Creato da Michellegay78 il 10/09/2010
confessioni di un transgender

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Quando comprare un paio di scarpe diventa un'odissea...

Post n°8 pubblicato il 08 Dicembre 2011 da Michellegay78

Risulta sempre difficile per un uomo, o per un trav, recarsi in un negozio a comprare abiti e scarpe da donna, senza che questo non comporti sistematicamente qualche imbarazzo o qualche equivoco e pure qualche fastidiosa incomprensione con le commesse di turno e con i rispettivi proprietari.
Ovviamente tutto è da mettere ampiamente in preventivo prima di porre piede in un qualsiasi esercizio commerciale, ed infatti quasi sempre ho evitato, preferendo gli acquisti online o a volte recandomi in quei negozi diciamo specifici per trans e non solo. Se tramite internet non si è mai certi di ricevere la merce giusta (infatti non sempre il numero di scarpe o la taglia di un abito pur essendo la tua va veramente bene) ed anche le gite fuori porta per andare in negozi specifici non sono sempre così accessibili, si deve per forza di cose optare per la scelta più ovvia, quella del centro commerciale o della bottega vicino casa. Opzione quest'ultima che appunto ho scelto alcuni giorni fa, pur sapendo bene a quali possibili problematiche ed incomprensioni sarei andato incontro e che puntuali come un orologio svizzero (o come le tasse....) si sono verificate.
Questi i fatti: entro in un negozio e comincio a girare tra i scaffali del reparto femminile in cerca di un paio di scarpe con il tacco alto. Come da prassi subito mi viene incontro una giovane commessa, con l'aria un po' stanca e un po' perplessa nel vedermi in quel reparto, domandandomi se avevo bisogno d'aiuto. Cortesemente faccio sapere che non ne ho bisogno poiché mi sto limitando a dare un'occhiata. La cosa sembra finire lì. Passano alcuni minuti e finalmente trovo il paio di scarpe che fa per me, cerco il numero e per mia fortuna ne hanno una scatola. Nel frattempo vedo la ragazza tornare nelle mie vicinanze, che mi lancia un'occhiata sospettosa: tento di non farci caso e prendendo in mano il paio di scarpe mi siedo su un divanetto, mi guardo attorno se ci sono altre persone, ma avendo la fortuna in quel momento di essere il solo in quel reparto, oltre alla commessa (che si teneva a debita distanza), decido di provarmele. Non faccio in tempo a togliermi le scarpe che subito la giovane viene verso di me e con tono un po' seccato mi chiede: "che sta facendo?". Rispondo che ovviamente sto provando la misura delle scarpe, ma lei a quel punto, sbiancata in volto e visibilmente imbarazzata mi dice che non è possibile. Chiedo spiegazioni e mi sento rispondere che potrei rovinare il paio di scarpe! Basito, cerco di farle capire che quello è il mio numero e che non è possibile io rovini nulla, mica ho preso un paio di scarpe con numero inferiore al mio! La commessa continua ad obbiettare che non posso farlo poiché se dovessi rovinarle poi nessuno le paga e mi invita a rimetterle al suo posto oppure a comprarle e basta senza provarle. Mi dice che se non dovessero andare bene alla persona per cui sono andato a comprarle, posso sempre riportarle indietro, tenendo lo scontrino e loro mi avrebbero dato quelle con il numero giusto. Rimango confuso per diversi istanti, poi comprendo che la ragazza non aveva capito o forse fingeva di non capire che quel paio di scarpe erano per me e non per una donna alla quale dovevo regalarle. Rispondo allora che sono lì per provarle e che non avrebbe alcun senso io vada a casa a misurarle per poi eventualmente tornare lì a dire che il numero non mi calzava bene. A quel punto lei comincia a sentirsi sempre più imbarazzata ma allo stesso tempo si altera ribadendo che non posso provarle perché essendo un uomo rischio di rovinarle dal momento che sono costruite per essere indossate solo da piedi femminili. Mi scappa una risata e faccio notare che non è la prima volta che indosso scarpe di quel genere e che se il numero calza giusto non vi è alcun problema, oltre al fatto che io possiedo un fisico snello, per nulla pesante, quindi non rischio né di lacerare le scarpe né di rompere il tacco. Nel frattempo si avvicina un signore di mezza età, che scopro subito essere il proprietario e con fare un po' nervoso chiede cosa stava succedendo. La commessa spiega la questione (a modo suo ovviamente) e puntuale il capo prende le sue difese, sostanzialmente intimandomi o a comprare le scarpe o a rimetterle al loro posto. Intanto attorno a noi, probabilmente attirati dalla diatriba che aveva assunto toni ben udibili in tutto il negozio, giungono cinque o sei persone, tutte lì ad assistere al triste ed imbarazzante spettacolo. A quel punto mi sono sentito cadere il mondo addosso, trattato come un ladro, messo in ridicolo davanti a tutti proprio come avveniva ai tempi della mia adolescenza, quand'ero additato al pubblico ludibrio come il "frocio" della scuola. Cerco allora un compromesso per venirne fuori senza tirarla troppo per le lunghe, proponendo al proprietario di rimanere lì a vigilare mentre mi provavo le scarpe e qualora avesse riscontrato un ipotetico danneggiamento poteva benissimo mettermele in conto. Per convincerlo decido di tirare fuori i soldi, consegnarglieli in mano e nel caso fosse accaduto quello che temeva lui e la sua commessa, già aveva il denaro in mano. Nel caso contrario, qualora non mi fossero andate bene e ovviamente se non avessero subito alcun danno, potevo benissimo provarmene un altro paio. Nel momento stesso in cui consegnai i contanti nelle sue mani, quasi per magia, o più semplicemente "sollevato" da chissà quale timore, cambiò immediatamente atteggiamento e mi disse di fare come volevo. Allora mi provo brevemente le scarpe, sento che mi calzano benissimo e dico: "ok le compro, mi faccia pure lo scontrino". Intanto lo spettacolo aveva attirato altre persone, le quali cercai di ignorare, proprio come quando si entra sul palcoscenico, si sgombera la mente e si finge di essere da soli. Tuttavia non potevo non udire il vocio di sottofondo, le risatine ed alcuni sguardi misti tra lo schifato e lo sbeffeggiamento. La sensazione era davvero mortificante e l'unica cosa che pensavo in quel momento è che non vedevo l'ora di andarmene, sperando non ci fosse nessuno tra quella gente che mi avesse riconosciuto.
Giunti alla cassa, riacquisto un po' di coraggio e spinto dalla rabbia, tiro fuori le scarpe, e mentre il proprietario batteva lo scontrino, gli chiedo di guardarle, anzi, di esaminarle per bene e di dirmi se riscontrava un qualsiasi segno di danneggiamento. Riluttante mi dice che non gli sembrava, ed allora mi tolgo lo sfizio e dico: "Appunto! Sappia che da questo momento lei ha sicuramente perso un cliente, visto come sono stato trattato, e le interesserà inoltre sapere che di questo negozio ne parlerò male ovunque, invitando chiunque ad evitare di metterci piede!". Costui, nuovamente alterato, mi domanda le motivazioni. A quel punto prendo le scarpe, mi dirigo verso l'uscita e rispondo: "E me lo chiedi pure?! Ovviamente perché qui la clientela viene trattata in modo alquanto scortese per non dire con arroganza e cattiveria. Spero proviate un po' di vergogna per il vostro atteggiamento, che è sempre la minima parte di come avete fatto sentire me. Buona giornata!"
Lo so che la colpa principale è mia, nel senso che so bene a quali problemi si può andare incontro quando ci si espone così pubblicamente, infatti ho sempre cercato di evitare queste situazioni, ma del resto non è pensabile entrare in un negozio e comprare la merce senza provarla. Tanto vale allora ordinarla via internet, almeno lì nessuno ti vede e nessuno chiede spiegazioni. Non voglio farne una colpa agli altri, anche perché provo a mettermi nei loro panni e capisco l'imbarazzo e l'incredulità di certe situazioni. Capisco più che altro la commessa, in fondo una giovane, probabilmente precaria e mal pagata, sicuramente inesperta nel rapportarsi con la clientela e sottoposta a stress e paure da parte dei suoi datori di lavoro, quindi comprendo il suo timore di assumersi responsabilità che non sa gestire. Per questo la perdono. Ma il proprietario invece, da costui mi sarei aspettato maggior intelligenza, cosa questa che evidentemente non è da tutti. Mi conforta sapere che se questo è il loro modo di rapportarsi con i clienti, anche quelli più strani o singolari, allora hanno sbagliato mestiere, ed il tempo darà loro una lezione in ambito lavorativo di cui dovranno tenere conto. Non credo faranno molta strada negli affari se trattano così i clienti...
Quello che però sarebbe sempre opportuno tenere a mente è il rispetto delle persone, anche quando ti è difficile capirle o non si riesce a condividere i loro stili di vita. Ma questa è impresa ardua, specie per chi di fondo è maleducato e ignorante....

Michelle

 
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Commenti al Post:
LUNA.PIENA40
LUNA.PIENA40 il 08/12/11 alle 17:09 via WEB
la stupidità e l'ignoranza serpi stiscianti che s'insinuano nelle cosidette "persone perbene"... siamo sempre alle solite... che possa trascorrere un lieto proseguimento di pomeriggio... buona festa dell'Immacolata Michelle...
(Rispondi)
Michellegay78
Michellegay78 il 08/12/11 alle 17:24 via WEB
Appunto. Ad ogni modo l'esperienza è sempre la miglior ricetta, sia nel bene che nel male. Chi commette degli errori si accorgerà da solo e con il tempo che alcuni atteggiamenti vanno abbandonati per lasciar spazio al buon senso. Alcuni lo capiscono subito, ad altri non basta neppure una vita intera. Grazie e buona festa anche a te.
(Rispondi)
LUNA.PIENA40
LUNA.PIENA40 il 19/12/11 alle 14:30 via WEB
problematiche nate dall'ignoranza... lieto pomeriggio Michelle....
(Rispondi)
dennise48
dennise48 il 02/05/12 alle 01:35 via WEB
ciao Michy cosa dirti ai già detto tutto tu, mi spiace solo che nel 2012 ci siano ancora gente cosi in giro.. comunque uscire con te non ci si anoierebbe mai ogni volta è una prova di forza e di coraggio ciaoo
(Rispondi)
 
Michellegay78
Michellegay78 il 22/05/12 alle 09:17 via WEB
grazie Dennise. In effetti annoiarsi no, visto che ogni giorno è quasi una sfida con il mondo che ci circonda, ma qualche volta preferirei anche la tranquillità... Avanti di questo passo prima o dopo mi metterò pure io a scrivere un libro, date le tante cose che ci sarebbero da raccontare e che capitano quotidianamente... Ciao!
(Rispondi)
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