Kistiones
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DANIEL PENNAC
La lunga notte del dottor Galvan
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LA SPIAGGIA DI IS ARUTAS
Posizione
22,8 km a Nord-Ovest di Cabras
Come arrivare
Partendo da Oristano in direzione Cuglieri, dopo l'incrocio della Madonna del Rimedio, ci si immette nello svincolo per Tharros. Dopo circa 15 km, giunti al bivio per San Salvatore, svoltare a destra. Dopo 1,6 km si svolta a sinistra; dopo altri 6 km girare a destra: attraversato un tratto sterrato di circa 200 m arriviamo finalmente alla spiaggia di Is Arutas.
Descrizione
La spiaggia che si estende per varie centinaia di metri è unica nel suo aspetto, è formata infatti da piccoli granuli di quarzo tondeggianti, di colore bianco e rosa. Ideale passare una notte in tenda e, all'alba, godersi questo spettacolo per pochi intimi. Pacifica e poco affollata anche in pieno agosto.
Le spiagge del Sinis-Montiferru sono uno dei paradisi preferiti per i surfisti: certe giornate, soprattutto d'inverno, sono caratterizzate da onde lunghe e alte, vera manna per gli amanti della tavola.
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IL VIAGGIATORE NOTTURNO di MAURIZIO MAGGIANI
Uno specialista di migrazioni animali siede su una vetta nel cuore del deserto sahariano: attende il passaggio delle rondini. In quell'attesa, in quel deserto, si lascia contaminare dalla fiera saggezza del popolo dei tagil, fa sua la sapienza della sua guida Jibril, consuma amore mercenario con la berbera Jasmina, ascolta il dimah Tighrizt, poeta itinerante. Da lì, viaggiatore della notte, l'irundologo misura la distanza dal mondo che altrove continua a collassare nel disordine della guerra e racconta a Jibril altre storie di erranze e migrazioni: dell'orsa Amapola sorpresa nelle foreste della Carnia, dell'armeno Zingirian incontrato nel suo cammino, del principe polacco Potocki, e della Perfetta, la donna che va lungo le strade del mondo.
Il nuovo libro di Maurizio Maggiani raconta di rondini e orse, di animali erranti e migratori.
E migratore è l’uomo, dalla pace alla violenza, dal deserto dell’Hoggar – cuore dell’Universo – ai boschi balcanici, alla mite città di Tuzla, teatro di un assedio sanguinoso. L’autore lascia la parola a uno studioso di migrazioni animali, che si imbatte in tanti personaggi memorabili, e insegue l’utile bellezza del costruire (un pane, un tavolo, una gabbietta per gli uccelli) contro l’orrore della distruzione, la pietà dei piccoli gesti contro l’empietà della guerra.
“Il centro dell’Universo è rigurgito della Terra rappreso in purissimo cristallo. L’Hoggar. Sempli-cità.” Uno studioso delle migrazioni animali siede sul colle dell’Asekrem, contempla un tramonto stordito di colori e attende il passaggio delle rondini. In quel deserto – povero, essenziale, nudo – si avverte la prossimità alla nuda, utile bellezza dell’esistere, come forse l’aveva sentita il monaco francese – tutti lo ricordano ancora come “le père” – che in quegli stessi luoghi ha lasciato traccia di sé, del suo apostolato, della sua ascesi. In attesa delle rondini il nostro irundologo ha modo di cogliere l’agile sapienza del suo accompagnatore Jibril, di ascoltare il dimah Tighritz, astuto poeta viaggiante, di consumare amore dolcemente mercenario con la berbera Jashmina, di sentire la fastidiosa incongruenza di una giornalista, Marguerite, arrivata per un servizio sul popolo dei tagil. Ma soprattutto, di fronte all’essenzialità del centro dell’Universo, di fronte alla mite saggezza dei tagil egli misura la distanza dal mondo, dal mondo che altrove collassa nello spaventoso disordine della guerra. E così racconta a Jibril altre storie di erranze e migrazioni: dell’orsa Amapola sorpresa nelle foreste della Carnia, dell’armeno Zingirian incontrato nel suo cammino verso la Bosnia, verso la guerra, del principe polacco Péotocky, del popolo dei kubacy, e soprattutto della donna che cammina lungo le strade del mondo con la sua sporta di plastica in mano, di Perfetta che è quella donna raminga ma è anche la donna di cui l’orsa Amapola ha leccato il sangue, e infine dell’assedio della città di Tulsa. Storia dentro la storia, storia orale – antica e modernissima – che letteralmente migra di bocca in bocca, come un racconto narrato intorno al fuoco, Il cuore dell’universo è un romanzo sulla pietà che l’uomo ha da rendere all’uomo. È un volo, un volo di rondine sulla barbarie di un secolo che non è ancora finito.
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