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Creato da: enzo.decostanzo il 31/03/2010
" Giovani,vi auguro di scaldare il vostro cuore con il calore di un ideale" (Sandro Pertini) isolano,liberale,socialista
Post n°76 pubblicato il 15 Ottobre 2012 da enzo.decostanzo
Eugenio Scalfari, 88 anni, fondatore di “La Repubblica” e de “L’Espresso”, l’ultimo dei Grandi Giornalisti italiani del dopoguerra che ha raccontato la sua giovanile, e perciò fondamentale, esperienza professionale e politica nel libro “La sera andavamo in via Veneto – Storia di un gruppo dal “Mondo” alla “Repubblica” (Arnaldo Mondadori Editore – 1986), nel suo domenicale su “La Repubblica” del 30 settembre 2012 dal titolo: “Come arrivare al dopo Monti in salute” ha affermato a proposito delle cosiddette primarie del centro-sinistra che “Se Renzi vincerà le primarie il PD si sfascerà ma non perché se ne andrà D’Alema o Veltroni o Franceschini, ma perché se ne andranno tutti quelli che fin qui hanno votato Pd come partito riformista di centrosinistra. Non a caso Berlusconi loda Renzi pubblicamente; non a caso i suoi sponsor sono orientati più a destra che a sinistra e non a caso lo stesso Renzi dice che queste due parole non hanno più senso. Hanno un senso, eccome. Nell’equilibrio tra i due fondamentali principi di libertà e di eguaglianza la sinistra sceglie l’eguaglianza nella libertà e la destra sceglie la libertà senza l’eguaglianza. Questa è la differenza e non è cosa da poco. Io sono liberale di sinistra per mia formazione culturale. Ho votato per molti anni per il partito di Ugo La Malfa (il Partito Repubblicano Italiano n.d.a). Poi ho votato il PCI di Berlinguer, il Pds, i DS e il PD. Se i democratici andranno alle elezioni con Renzi candidato, io non voterò perché ci sarà stata una trasformazione antropologica nel Pd, analoga a quella che avvenne nel Partito Socialista quando Craxi ne assunse la leadership, senza dire che Craxi aveva una visione politica mentre Renzi non pare che ne abbia alcuna salvo la rottamazione. Francamente è meno di niente”. Parole durissime e chiare che testimoniano il disagio o l’ira di un “liberale di sinistra” di militare nel “Partito Democratico” alla cui costruzione egli ha dato un contributo fondamentale. Ma Scalfari non dice cose altrettanto importanti e significative della sua stessa vita professionale e politica che è stata un tutt’uno. Scalfari è stato “socialista”. Quando alla fine degli anni ‘ 60 scoppiò lo scandalo dei servizi segreti del Sifar e “L’Espresso” condusse la grande campagna a difesa della democrazia repubblicana Pietro Nenni , segretario del PSI, offrì a Scalfari e Jannuzzi una candidatura al Parlamento. Scalfari è stato deputato del PSI dal 1968 al 1972 e nelle elezioni del 1972 non fu rieletto. Riceve per questo suo mandato parlamentare una pensione di 2400 euro mensili che ha dichiarato di voler rinunciare ma gli hanno risposto dagli Uffici della Camera che non è possibile. “La Repubblica” nel 1976 nacque soprattutto come giornale “socialista” con l’obiettivo di realizzare una sinistra riformista in Italia sul modello del Partito Socialista francese di Francois Mitterrand capace di trasformare i comunisti in “socialdemocratici” al pari dei “liberali di sinistra”. Scalfari avvertì prima degli altri, probabilmente, il “mutamento antropologico” del PSI di Craxi che divenne un partito di “nani e ballerine” come lo definì il socialista Rino Formica ed individuò nel PCI di Berlinguer la forza della sinistra capace di ereditare il riformismo della tanto sognata “Terza Forza” laica e “liberale di sinistra” che lui aveva progettato proprio con Mario Pannunzio, il mitico direttore de “Il Mondo”, quando “la sera andava in via Veneto” con i suoi amici de “Il Mondo” negli anni ‘ 50 e ‘ 60. Credo che l’unica possibilità di un rinascimento della “sinistra” in Italia è quella di definirsi “SOCIALISTA” nel significato che gli dava Carlo Rosselli. Bisognerebbe attuare una grande campagna di divulgazione del libro “Socialismo Liberale” di Carlo Rosselli pubblicato a Parigi nel 1930 in francese dal fondatore di “Giustizia e Libertà” ucciso dai fascisti francesi sette anni dopo con il fratello Nello a Bagnoles sur l’Orne. Aveva solo 38 anni quando è stato ucciso. Ne aveva 31 quando ha scritto il libro, quando ha teorizzato un liberalismo compatibile con il socialismo e senza il comunismo ed il marxismo. Ma chi era questo “eretico” sia del liberalismo che del socialismo? Come poteva definire se stesso con un termine solo? Avrebbe dovuto dirsi come oggi fa Scalfari “liberale di sinistra” o “socialista di destra”? Casamicciola, 12 ottobre 2012
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