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La salute: un diritto di tutti!

Post n°34 pubblicato il 19 Maggio 2009 da prosalento
 

Una centrale elettrica a biomasse a Casarano?Sansifici, energia elettrica e biomasse

La politica -lo sappiamo- è una cosa seria, ma non bisogna neanche scherzare con la salute della gente.

La gente di Casarano ha paura per la propria salute. A destare preoccupazione e molte, molte perplessità sono due parole: radiofarmaci e biomasse.

Queste perplessità sono riportate anche sullo stesso sito internet del comune di Casarano, dove, nel consiglio comunale del 15 Gennaio del 2009 veniva trattato all'ordine del giorno l'indizione di ben due referendum popolari, dove il popolo casaranese si sarebbe dovuto esprimere su due argomenti:

  1. La sospensione di ogni attività deliberativa del comune di Casarano volta al rilascio di autorizzazioni e licenze a favore dell'impianto di centrali per la produzione di energia elettrica derivante dalla combustione di biomasse;
  2. La sospensione di ogni attività deliberativa del comune di Casarano volta al rilascio di autorizzazioni e licenze a favore dell'impianto di opifici ed industrie per la produzione di radio farmaci.

Non si è saputo più nulla dei due referendum, né ho trovato traccia del risultato dei lavori del consiglio in merito a queste stringenti problematiche; siccome, poi, la gente ne parla ancora significa, probabilmente, che -a distanza di alcuni mesi- questi temi sono ancora attuali.

In merito alla mera informativa circa le biomasse, rimando a Wikipedia, l'enciclopedia gratuita di Internet, che ne da questa definizione: "Le fonti di energia da biomassa sono costituite dalle sostanze di origine animale e vegetale, non fossili, che possono essere usate come combustibili per la produzione di energia". Una presentazione dell'Università di Ferrara include, nelle biomasse, anche i rifiuti.

Ma non è mia intenzione discutere qui in merito alla bontà o meno di un tale insediamento industriale; desidero, piuttosto, invitarvi alla lettura di due documenti reperibili in Internet circa una esperienza analoga iniziata circa un anno fa da un comune della provincia di Como: Villa Guardia.

Per saperne di più ho scelto due pagine tra le tante disponibili in Internet:

  1. La pagina disponibile su GrilloNews.it, dove è riportata un'attenta disamina sulle problematiche che un insediamento industriale di questo tipo comporta:
    http://www.grillonews.com/content/view/185/6/;
  2. La pagina disponibile sul blog di un cittadino che mostra, in modo estremamente pragmatico, le problematiche di questo tipo di centrale:
    http://ripuliamoci.blogspot.com/2008/01/la-centrale-biomassa.html;

Volendo riassumere, la potenza della centrale di Villa Guardia, sostanzialmente piccola, si aggirerebbe attorno ai 20 Megawatt ma ciò non esclude che debba essere alimentata: per il suo funzionamento sono necessarie, ogni anno, 25.000 tonnellate di materiale che, in questo caso specifico, sono rappresentate da scarti di legno, ramaglie e altro materiale di origine vegetale.

Quando si brucia -questo è chiaro- si avvia un processo che, a fronte della generazione di calore, produce fumo e cenere. La centrale di Villa Guardia produrrebbe, ogni anno, circa sette tonnellate e mezzo di cenere (il 30% del bruciato) mentre il restante 70% sarebbe catapultato nell'aria come ceneri di ricaduta. Di queste, mediante appositi filtri, solo il PM10 sarebbe bloccato: al contrario le particelle più piccole, al di sotto del PM10, resterebbero nell'aria, pronte ad essere respirate o ingerite.

Inoltre, queste polveri fini (PM10) ed ultrafini potrebbero causare tumori, ictus, infarto e malformazioni ai neonati; tra le sostanze emesse sono presenti anche le diossine che si accumulano in cibi quali carne, pesce, latte e latticini, compreso il latte materno.

La quantità di materiale immessa nell'atmosfera avrebbe ricadute negative anche sui paesi limitrofi costretti, loro malgrado, a subire le conseguenze delle immissioni nell'aria.

Queste informazioni provengono da un comune distante più di mille chilometri da noi: siamo sicuri di volere, per la nostra Casarano, una sorte simile?

Personalmente, mi auguro proprio di no!

 
 
 
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