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Varese: ancora l'albergo alle Ville Ponti

Post n°4 pubblicato il 08 Giugno 2009 da italianostra.va

Osservazioni della sezione di Varese di Italia Nostra sull'“accordo di programma per la valorizzazione e sviluppo del polo culturale e congressuale di Varese”

Senza voler ritornare sulla questione di opportunità e legittimità di un accordo di programma che a nostro parere non rientra in nessuno dei motivi di interesse pubblico, di indifferibilità ed urgenza, né che richieda l’azione integrata e coordinata degli enti locali, condizioni che potrebbero giustificare il ricorso ad uno strumento di tipo emergenziale, desideriamo invece esaminare nello specifico gli elementi di criticità che secondo noi rendono non accettabili i contenuti dell’accordo:

Rileviamo innanzi tutto che tutte le operazioni prospettate per la valorizzazione e la salvaguardia del centro storico di Biumo sono vaghe indicazioni di intenzioni, oppure cose per ora irrealizzabili, in quanto ricadenti su aree attualmente non disponibili trattandosi di proprietà private e frazionate, oppure soggette a vincoli di usufrutto e quindi non attuabili in tempi ragionevoli: citiamo ”l’insediamento di funzioni compatibili e complementari, anche ai fini di riqualificazione del nucleo storico di Biumo Superiore, con localizzazione di tre nuovi spazi per una superficie complessiva non superiore a 500 mq.”, o il progetto di nuovi collegamenti pedonali. Questo conferma l’impressione che si tratti non di scopi prioritari da perseguire tramite la realizzazione dell’albergo, ma di vaghe indicazioni per giustificare il vero scopo che è l’albergo stesso.

L’intento di decongestionare il traffico veicolare del Colle, dichiarato tra i fini prioritari dell’Accordo di Programma, non viene nei fatti neppure affrontato in quanto non si propone di eliminare il parcheggio interno alle ville Ponti (e non sarebbe ragionevolmente proponibile dal punto di vista della Camera di Commercio). La proposta di un impianto meccanizzato, per la sua collocazione (oltre 500 metri dalle ville) e la sua tipologia, non servirebbe che in minima parte a favorire l’utilizzo dei parcheggi periferici nei confronti del parcheggio interno al parco.

La viabilità al servizio dell’albergo è estremamente critica per i tracciati e i calibri stradali; in alcuni tratti (via Canova, via Borgognone) la sezione non raggiunge i quattro metri; i collegamenti tra i tratti del percorso presentano angolature non raccordabili, la stessa via Cadolini, dove dovrebbe inserirsi l’albergo, è larga cinque metri ed è a fondo cieco, a meno di un anello attraverso le strettoie e le angolature di via Pagliano.

Tutto ciò renderebbe difficilmente gestibile il traffico indotto dalla nuova struttura, per i servizi, gli approvvigionamenti ecc..

L’intervento proposto avrà un pesante impatto urbanistico su una zona residenziale, realizzata negli anni ’60 con criteri puramente speculativi e senza alcuna cura distributiva e volumetrica, ormai sedimentata e totalmente satura.

Sotto l’aspetto ambientale si fa rilevare che le dimensioni previste, di 8.500 metri cubi, su un terreno di soli 5000 metri quadrati, con un volume e un’altezza del manufatto di sei piani, il doppio di quanto il vigente PRG prevede, creerebbero un impatto paesaggistico assai pesante sul colle di Biumo, anche se esterno al parco strettamente considerato. Tra l’altro l’accordo di programma prevede, da parte della Camera di Commercio, un impegno su 20.000 metri quadrati di sua proprietà per l’operazione, che non è chiaro dove siano collocati e con quale destinazione.

A nostro parere la stessa esigenza di costruire un albergo a servizio del centro congressi della Camera di Commercio risulta totalmente ingiustificata, in quanto nelle vicinanze già esistono due alberghi di recente costruzione (ArtHotel e Atahotel) per complessive 250 camere. Si fa notare che il secondo, di 200 camere, approvato con una procedura di variante al PRG utilizzando in modo capzioso la legge speciale relativa ai campionati mondiali di ciclismo su strada del settembre 2008, è praticamente inutilizzato, ed in attesa di prevedibili richieste di variante di destinazione che ne consentano attività più lucrative.

Non si vorrebbe che anche l’albergo proposto dalla Camera di commercio avesse lo stesso destino.

Concludendo osserviamo che tutte le positive operazioni complementari previste, quali le “politiche di riqualificazione del nucleo storico di Biumo”, la “riqualificazione di piazza Litta e degli spazi connessi”, la viabilità pedonale, l’ampliamento degli spazi espositivi e di servizio alla villa Panza, la messa in rete dei valori storici ed ambientali, ancorché estremamente generiche o difficilmente realizzabili, come detto in apertura, siano proponibili senza alcuna necessità di varianti al PRG. In ogni caso questi interventi non hanno un peso economico tale da giustificare l’intervento devastante dell’albergo, questo sì richiedente variante al Piano Regolatore.

Proponiamo invece opere senz’altro fattibili e di ridotto peso economico quali la variazione del percorso del mezzo pubblico con fermata in via Isonzo e l’intensificazione della sua frequenza, il ripristino dell’acciottolato in via Castiglioni e in piazza Litta, anche con effetto dissuasivo del traffico, l’apertura di varchi di accesso alle e tra le ville, la modifica della destinazione urbanistica dell’abitato storico ed eventuali incentivi.

Varese, 20/04/2009 - Italia Nostra

 

 
 
 

Comunicato stampa - 27 ottobre 2007

Post n°2 pubblicato il 01 Novembre 2007 da italianostra.va


Ancora una volta vogliamo fare il punto sulla questione degli alberghi da costruire a Varese per i campionati mondiali di ciclismo su strada del settembre 2008.

Premessa
Ci si dice che l’occasione servirebbe a favorire la realizzazione di strutture ricettive utili non solo per gli spettatori dell’evento, ma anche per potenziali futuri utenti. L’occasione, consentendo di superare i vincoli di piano regolatore, permetterebbe una realizzazione rapida. I controlli in corso d’opera garantirebbero il rispetto dei tempi previsti e la destinazione alberghiera, evitando che l’occasione sia sfruttata per l’utilizzo residenziale delle aree.

Ci pare che nessuna di queste premesse sia plausibile, per una serie di motivi:

Punto primo -
Lo scopo dichiarato è quello di creare attrezzature ricettive per gli spettatori dell’evento: ebbene, se anche fosse possibile ultimare le opere per settembre 2008, non ci sarebbero i tempi tecnici per le prenotazioni da parte delle società sportive che non possono certo prenotare alberghi ancora non in funzione. Se poi si parla delle necessità ricettive della città va notato che le localizzazioni previste sono assolutamente inadatte ad un uso turistico (ma appetibili per abitazioni di prestigio e residences) e che quasi tutti gli alberghi oggi esistenti sono decisamente sottoutilizzati.

Punto secondo - Chiunque abbia una minima dimestichezza con l’edilizia sa che edifici di tale entità non hanno la minima possibilità di essere ultimati nei tempi previsti, ma anche se ciò fosse possibile, con l’impiego delle tecniche più moderne di prefabbricazione (che però avrebbe richiesto molti mesi o anni per progettazione di dettaglio e preparazione degli elementi da montare) mancherebbero poi l’arredo, le attrezzature, le stoviglie, la biancheria, il personale assunto, preparato, addestrato.

Punto terzo -
E’ stato detto, per confutare l’illazione che l’operazione nasconderebbe l’intenzione di trasformare in residenze gli edifici nati come alberghi, che sarebbe posto un vincolo di destinazione ricettiva.
Qualcuno ha anche proposto una durata del vincolo a venticinque anni. Ebbene, sappiamo tutti che un vincolo può essere eliminato con una semplice delibera del consiglio comunale, quindi non garantisce nulla.

Punto quarto -
Nella delibera si dichiara che le opere devono essere obbligatoriamente ultimate nei tempi fissati, garantiti dal Commissario Delegato. Nessuno però ha detto cosa succederà in caso contrario, a strutture iniziate o quasi ultimate ma ancora non funzionanti, e con finanziamenti in parte già erogati: impensabile che vengano demolite, impossibile l’abbandono. Sarà quindi inevitabile l’eliminazione del vincolo di destinazione.

Punto quinto
- L’ordinanza del Consiglio dei Ministri del 21/05/07 relativa alle modalità di attuazione delle opere recita al punto 3: “tutti i progetti da sottoporre all’approvazione del Commissario Delegato dovranno essere a livello esecutivo o definitivo… e completi degli elaborati previsti dal vigente regolamento di attuazione della legge quadro in materia dei lavori pubblici”. Siamo convinti, salvo prova contraria, che, data la rapidità dei tempi di elaborazione, nessuno dei progetti sottoposti all’approvazione presenti questi requisiti e quindi possa essere preso in considerazione. Quanto ai tempi e alle norme delle anticipazioni previste ci chiediamo ancora (punto quarto) cosa sia previsto in caso di mancato rispetto delle fasi del cronoprogramma.

Punto sesto
- Il Commissario Delegato Guido Bertolaso ha il ruolo di tutelare l’integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l’ambiente dai danni e dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali, catastrofi o altri eventi calamitosi. In particolare il provvedimento del presidente del Consiglio dei Ministri del 14/09/2006 nomina il Commissario Speciale quale delegato per assicurare il regolare svolgimento dell’evento, e per garantire condizioni di adeguata mobilità ai partecipanti alle connesse celebrazioni e manifestazioni provvedendo all’adozione ed al coordinamento delle occorrenti iniziative.
In particolare …dovrà provvedere per l’adeguamento delle infrastrutture esistenti e per la realizzazione delle opere, anche stradali, connesse con l’organizzazione tecnico-sportiva, per la riqualificazione e per l’allestimento delle aree adibite a verde pubblico, per la realizzazione dei presidi sanitari e di sicurezza.
Come si vede sono solo compiti legati alla sicurezza e al buon funzionamento, ma non c’è nulla che possa giustificare interventi nel campo della ricettività. Non sembra sostenibile infatti che gli alberghi possano essere considerati come opere finalizzate al “regolare funzionamento dell’evento”.

Ci chiediamo a quale titolo e con quale legittimità sia stata attribuita al Commissario Delegato la responsabilità di approvare progetti di questo genere, che appunto esulano completamente dai suoi compiti, sollevando l’Amministrazione Comunale dall’onere di atti suoi propri, quali l’approvazione di Piani integrati di sviluppo, varianti al Piano Regolatore ecc..

In conclusione ci sembra evidente che a Varese le opere destinate alla ricettività mirino solo, con procedimenti e motivazioni molto discutibili, ad ottenere l’edificabilità di aree altrimenti indisponibili, proprio alla vigilia della redazione del Piano di Governo del Territorio e in contrasto col Piano Regolatore che Varese stessa si era data.
Non vi sarà alcun beneficio per la città, se non il tanto sbandierato “tesoretto”, cioè entrate facili per l’Amministrazione Comunale a fronte della devastazione di aree finora giustamente tutelate.

 
 
 

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