FERNANDO ZORZELLA

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Creato da FernandoIR il 14/04/2011

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REVOLUTION – IL ROMANZO : 4° PUNTATA

Post n°6520 pubblicato il 20 Gennaio 2021 da FernandoIR

Questo è un  romanzo scritto interamente da Zorzella Fernando e presentato a puntate qui sul blog.

Le puntate usciranno in maniera casuale.

IMPORTANTE : RIBADISCO IN MODO CONVINTO E PRESSANTE CHE i nomi di persona, gli edifici, le vicende, le situazioni, tutto il romanzo è frutto di PURA PURA PURA fantasia e non ha nessuna nessuna nessuna attinenza con la realtà.

I luoghi sono reali, ma le storie no.

TESTO DELLA PUNTATA

Venne la notte, mentre in una tenda si stava consumando una tragedia.

Roberta, una delle tante ragazze del campo, non sapeva darsi pace, il terrore di tutto ciò che poteva capitarle in un mondo così trasformato prese il sopravvento, uscì di testa, non riusciva a mantenersi calma.

Non riuscì nemmeno a chiamare aiuto e a chiamare altri per soccorrerla, così usci dalla tenda, corse fuori dal campo e scappò correndo, correndo, senza sapere il perché e dove stava andando. La sua mente e il suo conscio l’avevano lasciata.

Nessuno, proprio nessuno si accorse di quello che le era successo.

Mantenere la calma e la determinazione in una situazione così catastrofica e di emergenza giornaliera era pesante e stressante, poteva succedere che qualcuno uscisse di testa del tutto. Come ad esempio chi si impuntava a vivere vicino alla propria casa ridotta a un cumolo di macerie inermi.

Roberta vagò per le campagne tutta la notte, la frescura la ubriacava e la mandava ancora di più fuori di testa.

Piangeva, rideva, correva.

Correva verso il nulla.

Corse per tutta la notte, verso una direzione non ben decisa.

Il sole salutò il campo presto, quella notte, tutti si alzarono perché il lavoro era molto.

Jenny si svegliò, dalla stanchezza aveva dormito solo con gli slip, si voltò come se cercasse qualcuno, come se avesse bisogno di qualcuno, ma come sempre non trovò nessuno.

Troppe erano le notti che Jenny passava da sola, aveva il bisogno di sentirsi donna e mostrarsi donna con un uomo.

Come poteva lei, donare le sue attenzioni a qualcuno? e a chi? e come? in quella situazione era difficile.

Si accarezzò la pelle, ma come presa da soprassalto, ritornò in se, si alzò, si vestì e corse a prendere in mano le redini come ogni giorno.

I preparativi per la partenza di William ed Elena furono lunghi, e dovettero partire per le 10.30, sinceramente in ritardo nella tabella di marcia.

Il cataclisma che si era abbattuto sulla terra, aveva creato veramente gravi danni.

I ponti sull’Adige erano tutti crollati, la viabilità era stata cambiata.

Le varie missioni per il recupero di materiale, molte volte dovevano ricostruirle le strade, e la moto era il mezzo più dinamico e veloce.

I terremoti si susseguivano ancora e un sentiero creato, magari, il giorno prima, il giorno dopo era distrutto o dissestato.

Nel frattempo anche Roberta si era svegliata, era esausta dopo la sua notte di fuga. Aveva trovato un riparo ma non sapeva esattamente dove fosse, si era praticamente persa. Decise così di passare li tutto il giorno per riposarsi ancora e poi cercare di ritornare.

Anche Elena e William si erano accampati , avevano chiacchierato molto lungo il viaggio, si erano detti tante cose e si erano confidati. Continuarono a parlare e le discussioni si fecero sempre più intimi.

La tenda era stretta e lo stare vicino faceva si che reciprocamente sentissero i loro profumi. William sentì di non essere capace di trattenersi davanti a così tanta bellezza.

Si avvicinò e la baciò. Elena si sciolse, circondando con le braccia quel fisico possente, e scendendo si distesero l’una sopra l’altro.

In un magico momento d’estasi i due dimenticarono la missione. Gli uccelli con il loro canto fornivano una più che degna colonna sonora al momento.

William si sentiva un eroe stupido, perché aveva un compito importante e preciso, ma troppo era il desiderio per quella donna, che niente e nessuno l’avrebbe fermato.

Sfiniti si addormentarono, in una situazione di pace.

La mattina seguente alzati, proseguirono il viaggio e arrivarono a Giazza al campo, verso le 9,30.

Tutti si rallegrarono per il ritorno di William e tutti si radunarono per parlargli.

Il Capitano era incredulo e decise di ascoltare tutto ciò che aveva da comunicargli Elena, da parte del consiglio.

Più ascoltava, più si convinceva, non si poteva continuare a rimanere barricati in mezzo a quelle montagne, quando qualcuno aveva bisogno anche di loro, del contingente Aquila.

Guardò i suoi uomini e nei loro occhi leggeva il desiderio che lui accettasse di unirsi alla comunità di Genesi.

Quegli uomini avrebbero fatto tutto per lui, ma in quel momento erano loro a chiedere qualcosa a lui, qualcosa di molto importante.

Prese la parola: “Ragazzi il contingente Aquila è chiamato a ritornare veramente operativo. Ci uniremo alla comunità di Genesi, e da esercito la serviremo. Ordino a tutti di attivare la procedura per la mobilitazione di tutto il campo e di tutti gli armamenti. Domani all’alba partiremo con obbiettivo Genesi. Una cosa sola mi preme dire, da ora cedo il comando al soldato scelto William, che da ora è a tutti effetti il vostro capitano.”

Tutti applaudirono, la gioia fu immensa.

La smobilitazione del campo e degli armamenti divenne una grande festa.

Elena, prese tempo per parlare con tutti e spiegare tutto su Genesi, per far si che si integrassero completamente e nel modo più semplice possibile.

Ci sarebbe voluto molto tempo, ma l’inizio prometteva bene.

La sera arrivò, tutti si misero nelle loro tende. William ed Elena erano su due tende diverse. Pensavano a quello che era successo la notte prima, ma avevano paura ad affrontare il discorso. Poteva nascere un amore? O era solo desiderio e passione?

Si addormentarono con questo pensiero.

Roberta, nel suo rifugio in mezzo alla campagna dispersa, si accasciò e si addormentò, pensando di essere al sicuro e nascosta.

Era stata invece, vista da tre “Orsi Neri” in perlustrazione, alla ricerca del loro amico disperso.

Una donna sola? Una buona preda per loro, bisognava subito approfittarne.

Si avvicinarono, ed entrarono nel casolare, uno rimase fuori di guardia. Si avvicinarono lentamente, mentre lei non si accorgeva di nulla.

Ad un tratto violentemente la presero da terra e la sbatterono su di un tavolo svegliandola nel modo più brutto possibile.

Cominciò subito ad urlare come una pazza, spaventata più che mai.

Uno le strappò i vestiti, ma ……….

“Sei sempre il solito animale, fermatevi tutti e due animali, siete degli animali.”, gridò la guardia che era entrata di corsa, sentendo le grida di terrore di lei da fuori, e proseguì: “Sapete quali sono gli ordini a riguardo? Non deve essere torto un capello a nessuna donna, ci servono perfette.”

Quello che le aveva strappato il vestito disse: “Sono stanco delle nostre regole di merda, io questa la voglio per me ora.”

La guardia prese velocemente la pistola e gli sparò un colpo in testa uccidendolo, poi rivolgendosi all’altro: “Sei anche tu un animale come lui? Se non lo sei e hai ancora un briciolo di umanità, spoglia quella carogna morta e fa vestire con calma lei! Poi ritorneremo alla base. Con tutti gli ormoni al loro posto!......................... Hai capito bene stronzo di merda?”

Non ci pensò due volte, l’altro, fece come aveva detto, quello che a quel punto era il capo branco, lasciando che Roberta si rivestisse da sola senza nessuno a torno, e poi tutti e tre fecero ritorno al villaggio degli “Orsi Neri”.

Roberta non osò fiatare più, per tutto il viaggio, era terrorizzata da questi uomini che prima avevano  cercato di violentarla e poi avevano fatto finta di trattarla bene? Quasi a voler scusarsi? Era prigioniera o era solo nel gruppo? Che pensare.

Il giorno seguente il contingente Aquila partì per dirigersi a Genesi. Fu un viaggio pieno di speranze per tutti.

Arrivarono a sera e furono accolti con tutti gli onori; dopo le presentazioni di rito il dialogo divenne sempre più conviviale ed amichevole.

William disse: “Il contingente Aquila si rimette agli ordini e al servizio della comunità di Genesi.”

Jenny rispose: “Per stanotte accampatevi dove trovate posto, domani troveremo un luogo adeguato dove sistemarvi e rifletteremo su tutto.”

Venne la notte, Jenny non era passata inosservata ad almeno un paio di soldati che le avevano messo gli occhi sopra.

William rimase con i propri compagni, si sentivano a casa.

Il giorno successivo si radunò il consiglio con William.

Jenny prese la parola: “Ora che il contingente si è unito a noi e possiamo dire di avere un esercito possiamo passare alla fase successiva, ovvero andare ad Asparetto in cerca di armi.”

William: “Ci andrò io da solo con i miei e uno di voi come guida. E’ una base militare vera, non sappiamo quello che troveremo e chi troveremo.”

Alfred: “E’ una buona idea, vi accompagnerò io.”

Jenny: “Per me va bene, potete partire anche subito.”

Tutto venne preparato ai minimi termini.

William, mentre fremevano i preparativi, vide Elena e la rincorse per dirgli: “Elena, non voglio che quella notte sia rimasta una situazione isolata, voglio parlarne con te.”

Elena lo guardò e a voce bassa gli rispose: “Anche io ti desidero ancora, ma qui nel campo non ce la faccio ad esternare i miei sentimenti per te.” E voltandosi se ne andò.

William, camminando per ritornare dai suoi, incrociò un’altra ragazza di nome Luisa.

Si salutarono e Luisa rimase abbagliata. Scambiarono alcune chiacchiere veloci e poi si salutarono con un “A presto”.

Luisa era amica intima di Elena.

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