FERNANDO ZORZELLA

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Creato da FernandoIR il 14/04/2011

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REVOLUTION – IL ROMANZO : 8° PUNTATA

Post n°6550 pubblicato il 16 Febbraio 2021 da FernandoIR
Foto di FernandoIR

Questo è un  romanzo scritto interamente da Zorzella Fernando e presentato a puntate qui sul blog.

Le puntate usciranno in maniera casuale.

IMPORTANTE : RIBADISCO IN MODO CONVINTO E PRESSANTE CHE i nomi di persona, gli edifici, le vicende, le situazioni, tutto il romanzo è frutto di PURA PURA PURA fantasia e non ha nessuna nessuna nessuna attinenza con la realtà.

I luoghi sono reali, ma le storie no.

TESTO DELLA PUNTATA

Il convoglio degli Orsi Neri si fermò a 5 chilometri di distanza, poi cominciarono a girare attorno al fortezza, posizionandosi in modo tale da bloccare le vie che portavano a Prima Donna, finché non l’accerchiarono del tutto, bloccandola nel mezzo. La gente attorno alla fortezza scappò terrorizzata o dentro la fortezza o lontano perdendosi nella pianura.

“Cavoli ci stanno tagliando fuori dal mondo, siamo in trappola.”, disse Sirena, il Sindaco di Prima Donna, “Qui dentro non entreranno mai, allertate tutte le soldatesse che si portino alla loro postazione di difesa, qui dentro non dovranno mai entrare.”

Gemma disse: “Qui ci toccherà arrenderci e metterci con quei bifolchi ……… Ma è possibile che degli uomini pensano di mettere in piedi una cosa del genere per avere delle donne, e obbligarle a fare figli?”

Sirena: “Quando c’è crisi estrema noi donne veniamo sempre usate come oggetti e per di più ci dobbiamo sottomettere, ho creato Prima Donna perché nessuna dico nessuna sia usata come oggetto in questo momento, e ti giuro Gemma che nessuna donna verrà presa e portata via da Prima Donna.”

Gemma: “Io ho molta paura.”

Sirena: “Gemma vai al tuo posto lanciarazzi e sfoga la tua rabbia centrando i veicoli che si dovrebbero avvicinare.”

A Genesi, la sera Filippo trovò Elena e si fermarono a parlare.

Elena: “Non è ancora ritornato il convoglio di William, speriamo che abbiano trovato Roberta.”

Filippo: “Chissà perché non sono ancora tornati?”

Elena: “Potrebbero avere trovato di tutto, speriamo che non le sia successo niente di male.”

Filippo: “Ti posso offrire qualcosa in tenda?”

Elena: “Certo, ok?”

Arrivati in tenda, parlarono e parlarono spettegolando di tutto, se la intendevano proprio.

Filippo: “Sarebbe il momento che nella comunità nascessero nuovi amori e nuove storie a lieto fine.”

Elena: “La serenità vuol dire tanto, se sei sereno ti dedichi a queste cose, tu come ti senti Filippo?”

Filippo: “Ma cosa vuoi, io a volte mi sento sereno e a volte drogato, anestetizzato, mi chiedo spesso cosa è diventato questo mondo, come vivono i superstiti fuori da qua, se ci sono altre comunità come noi e perché non riusciamo a metterci in contatto con loro.”

Elena: “Sembra che siamo circondati dal peggio che potesse uscire da questa catastrofe e sembra che siamo gli unici nei dintorni così sviluppati. Verona è completamente rasa al suolo e quelli che sono sopravvissuti chissà dove se ne sono andati.”

Filippo: “Per Verona è stata la fine del mondo vera. Tra il terremoto, le inondazioni, gli incendi. Se ti ricordi la cittadinanza era stata chiamata dentro l’Arena per una grande festa della città, mai fatta prima e l’Arena quel giorno è crollata completamente uccidendo tutti. ………. Non mi ci fare pensare dai.”

I due chiacchierando si avvicinarono molto intimamente, e Filippo viveva stranamente questa sensazione perché, lui desiderava Jenny ed in modo tutto imprevedibile stava nascendo qualcosa tra loro due. Sentiva come tradisse qualcuno che però non gli apparteneva. Decise di lasciarsi andare con Elena e lasciare che le chiacchiere lo portassero chissà dove, magari verso Elena.

Il convoglio di William tornò a notte fonda, ma non venne svegliato nessuno.

All’indomani davanti ai portoni di Prima Donna un emissario degli Orsi Neri venne per portare una missiva, ed urlando chiese di parlare con il loro capo. Avendo sventolato anche la bandiera bianca, uscì una delegazione con a capo Sirena, per ascoltarlo.

L’emissario spiegò, che era stato inferto un embargo completo a Prima Donna, che si sarebbe aperto solo se loro avessero accettato di unirsi alla comunità degli Orsi Neri, e avessero accettato le loro leggi in tutto per tutto. Ebbe la pazienza di rispiegarle alle donne di Prima Donna e di spiegare tutti i vantaggi che avrebbero tratto nel seguirli.

Dopo aver finito di ascoltarlo, Sirena sfoderò la sua pistola e sparò in pieno petto all’emissario, uccidendolo sul colpo, sapendo comunque che non era proprio un gesto morale da fare in guerra e disse: “Gli animali come lui e i suoi compari vanno trattati così ……… ora rientriamo e facciamo vedere di che pasta siamo fatte noi. …….. Lasciate questo ad essiccare qui fuori al sole.”

Rientrarono e spararono qualche cannonata per far capire agli Orsi Neri che non avevano intenzione di scherzare.

A Genesi, William spiegò tutto al Consiglio, di cosa aveva trovato in quel luogo e del fatto che al Villaggio degli Orsi Neri c’era stata una vera battaglia, quindi era realmente possibile che ci fossero 2 fazioni bene armate, e che si davano battaglia, e se questa fazioni fossero ostili entrambi sarebbe stato comunque un grosso problema per Genesi.

Consigliò di istituire una sorta di postazione sentinella con una ventina, massimo trentina di uomini in zona Legnago, dove si apre la pianura, per scrutare e controllare che non arrivasse nessuno da quella parte con intenzioni ostili.

Il Consiglio accettò l’Idea  e si diede il nome all’avamposto di Guardia Legnago, era il primo distaccamento di Genesi, era la prima espressione con cui Genesi faceva capire pesantemente che aveva tutta l’intenzione di riportare la normalità nell’area.

L’avamposto sarebbe servito inoltre per raccogliere nuove persone da portare a vivere a Genesi per offrire maggiore protezione.

Jenny risolte alcune faccende, aveva passato il pomeriggio con Jonathan che era venuto alla comunità a posta, ma per la sera si dovettero lasciare.

Mentre tornava a casa, Jonathan incontrò Angelica che insistette per accompagnarlo a casa per fargli compagnia.

Arrivati, Angelica vide che lui stava male e gli chiese: “Jonathan che hai?”

Jonathan: “Mi viene da vomitare sto male.”

Angelica attese che lui risolse le sue urgenze e poi lo aiutò a sdraiarsi a letto, e disse: “Ti faccio un the caldo al limone?” e lui rispondendo acconsentì.

Bevuto il thè Jonathan chiese gentilmente ad Angelica di andarsene ringraziandola, era stanco e aveva bisogno di riposo e tranquillità.

Il mattino seguente Elena, mentre era ancora a letto, sentì Filippo chiamarla da fuori, chiedendo di aprirgli perché aveva portato la colazione ed aveva l’intenzione di consumarla assieme a lei, con l’intenzione di creare un momento un po’ rilassante in mezzo a tutto quel marasma.

Si prospettava una giornata dura perché c’era da organizzare e realizzare sia la missione che avrebbe costruito l’avamposto Guardia Legnago, sia la missione per liberare Erik ed i suoi, che più di missione si trattava di una vera e propria guerra.

William, radunò l’esercito e fece un lungo discorso propedeutico per preparare la spedizione. Rispiegò ampiamente tutto quello che conosceva sugli immortali e come bisognava fare per ucciderli, spiegò come ci si doveva comportare se si sarebbero trovati davanti dei propri amici e spiegò cosa bisognava fare in caso che ci fossero feriti in mezzo a loro o addirittura morti. Poi corsero tutti ai loro posti per prepararsi.

Jenny trovò il tempo per andare da Jonathan, e lo trovò mezzo moribondo, così ritornò di corsa a Genesi per procurare farmaci e recuperare qualcuno che potesse sostituire Jonathan nei campi, perché lui si sentisse tranquillo e poi tornò da lui.

Lui, dal canto suo, pur malato fece di tutto perché lei si tranquillizzasse, quella sarebbe stata un’altra lunga giornata di passione.

Le chiese chiacchierando: “L’ospedale è pronto?”

Lei rispose: “Si grazie ai ragazzi di Aspareto è pronto. Hanno fatto un grande lavoro, ha la bellezza di 200 posti letto ed è bene attrezzato. Ho la brutta impressione che siamo rimasti veramente l’unica ancora di salvezza per questo mondo.”

Lui dal canto suo cercava di rassicurarla, e di incoraggiarla perché stava facendo un ottimo lavoro.

Il giorno seguente Roberta a Prima Donna si svegliò di soprassalto, si fece una bella doccia per svegliarsi e corse dove si era radunato il consiglio della fortezza.

Sirena, il capo disse: “Dobbiamo rimanere calme, se si dovessero avvicinare, di sicuro noi avremmo modo di annientarli.”

Una di loro disse, però: “Propongo delle incursioni notturne, noi siamo esperte e veloci.”

Roberta entrata replicò: “E’ una pazzia sarebbe la volta buona che scoppierebbe una vera battaglia ed io non sarei così ottimista come voi.”

Un’altra ribatte a Roberta: “Ma se abbiamo appena detto che se si avvicinano li annientiamo, poi tieni presente che tu non ci conosci Roberta.”

Roberta: “Si è vero, ma il nostro effetto attacco notturno visto che sarebbe veloce non otterrebbe l’effetto sperato, io invece propongo di cercare di notte di penetrare il loro embargo e fuggire verso il mio paese per chiamare aiuto, magari con un cavallo.”

Sirena: “Questa sarebbe un’idea migliore perché si potrebbe attaccarli su due fronti.”

Roberta: “Dobbiamo uscire in massimo due.”

Sirena: “Ok ti affianco Gemma, che conosce bene la zona, andrete con due cavalli, per essere più veloci.”

Rispondendo affermativamente corsero a prepararsi.

William aveva fatto partire tutte e due le missioni, ovvero quella per la costruzione di “Guardia Legnago”, l’avamposto per controllare quella zona e il grosso del contingente verso San Giovanni Ilarione per liberare gli altri.

Erano carichissimi quelli che si dirigevano verso San Giovanni Ilarione contavano in serata di arrivare e prendere posizione.

Filippo ed Angelica, si erano ritrovati, nel loro momento di pausa a spettegolare. Angelica spiegò tutto quello che era successo con Jonathan e che occorreva una contromossa per far in modo che fosse completamente e certamente suo.

Filippo sorridendo, le sviscerò un ulteriore piano con le contromisure, che a lei piacque e lo abbraccio sorridendo di felicità.

Poi si salutarono e misero in moto il piano.

Lui fece recapitare un biglietto a Jenny in cui c’era scritto: “Jenny ho bisogno di te, vieni da me, Jonathan.”.

Jenny leggendo così, sbrigò tutto per essere libera la sera per andare da lui.

Anche Angelica sbrigò tutte le faccende e se ne andò da Jonathan il pomeriggio, però.

In un’altra tenda, un’altra tragedia di stava consumando. Questa volta era Alberto che stava pensando e rimuginando troppo, era sempre stato contrario all’azione governativa di Jenny, ne aveva proprio le scatole piene di tutta la situazione. Era un estremista e non aveva mai capito tutto il buon lavoro fatto per la comunità, stava proprio maturando delle idee degenerative contro Jenny ed il consiglio.

Di punto in bianco senti il bisogno di uscire dalla comunità andando in direzione Verona.

Angelica, arrivata da Jonathan lo trovò veramente malconcio, aveva la febbre alta, era tutto sudato, infreddolito, sembrava incosciente.

Lo soccorse da subito e cercò di assisterlo.

Ad un tratto, dalla finestra, vide avvicinarsi Jenny con la jeep, lasciò che si parcheggiasse e scendesse dall’auto, poi si mise davanti ad una finestra in modo che Jenny la vedesse, muovendo le labbra come per parlare si spogliò e si mosse con le braccia alzate come se volesse abbracciare qualcuno.

Jenny nel vedere la scena si impietrì, e scappò via subito arrabbiatissima.

Angelica a quel punto rimase tutta la notte per essere sicura che Jenny non tornasse, era sicura che questo gioco le sarebbe fruttato molto.

 
 
 
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