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Creato da: r.capodimonte2009 il 13/10/2009
attualità, politica, cultura

Messaggi del 03/04/2017

 

IL ritratto di Dorian Gray

Post n°1548 pubblicato il 03 Aprile 2017 da r.capodimonte2009
 

Un quadro horror, quello offerto dall’Italia, se lo si commisura in tutte le manifestazioni che il potere impone al popolo, che le mostruosità di Dorian Gray sembrano prodotto di un mediocre paesaggista!

Ormai il gioco è ridotto nell’ultima fascia del campo, quella che un tempo si chiamava “zona Cesarini”, perché la partita è quasi persa: da una parte un pugno di cittadini corrotti e privilegiati, con la tessera del regime in tasca, che fanno finta di rispettare la democrazia in quei seggi improvvisati, che chiamano primarie, dove il peggior personaggio politico del Dopoguerra, esaltato, nei media bugiardi dei tycoon massonici, dalla sua stessa “concubina”, figlia di ladri e amica intima di altri ladri, “sbaraglia” avversari di gomma, messi lì a fare i burattini; mentre il “governo ombra” recita la sua parte in commedia, raccontando che “tutto va bene, madama la marchesa”, e le brioches stanno sostituendo il pane, dappertutto! Dall’altra il popolo vero, quello che soffre e a cui viene sottratta, ogni giorno di più, la propria sovranità, dignità e libertà, che manifesta, ormai sfinito e abbrutito, contro lo “stato di polizia”, che vorrebbe impedirlo; dalla Puglia degli uliveti sacrificati alle multinazionali, alle valli piemontesi offese dalla Tav; fino ai territori del cratere sismico, dove migliaia di famiglie violentate dagli elementi e dallo Stato (“non vi lasceremo soli!” la parola d’ordine ripetuta come un disco rotto dal re degli ipocriti che siede tranquillamente al Quirinale), vedono il loro futuro, da capo, dentro le tende; mentre il principe d’Inghilterra viene chiamato a constatare questa vergogna medioevale; e alle popolazioni della povera Basilicata, disastrate dalle trivelle, che si illudevano di uscire dalla miseria con l’oro nero!

Su questa triste situazione, ecco che si erge chi ormai rappresenta, senza tema di dubbio, il retrogado riavvolgersi di una storia che si credeva morta e sepolta, quella delle fiaccolate tardive e inutili, a piangere le centinaia di vittime innocenti, lavoratori per la pagnotta, donne senza difesa, bambini, come fossero manichini da crash-test, ammazzati dalla delinquenza più invasiva e tollerata del mondo, coltivata nelle aule fredde di un potere giudiziario, letteralmente impazzito; o da uomini distrutti dallo stress e dalla insensatezza di una vita senza più speranza, che trovano il più facile dei capri espiatori, la femmina; o massacrati sulle strade, ormai abbandonate da qualsiasi controllo! Quella delle adunate oceaniche sotto una croce di cartapesta, a invocare, come ieri, nella ricca, borghese e politicizzata Emilia, la “forza del coraggio”, che dovrebbe discendere da un cielo grigio di morte, mentre il resto del paese soffre la miseria; e basterebbero dieci sculture, nascoste in uno dei cento magazzini vaticani, messe all’asta, per ricostruire un popolo sbranato.

E non è un caso che il gesuita, chiamato al potere papale da un golpe, esattamente come la struttura partitica che travaglia il Paese, si trovi in parallelo con chi continua a vaneggiare di pazienza, democrazia, coraggio, fiducia, ripresa. E così completa l’opera tossica di addormentamento di quel che resta della fierezza, dell’orgoglio, dell’amor proprio degli italiani!

Insomma, il regime si chiude a riccio, e tra gli aculei resta infilzata la povera gente, che in tabaccheria viene ammazzata dal ladruncolo per 100 euro, e che certo non poteva contare sulle scorte, che hanno desertificato le caserme, e la sicurezza pubblica; o l’agricoltore pugliese, che viene sbugiardato e privato della sua centenaria esperienza qualitativa, per sostituire il suo olio di oliva doc al gas, o peggio al prodotto tunisino, e che la milizia di regime bastona, senza neppure comprendere che viene manovrata in quel Sud dove impera la “guerra tra poveri”, esattamente come duecento anni fa, accadeva con i Borboni.

E il pontefice, che ama circondarsi di emarginati, malati, disastrati, solo per ammansirli in nome di dei infingardi, stanchi di assistere alle menzogne dei preti, qualsiasi siano le religioni in campo, invece di chiamare a raccolta il popolo, in una nuova crociata contro la corruzione, lo sfruttamento, il degrado, a mo’ dei grandi papi della storia, ricuce e ricuce con il regime, che plaude ai cardinali in redingote, come gli insegna la sua dottrina compromissoria, in modo da reggersi, reciprocamente con esso, sopra i reprobi di questa Provvidenza che non c’è più!

La verità è ormai scoperta, come un nervo sotto i ferri del dentista: si agita, per il terrore che questo potere tirannico, mezzo laico e mezzo confessionale, venga spazzato via da una nuova forza, che semplicemente rifiuta ogni mediazione, ogni intrallazzo, ogni conservazione, per capovolgere l’intrigo e la trama, che il quadro rappresenta, e tutti i suoi protagonisti, nessuno escluso. E questa aggregazione “maligna” di poteri non è che l’ultimo, estremo tentativo di fermarla... (ROBESPIERRE)

 

 

 

 
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