otto di quella sera quando, una volta uscita dall�ufficio, decise di fare

una passeggiata. L�aria pungente di dicembre le accarezzava il viso in un gelido sospiro e le faceva ondeggiare i ciuffi di capelli che sporgevano dalla berretta rossa. Camminando senza una meta, visto che i pensieri la tenevano troppo impegnata, si addentr� nei vicoli storici di Parigi, quelli frequentati dai soli abitanti della zona, quelli che a lei ricordavano le fiabe e i voli di fantasia che faceva fin da bambina. A� riportarla alla realt� fu il solito ronzio, acuto come non mai. Quando alz� lo sguardo rimase a bocca aperta. Davanti a lei c�era il negozietto che aveva immaginato da sempre, quello dove lavorava il suo venditore di sogni, quello di cui aveva scritto e le cui parole si erano perse nel fuoco, per poi tornare a farle visita sulla metro. Erano appena le nove di sera ed il negozio pareva chiuso, quando, ad un tratto, la luce di una lampada irradi� la vetrina in direzione di Emily. Sent� lo scatto della serratura e vide la maniglia aprirsi lentamente. Emily fu paralizzata dal terrore. Un volto familiare, quello del suo venditore, con un buffo cappello rosso in testa le sorrise e con cortesia la invit� ad entrare: �Ti aspettavo Emi�. Emily rimase disorientata per qualche istante, impietrita di fronte a quello che fino a pochi secondi prima era solo il frutto dal sua immaginazione."Ce ne hai messo di tempo", le disse il vecchio signore dallo sguardo limpido come i cieli irlandesi, mentre la invitava con un ampio gesto a sedersi ad un tavolo rotondo su cui erano poggiate due tazze di the. "Mi spiace per il ronzio, ma era l'unico modo per attirare la tua attenzione", prosegu� l�uomo, dato che Emily continuava a tacere e fissare incredula l'anziano. La stanza era come l'aveva immaginata, in tutto e per tutto: sedie, brandine, divani, letti compresi. "Tutto bene...io ..credevo, cio� sognavo ma non � vero". La frase che Emily tent� di pronunciare rimase incastrata tra le labbra, come se le parole terrorizzate non volessero uscire e si fossero avvinghiate agli angoli della bocca. Il signore con la barba la fiss� con i suoi occhi azzurri e disarmanti e le sorrise tranquillizzandola: "E� stato cos� anche per me la prima volta che sono venuto qui".
"Come vedi sono vecchio. Ho atteso a lungo che qualcuno prendesse il mio posto,che avesse in s� tutti i sogni del mondo e che volesse condividerli con coloro che hanno perso anche il tempo per dormire". Emily continuava a non capire. "E' triste non avere sogni Emi e tu lo sai bene", prosegu� placido l'anziano signore che aggiunse: "quella pagina che hai gettato nel camino � la chiave di tutto. Ti ho sognata e tu hai sognato me. Era il segno che attendevo. Hai grandi doti di sognatrice". Una lacrima scese silenziosa sulla guancia di Emily senza che lei se ne accorgesse. La goccia, una volta giunta al mento, si stacc� dal suo viso e precipit� sul tavolo diventando una farfalla. L'anziano signore le sorrise ancor pi� lieto e le disse: "Visto? i sogni non muoiono n� possono essere dati alle fiamme". Emily d'un tratto cap� che le cose non accadono mai per caso e che i sogni sono un dono prezioso, che si realizzano solo quando possono essere condivisi. Il lavoro le aveva impedito fino ad allora di comprendere la potenza di quella energia. "Sono felice" bisbigli� Emily al vecchio signore, che le porse la mano e le disse "Io sono felice di donarti i sogni che mi sono rimasti. I sogni sono come un filo d'erba Emi, un piccolo stelo che ha la forza di farsi largo anche tra le pietre. ricordalo sempre". Emily strinse con calore quella mano e si sent� pervasa da emozioni mai provate prima. "Questa � un vita nuova", sent�, ma la voce le giungeva da un luogo indistinto. In un battito di ciglia si rese conto che l'anziano signore non c'era pi�. sul tavolo, di fianco alla sua tazza, l'inizio di un racconto, o di un sogno, che aveva scritto di suo pugno e che credeva ormai perduto: "Nel centro di Parigi c'e' un negozio che apre a mezzanotte in punto. Lo apre una ragazza, si chiama Emily , ha un sorriso splendido e una berretta rossa in testa. Nel suo negozio non c'e' niente che si possa acquistare. Ma c'e' una grande sala, con un divano e brandine con materasso che occupano tutto lo spazio. Ma chi va in questo negozio? Quelli che non riescono a dormire. Si presentano a Emi, le dicono cosa fanno nella vita. Poi lei ci pensa su un po�, e regala un sogno�.

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