FERNANDO ZORZELLA

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VENNE IL GIORNO : IL ROMANZO : 1° PUNTATA

Post n°6510 pubblicato il 11 Gennaio 2021 da FernandoIR
Foto di FernandoIR

Questo è un  romanzo scritto interamente da Zorzella Fernando e presentato a puntate qui sul blog.

Le puntate usciranno in maniera casuale.

IMPORTANTE : RIBADISCO IN MODO CONVINTO E PRESSANTE CHE i nomi di persona, gli edifici, le vicende, le situazioni, tutto il romanzo è frutto di PURA PURA PURA fantasia e non ha nessuna nessuna nessuna attinenza con la realtà.

I luoghi sono reali, ma le storie no.

TESTO DELLA PUNTATA

Nicola stava bevendo il suo solito bicchierino di Brandy serale, in salotto, seduto nel suo divano di pelle nera, mentre leggeva uno dei primi libri comperati quando aveva cominciato ad appassionarsi alle sue ricerche aliene, scritto da Zecharia Sitchin dal titolo “La Bibbia degli Dei”.

Lo appassionava sempre, anche se ormai lo conosceva a memoria.

Un libro che racconta come la civiltà umana fosse frutto di una metamorfosi genetica, messa in atto da una comunità alliena venuta sulla Terra per sfruttarla, milioni e milioni di anni fa.

Questo libro analizzava e sviscerava questa ipotesi ripercorrendo gli scritti della Bibbia Cristiana e di altri libri religiosi comunemente usati; dove, secondo Sitchin, erano ampiamente scritti gli incontri tra gli Dei Allieni e le persone umane.

Chiuse il libro nel punto in cui Dio dettava i dieci comandamenti a Mosè, chiedendosi: “Ma se Dio era uno solo, come ci vogliono far credere, per quale motivo si era scomodato a dire e comandare a Mosè: “Non avrete altro Dio all’infuori di me! Come può un Dio sentirsi minacciato da un oggetto o un simbolo, come può essere un toro d’oro o altro a metterlo in crisi? Non è che veramente c’erano altri Dei sulla Terra e quel Dio voleva essere l’unico per Mosè?”

Poi riflettendo, e valutando altri credi e altre religioni, pensò che forse ci era capitato il Dio più buono e misericordioso.

Fatto stà, che portandosi davanti ad una finestra ed osservando le stelle, si mise a riflettere, sul fatto che se fossero veramente ritornati gli alieni descritti da Sitchin, come sarebbero stati?

Come si sarebbero comportati con il genere umano?

Loro ci avevano creato, forse, e noi potevamo veramente essere pronti a distruggerli?

Si mise il pigiama e facendo un sorriso se ne andò a letto a riposare.

Il cielo quella sera dava il meglio di se, le stelle erano di un brillante incredibile, sembravano vicinissime e raggiungibili.

Nicola assieme a Paola, Mirko e Tiziana erano 4 ragazzi, ingegneri aereospaziali, che pur di avere un contratto di lavoro, avevano accettato di lavorare al “Centro di Intercettazione Spaziale” , del CNR Italiano, sito in una delle colline poste attorno ad Enna.

Uno di quei centri che a causa dei tagli aveva subito molti ridimensionamenti, tanto da diventare un progetto di basso livello, poco finanziato, ma comunque ancora attivo grazie ai nostri 4 temerari.

Nicola aveva 40 anni, era il responsabile, alto 1 metro e 75, fisico asciutto, capelli corti neri e occhiali da intellettuale secchione della classe.

Paola aveva 36 anni, alta 1 metro e 70, capelli castano scuro mossi e lunghi fino al sedere, corpo modellato splendidamente dalla bici che praticamente usava piùà della macchina.

Mirko era il più giovane del gruppo, 32 anni, il tipico smanettone del pc, alto 1 metro e 80 asciutto e magro, sembrava che il grasso nel suo corpo non esistesse.

Tiziana, la fotomodella, la ragazza immagine del Centro, 35 anni, per 1 metro e 75 di altezza,

corpo formoso e ben disposto.

4 ragazzi che ascoltavano i suoni dello spazio come se fossero la migliore melodia mai ascoltata.

Il centro era formato da una parabola gigantesca, da qualche antenna di supporto, da un edificio di 3 piani da 300 metri quadri ogni uno.

Una vera bomba tecnologica, per svolgere bene il loro lavoro i nostri ragazzi avevano a disposizione il meglio del meglio della tecnologia.

Mirko e Tiziana, avevano anche sviluppato un software che le persone da casa potevano scaricare per mettere i propri pc domestici in rete ed ampliare maggiormente il potere di calcolo del centro stesso.

In cambio di questo sforzo, le persone a casa ricevevano sul pc via mail foto in alta risoluzione dello spazio aggiornate settimanalmente con le relative descrizioni.

A Verona, infatti, si era formato un vero e proprio gruppo cultore del tema capeggiato da un’appassionata di nome Siriana, una laureata in scienze politiche, alta 1 metro e 65, capelli lunghi neri lisci, magrolina, ma molto simpatica e precisa.

Sono le 9.00 del 10 Ottobre 2014, una splendida giornata di sole siciliano che riscalda bene l’aria e fa sentire tutti ancora in estate.

I nostri 4 amici si sono appena posizionati ai loro posti di combattimento e come sempre si comincia con un controllo alle registrazioni effettuate in automatico nella notte.

Paola è alla postazione che verifica realmente se ci sono state registrazioni di impulsi di qualunque tipo, Tiziana è alla postazione che controlla tutto ciò che ha registrato di fisico e concreto il radar, Mirko è l’analista del segnale quindi entra in azione se un segnale viene captato veramente e Nicola dirige il tutto come un capitano di una nave stellare.

Tutti sono intenti ai loro lavori e a controllare.

Paola: “Ragazzi, attenzione alle 3 e 23 della notte. Ho un impulso chiaro.”

Tiziana: “Verifico ……….. E’ proviente da Sirio.”

Mirko: ”Ma dai, ragazze, state calme sarà la solita scoreggia spaziale, e niente di più, verificate bene!!”

Paola: “Scoreggia spaziale un cavolo me lo da come un segnale informatico chiaro.”

Nicola sempre composto nella sua postazione: “Sarà qualche segnale di qualche satellite in avaria, Mirko, analizzalo bene.”

Mirko: “Vi avverto che questo è il segnale 250 che scambiate come segnale extra terrestre ed è una scoreggia spaziale.”

Nicola: “Mirko per piacere, siamo qui per questo!”

Mirko: “Ok capo.”

Mirko, inserisce il segnale nell’analizzatore di bande di frequenza, che ha lo scopo di valutare se il segnale è paragonabile a un qualsiasi segnale emesso da un trasmettitore terrestre.

Dopo qualche minuto Mirko si alza in piedi deglutendo più volte e cupo in viso: “Ragazzi il computer mi da il segnale come non terrestre. Da dove viene Tiziana?”

Tiziana: “Da Sirio proviene, guarda ti elaboro la mappa sullo schermo grande.”

Dopo un minuto, tutti sono in piedi in preda al panico.

Nicola: “Non è mai successo, una cosa del genere, di solito anche l’eleborazione della mappa era fumosa, ma questa ……… questa è chiarissima. …….. Aspettate però ad esaltarvi, potrebbe essere un segnale captato da qualche sonda spaziale lanciata qualche tempo fa, in fondo tra sonde su marte, intorno alla luna e altro lo spazio è pieno. Controlla meglio Mirko.”

Paola: “Attivo la procedura XX SPACE?”

Nicola: “Si potrebbe, fare, brava Paola, hai un’ottima idea. Qui le indicazioni ci sono tutte.”

La procedura “XX SPACE” era una procedura complicata, con cui il laboratorio si agganciava ai radar dei robottini spediti su Marte e verificava se loro a quella distanza avessero captato qualche segnale.

Era una procedura che liberamente i nostri amici potevano attivare da soli.

Nicola: “Si dai attivalo e vediamo che risposte ci da.”

Tiziana: “Quanto ci mette ad arrivare la risposta?”

Paola: “Tre ore.”

Mirko: “Fino a che non arriva la risposta, faccio delle altre verfiche.”

Nicola: “Ok continuiamo il lavoro, ed aspettiamo la risposta.”

La giornata lavorativa, si svolgeva bene o male sempre con questi ritmi, a volte più intensi e a volte più leggeri. Nel centro c’era una zona cucina dove andavano per prepararsi un caffè o mangiare a mezzo giorno, e vari uffici, che usavano un po’ per rilassarsi un po’ per svolgere delle mansioni loro personali o per studiare.

Erano abbastanza liberi, di organizzarsi il lavoro come volevano, visto che come abbiamo detto come progetto era stato declassato.

Ogni tanto Nicola, doveva recarsi a Palermo, dove c’era la direzione generale del centro per relazionare sul lavoro svolto, ma anche in questo caso si tratatva sempre di cose abbastanza routinarie.

Ma che rapporto c’era tra i quattro, oltre al rapporto di lavoro?

Erano tutti e quattro fisicamente belli ed attraenti, accattivanti e con doti molto spiccate ed affascinanti, ma per non rovinare il buon rapporto di lavoro, avevano cercato di tenere sempre lontana la possibilità di trasformare il loro rapporto di amicizia in qualcos’altro.

Avevano cercato di trovare l’amore fuori dal gruppo, ma senza trovarlo, perché comunque si sentivano molto legati e avevano difficoltà ad aprirsi con persone esterne.

Ai nostri tempi lo chiamano pluriamore, ovvero quei rapporti d’amore di gruppo, in cui si sta un po’ con l’uno un po’ con l’altro a giorni, senza gelosia ne rancori, ma tra i quattro l’aspetto legato proprio all’amore era stato sempre tenuto a freno.

Mentre si trovavano in cucina a bere un buon caffè preparato da Paola, l’allarme del centro suonò, avvisando che era arrivata la risposta da Marte.

 
 
 
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