Blog
Un blog creato da MCDEN620 il 29/01/2010

UN TOCCO DI VITA

parole dal cuore

 
 

AREA PERSONALE

 

TAG

 

I MIEI BLOG AMICI

NOTHING ELSE MATTER-NIENT'ALTRO HA IMPORTANZA

&Autoplay=1&loop=1"/>

 

 

« all' Ombra del mio Lumeun File d'Amore »

C'era una Volta

Post n°23 pubblicato il 29 Gennaio 2010 da MCDEN620
 

c'era una volta...
...anzi c'è ancora
e per sempre ci sarà...

la storia di una amicizia tra un Lupo buono e un'Aquila speciale.
Si proprio così,mio dolcissimo Amore mio.
Tanto tempo fa,in un posto fatto di colori...di tutti i colori del mondo.
Dove la terra era gialla,arancione e marrone e verde di mille sfumature
dura di ghiaccio pulito d'inverno,
cortese di vita nuova a primavera,
polverosa di vortici veloci d'estate,
saggia e risparmiosa d'autunno
...dove l'acqua era trasparente,celeste,azzurr

a e verde
da bere,da farci il bagno e da vedere tanti pesci giocare
...il sole giallo,arancio,rosa e viola al tramonto
...il cielo azzurro e blu,celeste e grigio con tante nuvole color panna
che nascevano dall'orizzonte e all'orizzonte andavano
e dove la notte...era nera e piena di stelle scintillanti da poter leggere
e blu,con una luna grande gialla e bianca che da sola illuminava,
tutto il mondo sotto di se',facendoti sognare sorridendo.
In quel posto vivevano insieme
fiumi veloci e laghi tranquilli,
montagne di neve e praterie d'erba,
bisonti testoni,lupi con due calzini,
cavalli liberi di galoppare divertendosi insieme,
aquile bianche e nere come aquiloni in controluce
e uomini cacciatori scelti con archi e frecce.
In quella terra di tutti,solo la natura con la sua forza metteva
ogni cosa d'accordo e al suo posto con equilibrio e saggezza antica.
E tutti..ma proprio tutti la pregavano,la cantavano e si innamoravano
come fosse la sua mamma.

Una notte...
sai di quelle notti d'estate,che fa caldo e fuori nel cielo vedi una luna grande,
tinta di giallo trasparente che con le mani gli puoi fare il solletico.
...insomma in quella notte,
un lupo buono,che non mordeva i bimbi...anzi,
li voleva sempre coccolare e gli voleva tanto bene...poverino si sentiva sempre solo!
Questo era un Lupo anche bravo...perchè amava,chiunque stava male e chiedeva aiuto.
E ti dirò di più...soffriva e piangeva insieme a loro.

Era un lupo grande,il pelo grigio e arancione,
la coda lunga e bella...grigia e un po' gialla,
zampe forti e sfumate di bianco,come se avesse i calzini.
La testa importante,con due orecchi alti e a punta,il naso lungo con una castagna marrone in vetta,la bocca che usava per dare tanti baci ai bimbi buoni,
ma anche per brontolare quelli che facevano le bizze con la mamma.
E due occhi...ti farei vedere che occhi aveva...!
Grandi,che da tondi andavano a punta indietro.
Un po' marroni e un po' verdi,quando c'era il sole.
Un po' piangevano lacrime di rabbia e un po' ridevano con lacrime di gioia,
quando lui,vedeva che gli altri erano felici.
Ma la cosa più bella dei suoi occhi...era guardarli dentro da vicino,
ci potevi vedere tutto quello che volevi sognare.
Erano occhi magici quelli...

In quelle notti con la luna piena,lui andava sempre in vetta a quella rupe altissima,
sporgente dal monte più alto,come un balcone sul mondo.
Lo vedevi lassù...accoccolato guardando e a sognare,con la sua amica luminosa.
Lui ci parlava e gli diceva tutte le cose che sentiva dire dal vento,chiacchierone.
Lo sentivi cantare con la sua voce lamentosa e solitaria in quelle notti chiare.
Chi era sveglio...si girava verso quel suono,chi invece dormiva...
si svegliava per ascoltarlo,fin che lui non smetteva.
Era bello sentirlo urlare intonando alla luna,le sue parole di preghiera.
Era come un cantante che cantava melodie d'amore agli innamorati sul mare di notte.
E tutti in sottovoce,si scambiavano i commenti senza disturbarlo.
L'orso pacioccone chiacchierava con il gufo sentinella e curiosone.
Il cervo con i rami senza foglie bisbigliava con il coniglio grigio corridore.
Il bisonte testone e brontolone parlava con la volpe zittona e mangiona di “fumo di schiacciate”.
Il picchio batterista cinguettava con il castoro dentone.
E gli uomini rossi...raccontavano le favole ai suoi bimbi nelle capanne a punta.
Anche quell'Aquila silenziosa si destava,nel suo nido di spine ruvide,rami rinsecchiti e foglie musicali sbriciolate,poco accogliente,ma unico e sicuro,di una scelta ormai andata.
La sua figura indicava forza e coraggio,comando e controllo sugli altri.
Lei figura divina e sacra,coincide con
i più alti valori spirituali che ogni uomo vorrebbe raggiungere.
Era un Aquila speciale,solitaria e con il cuore rinchiuso da un incantesimo tanto tempo fa.
Era bella...molto bella
piume nere,non lunghe,però lucide come la notte stellata,
zampe forti e artigli sempre pronti a graffiare chi volesse chiedere di lei.
Ali immense,come i sogni di volare lontano nel cielo azzurro,sopra mari tranquilli.
Una testa bianca come la luce che teneva nel cuore.
Il becco grosso,per parlare se ne avesse avuto un compagno degno.
Due occhi neri,meravigliosamente sinceri e profondi come i dirupi sotto di lei.

Lei guarda tutti dall'alto del suo olimpo,ma come tutti i sovrani illuminati
rispetta con fermezza la volontà dei suoi sudditi.
Sa che di loro ha bisogno,come tutti abbiamo un padrone per i nostri destini.
Solo esseri ardui,nobili ,scelti e con genetica sovrana possono contrastare il suo impero.
Per loro il suo volteggiare non rappresenta solo il pericolo,ma anche un sfida di supremazia.
La guardano con bilanciato rispetto,anelando una lotta democratica e non impari,
ogni volta che si ripeteva quel gesto sublime che la consacrava regina dei cieli.

...uno strillo acuto e lancinante...cristallino,
un sibilo solitario nell'aria …
si ammutolisce tutto quello che è materia viva

l'Aquila ha preso l'aria con se

“ il mio volo è cominciato,apro le ali e mi getto nel vuoto”

" la mia figura nera a forma di croce come castigo divino nel cielo
ammonisce il mondo la sotto dei suoi peccati “


Ogni essere vivente rimane con il naso al cielo,curioso di vedere le scelte della sua regina.
Anche il vento si ferma per guardarla,mentre in picchiata va verso la terra degli uomini.
Vola,sorvola,risale e discende dalla volta celeste, come una dea alata che gioca con le stelle.
Vede vallate, gole, rocce di tutti i colori,che formano figure fantastiche,
sculture perenni,dove anche il fiume scorre lento,immobile.
Tutt'intorno l'orizzonte infinito,astratto,eterno,come il tempo che si è fermato a guardarla.
I ricordi del passato riaffiorano ogni volta che lei vola libera nel vento.
Risale fino al sole come per volersi bruciare le penne,con forza,disprezzo del pericolo e passione,
eppoi ancora giù,senza fiato ad ali chiuse e con la voglia di non riaprirle.
Solo l'istinto primordiale della maternità rievoca in lei la vita,
che sempre perpetua si dovrà necessariamente trasmettere.
E con una virata al limite la vedi risalire decisa e sicura delle sue potenzialità aereodinamiche.
Riprende quota ed imponente si libra sfruttando le correnti ascensionali
più calde e costanti,come sospesa nell'aria trasparente.
La vedi poi lassù,altissima sul mondo,che tranquillamente fende l'aria verso
la sua dimora inaccessibile e segretissima agli occhi di tutti.
Ritornando come sempre a quel nido,dove il suo cucciolo,indifeso ed affamato di diventar
grande come lei,aspetta paziente l'amor sincero della sua mamma.
Lei è diligentemente consapevole della sua maternità naturale,anche se
il suo istinto arcaico la riporta costantemente ad esser libera e solitaria nel cielo.

Dal bosco invece,come risposta,si alza verso l'alto,come monito crudo e arcaico,
un lamento cupo ,dai toni lugubri che ammonisce chi lo sente.
La voce del signore degli inferi e custode del regno dei morti.
Sentinella della terra di mezzo...fra il buio delle tenebre e quello della luce e della salvezza.
Il Lupo...
essere superiore,simbolo di vita,di morte e di libertà assoluta.
Fiero nel suo sguardo,potente nelle sue decisioni,agile di movimenti e astuto come l'uomo.
E' lui l'antitesi incontrastata del potere sulla terra.
L'Aquila sa',che lui è la sotto..ne percepisce la presenza e sente i suoi occhi addosso.
Lei non riesce a vederlo...lui è furbo e si ripara nel folto della foresta,
aspettando sempre il momento di debolezza della preda.
E' paziente e silenzioso...
non lo senti respirare fino a che,i suoi denti non affondano nella tua carne .

Quei due animali,forse i più belli e i più evoluti dalla natura,si dividono i poteri rispettandosi da lontano e rare volte hanno incrociati i loro destini in scontri diretti.
Si sono limitati sempre a scaramucce senza una lotta vera e propria.

Un giorno...come uno dei tanti senza un fare preciso e grigio.
Il sole era un po' annebbiato da nuvole trasparenti color del latte,
che solleticavano i suoi raggi,con corse più o meno veloci.
Le foglie dei rami sugli alberi si trastullavano con una lieve brezza
e curiosavano l'erba che la sotto tentava di rialzarsi dopo un acquazzone viandante.
L'acqua dei ruscelli chiacchierava tranquilla con i suoi inquilini pesci.
Il muschio scivoloso dei sassi goffi,criticava il modo maleducato che la felce il giorno prima,
aveva avuto con un tronco turista,riguardo alla strada da percorrere verso il mare.
Insomma era uno di quei giorni che...la vita continuava insieme al trascorrere del tempo che fu.
Quel giorno pareva srotolarsi da solo fino alla sera,indisturbato.
L'Aquila se ne stava tutto il giorno a scaldare il suo cucciolo biondo,di pochi mesi...silenziosa.
Lassù da sola,su quella dimora all'inizio del cielo e alla fine della terra.
Aveva gli occhi sempre tinti da gocce trasparenti e salate,che il suo cuore spingeva fuori
piano piano ogni giorno,da sempre,per non farsi annegare.
Era un essere triste...insoddisfatto,come derubato della sua vita.
Poche volte riusciva a sorridere...solo quando vedeva gli Albatros del mare,
che altissimi volavano mentre migravano verso isole lontane e colorate.
Bastava il tempo di quel passaggio momentaneo,che si ridestavano in lei pensieri dolci,
incollati ai ricordi della sua giovinezza spensierata e libera nelle sue scelte.
Subito dopo...poverina,continuava a guardare il vuoto la sotto,
con lo sguardo solo devoto e consacrato all'istinto del dovere.
Nessuno mai aveva avuto il coraggio di chiedergli il perchè di questo suo comportamento.
Nessuno mai aveva avuto la forza e la voglia di interessarsi a lei.
A lei,che prima di altre sue simili aveva scelto la vita in anticipo.
A lei che un dolore le aveva strappato il cuore.

Chi la conosceva voleva vederla,solo simbolo del volo d'alta quota.
E quei tutti,si nascondevano ogni volta che volava,spettegolando poi di lei.
L'unico senso della sua vita era dedito allo svezzamento del suo piccolo.
Era bello,già piumato di un colore nocciola con alcune penne nere.
Se ne stava sempre a guardare l'orizzonte,con quegli occhi grandi e blu,
aspettando ansioso e trepido il ritorno della sua mamma.

Un giorno quelle ali spiegate al vento,volteggiando,si avvicinarono a lui per
regalargli la speranza di un futuro degno a quello di tanti altri bimbi,ancora più fortunati.
E la fortuna bacia sempre,solo quell'anima che si trasformata in vita da vivere.

Il suo cuore batteva più forte,ogni volta che lei,stava li con lui.
Si coccolava,ci giocava,entrava ed usciva di continuo dal caldo delle sue penne.
Cercava carezze amorose,sfregando la sua testolina delicata a quella di lei.
Quelle sensazioni lo avrebbero fatto diventare grande,forte e sicuro di se.
A volte però,si sentiva allontanato malamente dal silenzio,senza una ragione naturale.
Quel cuore indurito dai ricordi,non voleva permettersi altre debolezze d'amore sincero.
Lei continuava a vivere con austerità e freddezza ,privandosi giorno dopo giorno
di tutte quelle emozioni semplici e autentiche di amor di mamma.
A volte si sentiva a disagio,impaurita dal futuro che poteva offrire al suo bimbo.
Piccino...lui non capiva quegli atteggiamenti e se ne stava allora solitario a piangere,
sul ciglio di quel nido ai margini del mondo,gridando il suo dolore.
Cresceva in lui la volontà di scappare da lei per rifugiarsi in ogni dove
un po' di affetto,tenerezza e calore amichevole,avrebbe trovato.
E cresceva di pari passo il suo coraggio di spiccare il suo primo volo.
Quel giorno,alla richiesta di una carezza dopo una dormitona sotto le penne calducce,
si sentì allontanato con un colpo di ala delicato,ma un po' più deciso del solito.
Quel cucciolo oramai,era diventato più grande ma nel suo cuore aveva sempre con se
i ricordi delle coccole di bimbo piccolo,accarezzato di continuo.
La prima bizza iniziò con lui che si fece da parte e mogio mogio si voltò
oltre il bordo di quel cesto di rami rinsecchiti,iniziando a piangere forte.
L'Aquila,visto che il cibo iniziava a scarseggiare,non badò molto al suo pianto
e decise di partire alla ricerca di cibo fresco verso ,verso praterie più lontane.
Il cucciolo come sempre,rimase da solo con le sue lacrime,sconsolandosi sempre di più.
Si disperava,urlava,malediceva e piangeva.
Se almeno avesse avuto un amico,da poter condividere i suoi giochi di bimbo.
Se almeno potesse parlare con qualcuno per cercare conforto in parole dolci.
Il suo pianto echeggiò in tutto il Canyon Arcobaleno.
Il vento ascoltando,cambiò la sua direzione e con correnti più fredde,
spinse verso la terra e verso gli animali le sonorità di quel lamento.
Il richiamo d'amore sincero,puro e innocente,si diffuse lontano.

Soffiò attraverso i rami degli alberi,scivolando tra le foglie.
Si bagnò delle acque del grande fiume immobile e saltellò sui sassi delle rapide.
Sfiorò le punte dell'erba sulle praterie diffondendosi tra il verde.
Corse giù per le discese delle valli e risalì le gole delle montagne.
Accarezzò con interrogativi curiosi ogni essere vivente di quel pezzo di mondo.
Il Lupo continuava la sua passeggiatina mattiniera alla ricerca di qualche bacca e fungo
come insalata,da abbinare alla sua colazione con cornetto e cappuccino.
Girellava,salutava e riveriva chi incontrava nel bosco.
Quando ad un certo punto,ai margini della radura udì,anche lui quel lamento
portato dal vento freddo e strano per quel giorno di primavera.
Drizzò le orecchie per sentire meglio,allungò il naso per fiutare ancora meglio.
Sentì quella vocina piccina,piccina provenire da oltre i rami degli alberi,
oltre la collina e oltre il suo fiuto.
Non riusciva però a distinguere a chi appartenesse quel grido d'aiuto.
Si mise subito a correre verso quella direzione...
attraversò valli e praterie,chiedendo ogni tanto informazioni.
Tutti ne parlavano e per sentito dire,un po' da quello e un altro po' da quell'altro,
riuscirono pian piano a indirizzarlo verso quella voce misteriosa.
Il Lupo corse così tanto da scordarsi di mangiare e bere e di non sapere neanche
che giorno era e da quanto tempo stava correndo...e forse anche perchè correva.
Arrivato ai piedi,un po' puzzolenti,di quella montagna sudorosa di rivoli trotterellanti.
Ascoltò molto meglio la provenienza di quel lamento.
Alzò gli occhi,per vedere la vetta così tanto...ma così tanto che si ribaltò con una capriola all'indietro,rimanendo a gambe ritte...buffissimo con quei quattro calzini all'aria.
Poverino,si addormentò dalla stanchezza in quella posizione con le gambe all'insù.
Dormì tutta la notte e quando allo spuntar dei primi raggi mattinieri di luce,
fu risvegliato ancora da quel richiamo,che sembrava melodioso,visto la sua sonnolenza.
Impavido e ardimentoso nel suo intento,iniziò la salita su quella montagna fatta di...

paure del passato,rancori delle scelte,tristezze dei momenti andati e ricordi incancellabili
ma anche di...
speranze per amori mai regalati,carezze di memorie materne,baci da dare e da ricevere.

Saltò su rocce nere taglienti e si arrampicò su pendii verticali e fumanti.
Si bagnò di acqua sorgiva e di fango bollente.
Lacerò le sue zampe,ma non sentiva alcun dolore
consumò le sue unghie,ma tanto gli sarebbero ricresciute
e insanguinò la sua lingua,ma tanto gli sarebbe guarita.
Arrivò alla vetta fiero e malconcio,contento e felice.
Si guardò attorno estasiandosi della vista che c'era da lassù.
Montagne verdi e marroni con punte bianche,alte basse,larghe e strette,
valli colorate da mille sfumature come pennellate date qua e la,
praterie a chiazze azzurre,giallo oro e verdi argento di tante tonalità.

Lacrime amare e gioiose sgorgarono da quegli occhi,come la pioggia accresce i ruscelli.
La felicità riempì il suo cuore solitario alla vista di quel cesto augurale e maledetto.
Un rumore ondulato,rindondante come una percussione lontana,
innato,spontaneo e spirituale si propagò con il vento fin all'orizzonte.
Il Lupo avvertiva chiunque potesse udire della sua presenza su quella montagna.
L'aquilotto sobbalzò dalle vibrazioni di quel suono così vicino.
E da bimbo ingenuo ed ignaro reagì con uno strillo timido,alzandosi sul bordo del nido.
Alla vista del pulcino,il lupo si avvicinò con il suo fare di sempre,circospetto ma sicuro.
Finalmente gli fu vicino così tanto da poterlo annusare e con il respiro scaldarlo.
Il piccolo istintivamente sferzò una beccata sul suo nasone.
Da spirito buono sorrise all'attacco,sorridendo con abbaiare gentile.
Avvicinò poi la sua testona e delicatamente lo leccò sul dorso,come per tranquillizzarlo.
Gli raccontò poi, anche una storia inventata li per li,proprio come fa un padre al figlio.
Quella dissuasione morbida e gentile fece addormentare il bimbo tra le sue zampe.
Conciliando al tempo stesso un sonno leggero anche per lui.
L'Aquila che sorreggeva con gli becco la borsa con la spesa,volava tranquilla verso casa.
Quando fu più vicina,vide dall'alto la scena con quei due angioletti che dormivano abbracciati .
Erano proprio belli insieme,accoccolati l'uno all'altro,con il piccino che si era
rannicchiato alla pelliccia calda del suo nuovo amico.
Lei,da mamma importante,capì le buone intenzioni del lupo,
però quello era il suo bimbo e con nessuno al mondo lo avrebbe cambiato,
nemmeno per un bellissimo gesto d'amore di qualcun altro.
Così tutta indispettita,volandoci sopra,sferrò una bella artigliata
sulla schiena pellicciuta di quel brontolone,graffiandolo solo un pochino.
Il lupetto si svegliò di soprassalto e cercò riparo sotto le penne del suo amichetto.
Ma la gelosia della mamma non si era ancora placata,così
durante un altro passaggio sulle loro teste con un urlo acutissimo,
gli fece fischiare gli orecchi a tutti e due e lasciando cadere la borsa della spesa sul capo del lupo.
Continuò a volargli attorno,sbeffeggiando con bisbetica arroganza e sufficienza,
quel misero quadrupede,un po' puzzolente,con tutta la pelliccia sporca di ciuffi di lana.
Un essere per niente all'altezza della sua eleganza,raffinatezza,bellezza ed importanza.
Lei si sentiva bella più di tutti i suoi inquilini che abitavano sotto la suo attico sul cielo.
Aveva sempre scherzato con lui...ci chiacchierava solo un po' e poi lo lasciava li ad aspettare.
Lo derideva per la sua insicurezza apparente,dicendogli continuamente bugie.
Insomma lei,l'Aquila,si sentiva molto,ma molto più furba di quel lupacchiotto spelacchiato.
Il povero Lupo si sentì inizialmente triste,dopo esser stato trattato così male da lei e
capì perfettamente il perchè di quei pianti continui del suo amichetto.
Ma il Lupo,oltre ad avere un carattere “buono” viveva in modo elegante e sottile,
sagace ed intuitivo,ironico e malizioso,ferreo e accorto,concreto ma anche spirituale.
Il quadrupede preso in giro,iniziò con la sua arringa difensiva attenta,ragionata e saggia.
Con toni equilibrati,con voce sicura e pacata e con sguardi autorevoli si rivolse a lei.

Le parlò della libertà che potevamo guadagnarci anche sognandola,
se con rispetto ed educazione offriamo la nostra agli altri.
Gli insegnò come la modestia di fronte agli altri,ripagava più dell'intelligenza.
Descrisse i suoi sentimenti più nobili riguardo alla vita e al nostro passato,
che come maestro di esperienze dirigeva continuamente le nostre scelte.

Parlò poi dell'amore verso qualunque cosa o persona che aveva almeno una volta,
fatto scattare dentro di noi una piccola emozione contornata di curiosità.
Di quell'amore mai potuto dare o ricevere,che si è solo addormentato e non spento.
Di quell'amore naturale verso chiunque ne avesse fatto richiesta,senza distinzione di importanza,
senza valutazioni immature e senza ricompense ambite e senza preconcetti stupidi.
Un amore come quello che solo una mamma al suo cucciolo potrebbe dare,
lasciando indietro tutta la sua storia per favorire solo il suo futuro.
I bimbi devono avere immensamente tutto l'amore che un'altra vita può offrirgli.
Li vedi belli e pasciuti,ma con poco amore naturale,perchè offeso dalla vita superficiale.
Li vedi anche panciuti e sporchi,in braccio però a mani gentili,che niente hanno da offrirgli
se non l'amore pulito,essenziale e semplice,di mamme immortali.
Questo ci manca...questo dobbiamo ritrovare in noi stessi.
L'amore senza pregiudizi ci salverà dalla morte eterna nei ricordi degli altri.
Solo chi riuscirà ad amare offrendo tutta l'energia che ci ha fatto adulti,
lascerà una ragione sacra per un esistenza serena ai bambini che cresceranno.

Rimase a esporre le sue verità così a lungo che il sole,per non disturbare,
si era adagiato dietro l'orizzonte,regalando colori estasianti e unici,da far sognare
chiunque avesse avuto una sensibilità diversa per la natura e per la vita.
La luna curiosa uscì dalla sua ombra e per ascoltare meglio,illuminò
con il suo migliore giallo oro tutto quello che poteva e anche un po' più in la.
Anche l'Aquila e il suo bimbo si accucciarono insieme riscaldandosi,
sotto quel tepore ambrato,continuando incantati ad ascoltare le parole di quel cagnolone.
Lui all'apparenza si era presentato come un animale comune ed inferiore ai pennuti eccelsi.
Ora invece aveva potuto offrire un piccolo sogno,a loro che insieme volevano restare.
La stelle spettatrici applaudirono spontanee,lanciando scie luminose nel cielo blu.
Il vento,regista incontrastato nel tramandare gli spiriti e le parole di saggezza,
inondò il mondo la sotto,con una musica in sottofondo di fruscii melodiosi.
Tutto e tutti poterono ascoltare,come in una platea distesa sotto di loro,
la voce della verità assoluta,impersonata dal “cuore” racchiuso in quell'oratore celeste.
Anche le tribù indiane,uscirono dai loro tepee,inginocchiandosi alla grandezza dei loro dei.
La luna dal canto suo,distese una coperta calda di polvere brillante su ogni cuore,
dedito alla speranza...concorde all'amore e gentile di offrire il proprio battito.
Il sole che aveva vegliato in disparte,donò a loro i suoi raggi di luce più segreti.
Aurore boreali con bagliori viola e verdi,sfumate di rosa tendenti all'arancione,
destarono gli spiriti della natura intera che benedirono tutto il mondo in quella notte.

Le ombre delle tenebre e dell'egoismo innaturale,lasciarono il posto alla luce dell'amore
che l'umanità eterna dovrà sempre regalare ai suoi bimbi.
Si svegliarono poi tutti,e dopo i primi sbadigli,chiunque di loro baciò il suo vicino.
I cervi salutarono gli orsi che a loro volta venivano baciati dai salmoni.
Gil scoiattoli si fecero tanti complimenti con le volpi e con i falchi.
L'alce si abbracciò al giaguaro,mentre i bisonti si sedettero con gli Indiani attorno al fuoco.

L'aquilotto ormai adulto,veglia con i suoi voli nel cielo indisturbato,
in cerca di una compagna per continuare la propria storia in eterno.

Dell'Aquila e di quel Lupo nessuno più conobbe il loro destino dopo quella notte.
Svanirono nel nulla...si dissolsero avvolti dal mistero.
Solo un contorno di cenere d'argento con riflessi d'arcobaleno rimase li,
come ultimo profilo delle loro figure sulla terra autentica.
E quel soffio fresco che arriva dopo il primo raggio di luce,
sparse quelle particelle brillanti e magiche,avvolgendo tutto il mondo.

Solo i capi tribù più anziani e saggi,quando solitari fumano il loro Calumet seduti a guardare
l'orizzonte su quella rupe,a balcone sul Canyon Colorato,
odono il vento freddo parlare per tramandare,di quella storia e del futuro di tutto.
Sussurri antichi di leggende lontane per la memoria dell'uomo,raccontano che...

“ un raggio di luce cosmica sceso da una stella pulsante e azzurra,
un cocchiere trasparente orlato di stelle cadenti,
su un carro fatto dai sogni dei bimbi mai nati,
trainato da cavalli con criniere d'oro,
portò al cielo i loro spiriti,
in quella notte magica.
...un'altra galassia aveva bisogno del loro amore per sopravvivere ancora “
La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/italianpoetry/trackback.php?msg=8346633

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
Nessun trackback

 
Commenti al Post:
lau.me68
lau.me68 il 05/10/10 alle 21:21 via WEB
bella......... grazie Danny!
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Giugno 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
 
 

COMMENTI

Mi piacerebbe leggere i vostri commenti alle mie opere

 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ULTIME VISITE AL BLOG

MCDEN620Nastri.di.SetaAysabelneimieipassialibi_divinomoseserussimoon_Igiostradivitail_pabloNues.sOurLittleSecretWhaite_Hazeoscardellestelleenrico505lubopo
 

ULTIMI COMMENTI

Beh... Non ho parole ;) Ecco di nuovo un quadrifoglio,...
Inviato da: neimieipassi
il 01/05/2016 alle 10:50
 
Una poesia stupenda sull'energia atomica!
Inviato da: Rebuffa17
il 16/05/2012 alle 17:09
 
Rifrullo di Ali
Inviato da: puzzle bubble
il 07/05/2012 alle 23:26
 
Non čpoco...un sorriso
Inviato da: dubliners_1965
il 26/08/2011 alle 23:35
 
bella......... grazie Danny!
Inviato da: lau.me68
il 05/10/2010 alle 21:21
 
 

CHI PUņ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore puņ pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963