Iron and Silk

Oggi sono qui a presentare, secondo la mia umile e modesta opinione, un libro che, per certi versi, capovolge la visione che abbiamo dell'evoluzione umana.
Il libro in questione è “Ishmael” di Daniel Quinn, libro che ebbi al fortuna di leggere parecchi anni fa, ma che tutt'oggi, visti gli argomenti trattati e soprattutto il modo con cui vengono affrontati, risulta di grande attualità ed interesse.Tra i tanti pregi del libro, sicuramente, uno dei più evidenti è quello del coinvolgimento che si ha subito dopo poche pagine di lettura. Senza rendersene conto ci si trova immersi in una serie di interrogativi su chi siamo, su ciò che vorremmo essere, sul dove vogliamo andare, se il mondo appartiene all'uomo o l'uomo appartiene al mondo? e soprattutto se siamo dei “Prendi” o dei “Lascia”. In definitiva, dovete procurarvelo e, possibilmente, anche leggerlo. :-)
Una nota dolente, da imputare al libro, è quella di aver ispirato un film dal titolo “Instinct” con Anthony Hopkins. Il film non si avvicina neanche lontanamente alla trama ed alla profondità dei concetti espressi in Ishmael.
Insomma, se avete letto il libro non guardate il film, ne rimarreste delusi. Se avete visto il film, leggete il libro scoprirete un universo rispetto al libro.

Frammenti di Ishmael:

"Maestro cerca allievo. Si richiede un sincero desiderio di salvare il mondo. Presentarsi di persona."

“La storia della Genesi dev’essere ribaltata. Per prima cosa, Caino deve smettere di uccidere Abele. Questo è essenziale se volete sopravvivere. E subito dopo, ovviamente, dovete sputare il frutto dell’albero proibito. Dovete rigettare, definitivamente e senza remore, l’idea che voi sappiate chi deve vivere e chi deve morire su questo pianeta.”

Byez!

“Dimmi, Hai Bin”, domandai, “quali sono le due cose a cui pensi più spesso, che ti vengono in mente più spesso, che ti piaccia o no?”.
Ci pensò su qualche secondo, grattandosi la testa, poi rispose: “Mangiare e dormire”.
Tanto forte era la mia speranza di riuscire a colmare magicamente il nostro divario culturale che non potevo accettare una risposta del genere.
“Dai, Hai Bin, non può essere vero!”
“Ma certo che è vero! Il cibo della nostra mensa è così terribile che mi fa pensare a casa mia, alla cucina di mia madre. Ci penso in continuazione. Non mi hai sempre detto che anche tu non fai che sognare i tuoi scrollati?”
“Frullati”.
Frullati. E di sera il dormitorio è molto rumoroso, perché gli studenti non fanno che ridere a voce alta e ascoltare Voice of America con le radio a tutto volume; non posso andare a dormire quando ne ho voglia e non riesco a dormire abbastanza”.
Mi resi conto, con grande delusione, che era sincero, e quando fu lui a fare a me la stessa domanda ero piuttosto turbato.
“Be’, Hai Bin, credo che vorrei piacere alla gente, per prima cosa”.
“E l’altra cosa?”
“Vorrei essere molto, molto bravo in qualche cosa”.
“In che cosa?”
“Non ha importanza in che cosa. Vorrei saper fare qualche cosa abbastanza bene da trarne soddisfazione, o da riceverne qualche riconoscimento da parte degli altri”.
Mi guardò incuriosito. “Perché pensi a queste cose?”
“Perché sono importanti, non credi?”
“Si”, disse, “ma sono obiettivi che puoi raggiungere così facilmente! Basta che tu sia gentile e lavori sodo. Dormire e mangiare bene, invece, sono desideri più difficili da esaudire, perché sono cose che non dipendono da te”.

Passo tratto da "La Spada e la Seta" di Mark Salzmann