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Creato da: r.capodimonte2009 il 13/10/2009
attualità, politica, cultura

Messaggi del 14/12/2016

 

Facce di bronzo e facce da schiaffi

Post n°1478 pubblicato il 14 Dicembre 2016 da r.capodimonte2009
 

 

Pensate alle facce di bronzo. In Italia la più rinomata fa capo a Matteo Renzi, e al suo “emulo quirinalizio”, che si contendono la più sfacciata; all’estero la più nota fa capo a Barach Obama, che ne porta una originale, che non demorde dal distribuire attorno vere e proprie insolenze.

Renzi  e Mattarella hanno varato un governo-fotocopia di quello che il popolo italiano aveva brutalmente buttato a mare, con le sue riformicchie e i suoi decreti-tossici, ridando fiato ad un gruppo di personaggi, che il lessico ci obbliga a chiamare “ministri”, che, messi uno in fila all’altro, non sarebbero neppure considerati nella rosa della più infima delle repubbliche centrafricane. La signorina, nonché “intima” dell’ex-sindaco, Maria Elena Boschi, trombata sonoramente dai cittadini, ma riammessa con il massimo grado di “ispettrice generale” di questo esecutivo di burattini, dal burattinaio in capo; la signora Marianna Madia, la cui riforma dei dipendenti statali è direttamente proporzionale alla sua cultura di ex-attricetta fallita; la signora Beatrice Lorenzin, di mestiere caciottara, cresciuta a caciocavallo e politica nelle suburbe romanesche, e affidataria niente meno che della sanità pubblica; il signor Giuliano Poletti, deus ex-machina di Lega Coop, che ci ha insegnato tutto il contrario di quel che dovrebbe essere e fare una cooperativa, cioè tutelare il lavoro dei suoi soci, che invece ne diventano dipendenti sottopagati, e derubati del loro capitale iniziale versato: il quale ha creato un “vaso di Pandora” nel quale ha disintegrato i diritti dei lavoratori, trasformando il lavoro a tempo indeterminato in lavoro precario, d’accordo con i sindacati padronali; la signora Roberta Pinotti, che finora non ha fatto altro, su istruzioni della Cia, di acquistare F35 e vendere bombe all'Isis; infine “vossia” l’avvocato Angiolino Alfano, di professione sbruffoncello, insulso ministro degli Interni, o meglio dell’immigrazione clandestina, “promosso”, con ludibrio generale (proprio come ha detto l’ectoplasma quirinalizio, per riaffermare la posizione dell’Italia all’estero, con degni rappresentanti), a ministro degli Esteri, con gravi lacune linguistico-maccheroniche, peggio dell’uomo di Rignano.

Barach Obama, da parte sua, dopo aver invitato la famiglia del SI alla Casa Bianca, certo che le avrebbe portato fortuna, adesso insiste, nell’avallare questo Governo-burla, e ancora non ha imparato a farsi gli affari propri, che al mondo ce ne sarebbe un gran bisogno, dopo che, per questo suo vizietto letale, l’ha messo a ferro e fuoco!

Abbiamo a bella posta evitato di considerare la “faccia” del neo-premier, il nobile marchigiano Paolo Gentiloni, che dal giorno che mise piede all’Università, 41 anni fa, non ha mai smesso di fare il voltagabbana e il leccapiedi, passando attraverso tutte le fasi, più o meno infime, della politica, dall’estrema sinistra, lui che voleva cancellare, da perfetto radical-shic, i suoi natali da ricchissimo codino reazionario, ma non i suoi privilegi di casta, alla “balenottera bianca” così come fu la Margherita, fino al “renzismo”, culla delle lobby più retrive e corrotte.

Tutti costoro, opponendosi al popolo sovrano, che li ha disintegrati con 20 milioni di NO, si sono puntualmente ripiazzati sulle loro poltrone, illudendosi che la strada da percorrere, appunto facendo marameo ai cittadini mai così stizziti, sia agevole, costellata di altri trabocchetti istituzionali o vulnus costituzionali, come le leggi passate esclusivamente a fiducia.

Ed è perfettamente inutile che si mettano a bollare di “inaffidabilità” l’opposizione, col solito coro mediatico (che è ripreso peggio di prima!), del “populismo”; perché se c’è una classe dirigente che questa massa di diseredati e nefasti personaggi rappresenta, è quella che impersona proprio l’antipolitica. Mai infatti, nei 70 anni della Repubblica, si era mai visto la politica scendere così in basso, fino a toccare l’abisso! (ROBESPIERRE)

 

 

 
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