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Una centrale elettrica a biomasse a Casarano?Sansifici, energia elettrica e biomasse La politica -lo sappiamo- è una cosa seria, ma non bisogna neanche scherzare con la salute della gente. La gente di Casarano ha paura per la propria salute. A destare preoccupazione e molte, molte perplessità sono due parole: radiofarmaci e biomasse. Queste perplessità sono riportate anche sullo stesso sito internet del comune di Casarano, dove, nel consiglio comunale del 15 Gennaio del 2009 veniva trattato all'ordine del giorno l'indizione di ben due referendum popolari, dove il popolo casaranese si sarebbe dovuto esprimere su due argomenti:
Non si è saputo più nulla dei due referendum, né ho trovato traccia del risultato dei lavori del consiglio in merito a queste stringenti problematiche; siccome, poi, la gente ne parla ancora significa, probabilmente, che -a distanza di alcuni mesi- questi temi sono ancora attuali. In merito alla mera informativa circa le biomasse, rimando a Wikipedia, l'enciclopedia gratuita di Internet, che ne da questa definizione: "Le fonti di energia da biomassa sono costituite dalle sostanze di origine animale e vegetale, non fossili, che possono essere usate come combustibili per la produzione di energia". Una presentazione dell'Università di Ferrara include, nelle biomasse, anche i rifiuti. Ma non è mia intenzione discutere qui in merito alla bontà o meno di un tale insediamento industriale; desidero, piuttosto, invitarvi alla lettura di due documenti reperibili in Internet circa una esperienza analoga iniziata circa un anno fa da un comune della provincia di Como: Villa Guardia. Per saperne di più ho scelto due pagine tra le tante disponibili in Internet:
Volendo riassumere, la potenza della centrale di Villa Guardia, sostanzialmente piccola, si aggirerebbe attorno ai 20 Megawatt ma ciò non esclude che debba essere alimentata: per il suo funzionamento sono necessarie, ogni anno, 25.000 tonnellate di materiale che, in questo caso specifico, sono rappresentate da scarti di legno, ramaglie e altro materiale di origine vegetale. Quando si brucia -questo è chiaro- si avvia un processo che, a fronte della generazione di calore, produce fumo e cenere. La centrale di Villa Guardia produrrebbe, ogni anno, circa sette tonnellate e mezzo di cenere (il 30% del bruciato) mentre il restante 70% sarebbe catapultato nell'aria come ceneri di ricaduta. Di queste, mediante appositi filtri, solo il PM10 sarebbe bloccato: al contrario le particelle più piccole, al di sotto del PM10, resterebbero nell'aria, pronte ad essere respirate o ingerite. Inoltre, queste polveri fini (PM10) ed ultrafini potrebbero causare tumori, ictus, infarto e malformazioni ai neonati; tra le sostanze emesse sono presenti anche le diossine che si accumulano in cibi quali carne, pesce, latte e latticini, compreso il latte materno. La quantità di materiale immessa nell'atmosfera avrebbe ricadute negative anche sui paesi limitrofi costretti, loro malgrado, a subire le conseguenze delle immissioni nell'aria. Queste informazioni provengono da un comune distante più di mille chilometri da noi: siamo sicuri di volere, per la nostra Casarano, una sorte simile? Personalmente, mi auguro proprio di no! |
Post n°33 pubblicato il 03 Maggio 2009 da prosalento
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![]() Abbiamo avuto modo di scrivere in merito a questi antichi monumenti altre volte su Japigia.com. Per la loro posizione -dominante rispetto al territorio circostante- e per le caratteristiche della loro costruzione, sono state considerate -per molto tempo- punti di osservazione anche se, da più parti, il loro ruolo viene rivisto a favore di un uso funerario di queste opere. A sud dell'abitato di Taurisano, là dove il territorio pianeggiante lascia il posto a tenui colline, quasi nascosta alla vista di eventuali visitatori da secolari alberi d'olivo, è possibile trovare l'imponente costruzione di Specchia Silva. Non è chiara l'origine del toponimo che potrebbe essere legato ai nomi degli antichi proprietari di questi fondi o alla natura boscosa del luogo; in effetti, gli alberi d'ulivo non particolarmente vetusti lascerebbero immaginare che, in epoca non molto lontana, orde di smacchiatori -così venivano chiamati i contadini che strappavano alla macchia mediterranea i terreni per coltivarli- abbiano trasformato in oliveto questi luoghi sottraendoli alla loro natura selvatica. CONTINUA |
Dal 02 al 03 maggio 2009 Otranto mette in luce il suo passato medievale Il grande fossato del castello sarà il fulcro dell'evento: ospiterà un mercato medievale, dove mercanti e artigiani esporranno i prodotti e le lavorazioni tipiche dell'epoca, un grande accampamento con 12 tende con armi e armature, e scene di vita da campo, spettacoli di musici. Indirizzo: Fossato del Castello Aragonese - Otranto |
Inviato da: angie64a
il 17/07/2009 alle 10:30
Inviato da: giulia_770.it
il 07/07/2009 alle 19:08
Inviato da: Francesco_LE_65
il 15/06/2009 alle 09:29
Inviato da: salentinastilosa
il 12/06/2009 alle 16:12
Inviato da: faccia_di_angelogv
il 07/06/2009 alle 15:05