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Crisi: stipendi a passo dimezzato sull'inflazione e consumi al palo
(ASCA) - Roma, 25 mag - Le retribuzioni, dicono i dati Istat,
sono in crescita in Italia. Ma tengono un passo che non copre
neppure la meta' dell'inflazione. Nel mese di aprile,
infatti, l'indice delle retribuzioni contrattuali orarie fa
registrare un incremento dell'1,4% rispetto ad aprile 2011.
Il tasso annuale d'inflazione calcolato sempre dall'Istat per
lo stesso mese era invece pari al 3,3%. In sostanza, si
riduce ulteriormente il potere d'acquisto degli stipendi,
soprattutto per i dipendenti della Pubblica amministrazione:
la variazione tendenziale nelle loro buste paga e' risultata
nulla, mentre ha toccato appena un +1,9% nel settore
privato.
Parte della ''colpa'' del mancato aggancio statistico tra
retribuzioni e inflazione si puo' imputare ai contratti
collettivi di lavoro in attesa di rinnovo: sono ben 34, di
cui 16 nel settore pubblico, e sono relativi a circa 3,9
milioni di dipendenti (circa 3 milioni nel pubblico
impiego).
E se gli stipendi arrancano, i consumi non possono
correre. Infatti gli ultimi dati, sempre dell'Istat, mostrano
per marzo 2012 l'indice destagionalizzato delle vendite al
dettaglio (valore corrente che incorpora la dinamica sia
delle quantita' sia dei prezzi) in diminuzione congiunturale
dello 0,2%. Su base annuale, c'e' un aumento dell'1,7%, anche
in questo caso ben al di sotto del rincaro tendenziale dei
prezzi al consumo.
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