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Creato da: r.capodimonte2009 il 13/10/2009
attualità, politica, cultura

 

 
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I kamikaze assaltano l'Occidente, che preferisce nascondere i propri scheletri nell'armadio

Post n°1381 pubblicato il 26 Luglio 2016 da r.capodimonte2009
 

L’unica cosa di cui si può vantare l’Italia, nell’ambito dell’Eurozona, è quella di non aver ancora assistito ad alcun attacco terroristico, e questo nonostante una massa di circa 2.500 immigrati che sbarcano nelle nostre coste ogni giorno, e che noi sistemiamo, come greggi raccogliticci, dentro gli stazzi delle cooperative, più o meno gestire da preti milionari; il che dimostra che, ormai, il fenomeno più che partorire dalla mente satanica del califfo, va avanti in completa autonomia, o per imitazione, o semplicemente per ragioni di natura sociale.

Insomma la guerra asimmetrica di cui si parlava ai tempi di “Je suis Hebdo”, organizzata da commando ben addestrati, coordinati da una mente strategica, si è trasformata in una guerra psicologica, che ormai si diffonde a macchia d’olio, ed è “ideologica” non più di tanto, perché “copia” solo in parte determinate opzioni islamiche, essendo il resto il risultato fallimentare della gestione del mondo giovanile, da parte di  quegli Stati che ne hanno fatto l’ultimo dei loro pensieri.

Il fenomeno, in America, si sta sviluppando a livello di discriminazione razziale, ed è una vera e propria rivolta contro la polizia, ormai diventata milizia di regime, che l’imperatore nero deve annoverare tra i suoi innumerevoli fallimenti.

In Europa si tratta, invece, di una  specie di “filosofia kamicaze”, che ha preso strada nelle menti giovani di chi si sente emarginato tra emarginati, o colpito da ingiustizie varie, la più cocente delle quali è senza dubbio la disoccupazione. Non è un caso, infatti che costoro si ritengano dei “samurai” vendicativi, che prendono su di sé la crisi delle periferie degradate, delle famiglie disperse dai problemi quotidiani, dalle vane risposte di una società che sta suddividendosi in sempre più ricchi e sempre più poveri, senza che i primi si rendano minimamente conto che si tratta dell’antefatto incontrovertibile di una nuova rivoluzione sociale. Costoro, guardando al fenomeno daesh, si ispirano a questa “filosofia della morte”, che, indubbiamente, è anche protesta viva e vera, contro l’Occidente, che è l’ispiratore della voragine in cui sta spingendo intere generazioni, in nome di privilegi riservati ai corrotti e ai lobbisti, figli di altri corrotti e lobbisti, che, spesso, sono molto peggio dei padri, perché di un egoismo e di una ferocia sociale senza limiti.

Il fenomeno sta sfuggendo di mano, perché è insito nella pelle stessa delle società opulente, ed è composto di varie tessere, a formare un mosaico di sangue: un lavoro che non c’è o se c’è è precario e senza futuro; la necessità di dover emigrare dal proprio Paese, dove, invece, si assiste all’immigrazione di tanti altri estranei; la crisi profonda della religione, specie quella cristiana, che non dà altre risposte che la corruzione, la confusione e il lassismo; la trasformazione nefasta della donna, che non costituisce più il punto di riferimento di un nucleo familiare, di un affetto solido e duraturo, di una programmazione che comprenda una prole, un futuro, una casa, perché rapita dai richiami stolidi di una società dove l’opulenza e il successo, si guadagnano col proprio corpo; e quindi l’omosessualità dilagante, che porta a immaginare di sostituire una coppia clonata con l’originale; la diffusione dell’alcool e delle droghe, che ormai sostituiscono la sane emozioni, il coraggio, e le responsabilità individuali e collettive; e infine, la catastrofe della politica, colle sue mistificazioni, i suoi trasformismi e inaffidabilità e corruzione dilaganti, che mai offre l’esempio di giusta espressione e gestione della cosa pubblica.

Questo “tramonto dell’Occidente” si accompagna all’”aurora dell’Islamismo”, questa “proposta alternativa e severa” verso una società dove l’essenza guerriera prevale sulla decadenza, e dove il riscatto sociale  spazza via ogni contorno pietistico e farisaico di tipo religioso, e lo sostituisce con un afflato rivoluzionario intransigente e intollerante, che concepisce una morte gloriosa ed eroica come trionfo su una vita inutile e meschina!

Come una febbre, o peggio come un contagio, questa essenza diabolica si sta diffondendo tra le giovani generazioni, trasformandosi in terrorismo, del tipo più tradizionalmente “puro”, quello che la tradizione riconosce, appunto, ai kamikaze, o ai “nizariti”, la setta degli assassini, il cui motto era “nulla è reale, tutto è lecito”, sorta in Medio Oriente ai tempi delle Crociate, nella rocca di Malik Al Saif; poi riformatasi e ricondotta a rinnovare le proprie terrificanti imprese, attraverso la prima massoneria, da Ezio Auditore, a Nicolò Machiavelli, nel 1500, fino a Connor Kenway, durante la Rivoluzione Americana. Ovviamente ci riferiamo a somiglianze, a influenze, a ispirazioni, poiché spesso i protagonisti odierni ignorano del tutto da dove vengono e dove vanno, ma lo stile è inconfondibile!

Come uscirne? La risposta è la stesso di come uscire da un’epidemia. E se non si fa presto a distribuire il “vaccino”, questa si diffonderà e ucciderà sempre più diffusamente.

Alla base c’è la sconfitta dell’Occidente, che va avvalorata e messa in conto; e, come avvenne per le Crociate, dopo averne promosse nove, e aver raccolto un fallimento dietro l’altro, i “paladini” della democrazia a tutti i costi, della società capitalista dell’usura e della speculazione, della disintegrazione della cultura, dell’etica e della tradizione, dello sfruttamento dei poveri a vantaggio dei ricchi, dovranno ritirarsi e ritornarsene a casa. A curare i malanni delle loro società, che sono infiniti, smettendola di pensare a quelle altrui, che hanno altre regole, spesso odiose, ma proprie, ineludibili. Bloccare il saccheggio che le 1.400 società off-shore stanno compiendo in Africa, restituendo fame, miseria e guerre civili (vedi l’inchiesta dei Panama Papers); ricucendo da subito il divario mostruoso che sta travagliando il pianeta, dove esistono 62 famiglie che posseggono quanto 3,6 miliardi di poveri (rapporto dell’ong Oxfam); abbassando un velo pietoso su queste società mediatiche dove il successo a tutti i costi è il fine e dove lo stupro sociale è il mezzo; e chi resta triturato sono i giovani “nudi” quelli che non possono contare sulle famiglie legate alle lobby o alla politica, o alla grande impresa parassita, e alla fine vedono nero, o meglio vedono nella morte, nel sacrificio supremo, proprio e altrui, lo scossone, la ribellione, l’implosione del sistema.

Ma non sembra che ancora ci si sia arrivati: si avanza a tentoni, si mistifica, si strumentalizza, si cerca di mettere in tavola fumo invece di arrosto: ma la repressione alla fine, senza un mutamento radicale dell’Occidente, e una cura drastica delle sue metastasi, divorerà se stesso! (R.Scagnoli)

 

 

   

                     

 

 

 
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Commenti al Post:
Grissom08
Grissom08 il 26/07/16 alle 18:04 via WEB
Troppo demagogico paragonare le crociate con quello che sta accadendo. Troppo semplicistico e ipocrita giustificare quello che sta avvenendo dando la colpa alla società e alle disuguaglianze. La realtà è che si è veramente in guerra e chi non è disposto a riconoscerla come tale e combatterla con leggi valide in tempo di guerra sarà destinato a perderla. Continuiamo così molli come dimostra questo articolo, aspettando che il nemico si stufi e termineremo sterminati. Forse è il caso che i nostri governanti , che la pensano allo stesso modo, si diano una svegliata...
(Rispondi)
 
r.capodimonte2009
r.capodimonte2009 il 27/07/16 alle 17:17 via WEB
Allora vai volontario a combattere in medio oriente con gli americani, prima però accertati da che parte stanno.
(Rispondi)
 
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