FERNANDO ZORZELLA

Dal cuore alle parole!!!

Creato da FernandoIR il 14/04/2011

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150 MILIONI DI EURO – IL ROMANZO : 1° PUNTATA

Post n°6501 pubblicato il 04 Gennaio 2021 da FernandoIR
Foto di FernandoIR

Questo è un  romanzo scritto interamente da Zorzella Fernando e presentato a puntate qui sul blog.

Le puntate usciranno in maniera casuale.

IMPORTANTE : RIBADISCO IN MODO CONVINTO E PRESSANTE CHE i nomi di persona, gli edifici, le vicende, le situazioni, tutto il romanzo è frutto di PURA PURA PURA fantasia e non ha nessuna nessuna nessuna attinenza con la realtà.

I luoghi sono reali, ma le storie no.

TESTO DELLA PUNTATA

Eccomi qua, pronto a raccontarvi e a farvi da narratore in questa nuova storia.

E’ Martedì 8 Gennaio 2019.

Ci troviamo al cimitero di Siriate, dove sono in corso i funerali dei genitori di Andrea Sganzarotto.

Gli operai del Cimitero stanno facendo scendere, proprio ora, le bare nella tomba di famiglia.

Il clima è teso e cubo, tutto il paese è presente, per stare vicino e sostenere in questo momento il nostro protagonista, che tutto si meritava tranne questo.

Qualche giorno fa a causa di un incidente stradale i genitori sono usciti di strada e hanno perso la vita.

La famiglia Sganzarotto è da sempre a disposizione degli altri e fortemente impegnata nel volontariato.

Andrea ha 35 anni è ingegnere civile, alto 1 metro e 80, capelli neri, occhi verdi, di bella presenza, fisico palestrato, abita nella villetta singola dei genitori, è amante dello sport, della vita all’aria aperta, del suo lavoro e delle donne.

Non ha rapporti sentimentali fissi, lui dice che di un rapporto con una donna bisogna assaporare solo il lato bello.

Alla gente dice sempre che non si sente pronto per un rapporto stabile.

Per le sue qualità è uno scapolo molto ambito in paese.

Guarda gli occhi della gente che ha vicino, che a loro volta incrociano i suoi per cercare di capire i bisogni di questo momento, nascosti dalle lacrime.

Il funerale segue il suo corso e alla fine, Andrea, saluta tutti gli intervenuti all’entrata del cimitero.

Lui cerca di far forza agli altri e di dimostrarsi forte davanti anche a questa prova.

Arrivato a casa sente la solitudine, nascosta in un silenzio profondo.

Inizia una nuova storia, è come vivere in un limbo, non capisce, cerca risposte: perché è capitato questo incidente? Perché a Lui?

Lui che è sempre stato un servo fedele di Dio, un cavaliere templare si ama definire, perché questo a Lui? Vivere o morire?  Sicuramente vivere, ma per chi per cosa?

Occorreva ricostruirsi una vita, occorreva vivere ed andare avanti, ma seguendo quali progetti e quali obbiettivi?

Lavora per architetti e vari studi di ingegneria in proprio, ma decise di prendersi un periodo di tranquillità per staccarsi da tutto e da tutti.

Ogni giorno Don Pietro Fascinbeni lo andava a trovare a casa per andare a rincuorarlo.

Un giorno disse Andrea al Parroco: “Io mi sono sempre definito un servo di Dio, ma tra me e Dio ora è iniziata una guerra e la miccia, il primo attacco non l’ho di certo scagliato io, ma Dio.”

Don Pietro rispose: “Dio non c’entra in tutto questo. Dio è la strada per ritornare a vivere, per la vita. Non devi parlare così Dio non ce l’ha personalmente con nessuno.”

Andrea: “Poteva pensarci prima, certe cose a chi ti ama non le devi fare.”

Don Pietro: “Arriverà il giorno che Dio ti farà capire cosa vuole da te e tu capirai che quello che hai detto è stato sbagliato, perchè non se lo meritava.”

Andrea: “Vuole dire che io dovrei stare ad aspettare ciò che mi riserva Dio?”

Don Pietro: “Per una volta si.”

Andrea: “Per una volta?”

Don Pietro: “Si Andrea per una volta si! Tu hai sempre deciso per la tua vita, per una volta lascia decidere a Dio, e resta in suo ascolto.”

Andrea: “Io mi sono sempre dedicato a Dio!”

Don Pietro: “Lo so, sappiamo tutti che tu sei sempre presente, ma forse Dio ha dei progetti nuovi per te. Pregalo e rimani attaccato a Lui!”

Passarono i giorni, almeno 3 settimane, Andrea stava cominciando a vivere nella sua quotidianità, ma sentiva di aver bisogno di un vero slancio, così decise di procrastinare la sua assenza dal lavoro per un altro mese e programmò un soggiorno in montagna in alta quota, perché pensava che immerso in lunghe passeggiate di sicuro avrebbe sistemato tutto e avrebbe dato slancio alla vita.

La notte prima di partire andò a passare un po’ di ore in un night club, dove lavorava una sua amica, Sonia, che ad una certa ora lo seguì in una camera d’albergo.

In questo periodo Andrea, non voleva le solite amiche, perché, avrebbero voluto parlare del suo lutto e lui di certi discorsi non ne voleva sentire parlare.

Con Sonia passò una bella notte.

A mattina dopo averla pagata, la salutò e se ne andò.

Pur essendo una prostituta, Sonia aveva fatto colpo su Andrea che la considerava una vera amica, con cui confidarsi.

il loro rapporto non era più un rapporto da prostituta a cliente tanto che qualche volta Sonia non lo faceva neanche pagare.

Arrivato a casa si fece una bella doccia, era ancora assonnato, ma volle partire lo stesso per la montagna.

In viaggio ricevette la telefonata di Ketty che gli disse: “Andrea sei partito allora?”

Andrea: “Si sono in viaggio, ho intenzione di mettere in gioco tutta la mia vita, tornerò un uomo nuovo.”

Ketty: “Ti auguro di cuore che tu raggiunga il tuo risultato ………….. Se ho tempo ti vengo a trovare per vedere come stai! ………….. Io e Marco ti aspettiamo.”

Andrea: “Grazie ci conto, lo sai che la tua compagnia mi fa molto piacere e poi mi piace confidarmi con te e con Marco.”

Ketty aveva un debole per Andrea, ma naturalmente, lo nascondeva molto bene perché era sposata con Marco

Ketty: “Non pensare in negativo, ma solo in positivo dai vedrai che la vita prenderà una buona piega il prima possibile.”

Appena salutato Ketty, mentre viaggiava, ricevette una telefonata da Paolo, un suo buon amico, che lo incoraggiò ad essere più positivo e a concentrarsi sulla ripresa.

Tutti volevano rivedere l’Andrea di sempre.

Il viaggio andò benissimo, arrivò in Val Badia, nella malga che aveva affittato per l’occasione, che si trovava vicino ai boschi e lontano dai centri abitati.

Era il tipico posto dove di notte se non c’è la luna, l’unica luce che si vede è quella della malga.

I giorni trascorrevano bene, Andrea rifletteva su tutto e mattone dopo mattone rimetteva a posto tutta la sua vita: “Farò così, dirò così, mi comporterò così”, diceva, una un’analisi introspettiva molto meticolosa di se e di quello che lo circondava.

Una cosa, però, si era dimenticato, ovvero di far pace con Dio, quel Dio che sempre aveva servito e che ora voleva tenere lontano.

Un giorno Andrea si svegliò, come sempre presto, e come sempre partì per la sua passeggiata quotidiana.

Il tempo era in cambiamento, da soleggiato stava diventando sempre più nuvoloso e tempestoso, ma non scoraggiò Andrea a proseguire la salita verso la cima del monte.

Un monte che era completamente circondato dal bosco tranne la sommità che era coperta da un prato.

Mentre risaliva la montagna cominciò a piovere, e l’intensità aumentava sempre di più, tanto che Andrea decise di uscire dalla strada e risalire la montagna dal versante, diretto verso la cima.

Voleva assolutamente raggiungere l’obbiettivo che si era prefissato quel giorno, lo viveva come un punto vitale per la sua rinascita.

Sentiva sempre di più la paura montare, il sottobosco era fitto, il terreno sconnesso e le radici degli alberi rendevano assai difficile la salita.

Mancava ancora molto, quando cominciò a sentirsi attanagliato dalla stanchezza, ogni tanto con il piede faceva un qualche passo falso, che gli provocava un intenso dolore alle gambe.

Una voce proveniente dal bosco tuonò con un tono assordante: “Amerai il tuo prossimo.”

Andrea terrorizzato si fermò e si voltò indietro,ma non c’era nessuno.

Era giorno, ma le nuvole avevano diminuito molto la luminosità nel bosco che appariva un po’ tetro.

Proseguì la risalita e la voce ripete: “Amerai il tuo prossimo!”

Andrea urlava chiedendo chi fosse e cosa volesse.

Cominciò a correre verso la cima come se scappasse da qualcuno.

I fulmini cominciarono a cadere incessantemente, molto vicino a lui, tanto che a causa di uno di questi cadde rovinosamente.

Si inginocchiò, girato verso la sommità, era tutto inzuppato d’acqua e dolorante.

Quando si rialzò per proseguire la salita la voce tuonò ancora: “Amerai il tuo prossimo!”

Andrea si chiedeva dentro di se chi fosse e cosa volesse da lui.

Sarà Dio in persona?

Un angelo?

Si sentì di rispondere a quella domanda, che non comprendeva se era reale o immaginaria con un fortissimo: “Si, si, si, sono qua e farò quello che vorrai.”

Ad un certo punto una forza lo investì, e lo ricaricò improvvisamente.

Da dietro la schiena percepiva la presenza di due mani che lo spingevano per risalire velocemente, lo tenevano quando inciampava e lo riscaldavano.

Camminando proseguì la risalita e arrivato nella sommità, cadde e perse i sensi.

Durante il sonno fece molti sogni e tra questi sognò 6 numeri.

Erano le 12.00 quando si svegliò, e aprendo gli occhi fu accecato dal sole.

 
 
 
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