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Lettera di un'amante
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NICO PARTE 7
Post n°35 pubblicato il 14 Settembre 2008 da Clandestina_74
- Ciao dove mi porti di bello? Dissi salendo - Dove vuoi tu, sono hai tuoi ordini! Lui si rivolse verso di me e vidi il livido sulla sua guancia. - Ti fa male? - No! Stai tranquilla, dimmi dove vuoi andare? - Al mare, ho tanta voglia di vederlo! Lui sorrise. - Temo di non poterti accontentare, non abbiamo tempo per l’andata e il ritorno, inoltre domani mattina alle otto ho un aereo per Zurigo. Quelle parole furono una pugnalata, avevo appena scoperto di essere innamorata di lui e lui che fa? andava via, avrei voluto fargli mille domande ma sapevo di non averne il diritto, accesi una sigaretta sperando di dissimulare la mia tensione. Lui accese la macchina guido alcuni istanti in silenzio poi disse - Visto che non esprimi nessuna preferenza decido io. Ti porto al lago, non sarà il mare ma l’acqua c’è. - Vada per il lago risposi io. Rimasi in silenzio per tutto il tragitto, riuscendo a stento a trattenere le lacrime che bruciavano sotto le palpebre ma non dovevo piangere davanti a lui questo no, sarebbe stato come confessargli il mio amore. Arrivati a destinazione, mi guardo e disse - Per favore, dimmi cosa c’è. Non hai detto una parola da quando ci siamo visti. Se non volevi venire bastava dirlo. Le lacrime cominciarono a scendere dal mio viso, tanto copiosamente, da farmi sembrare una fontana, cercai di spiegargli che piangevo per il livido sulla sua guancia ma non mi credette. - Non mentirmi. Ascolta possiedo un appartamento, se ti va possiamo salire cosi mi racconti con calma quello che ti fa stare cosi male. Le lacrima m'impedirono di rispondere, annuii semplicemente col capo. Salimmo le scale e arrivati all’ultimo piano, entrammo in un elegante appartamento arredato con sobrietà ed eleganza, mi lasciai cadere sul divano bianco, lui mi venne vicino e disse - Michela, non credo che tu stia piangendo per il livido sulla mia guancia, certo non farà un bell’effetto domani in tribunale ma potrò sempre affermare che il mio cliente mi ha scagliato contro un posacenere in un eccesso d’ira. Spero soltanto che tu non abbia dovuto sostenere un nuovo scontro con il tuo ex. - No, non l’ho nemmeno incontrato. Forse ieri sera sei riuscito a spaventarlo, per questo ti ringrazio molto. - Allora, se non stai piangendo per Emilio ti prego dimmi cosa ti preoccupa, so ascoltare anche io. Inoltre se ti posso essere d’aiuto lo farò volentieri. Gli sorrisi, il suo atteggiamento nei miei confronti mi stupii, quindi guardandolo nei suoi profondi occhi azzurri dissi. - Sto piangendo … Mi interruppi cercavo le parole più adatte ma non le trovai. Lui mi guardò con aria interrogativa e incalzo. - Non preoccuparti, avanti dimmi cosa c’è? - La verità è che la tua partenza di domani mi spaventa, perché mi sono innamorata di te. Mi aspettavo che davanti a quella confessione, lui scoppiasse a ridere, invece mi guardò serio e disse. - Sai quanti anni ho? - 35 credo ma la tua età non mi preoccupa, lo so che ci conosciamo da poco anzi pochissimo tempo, ma la verità è che credo di essermi innamorata di te. Lui sospirò. - Abbiamo combinato un casino, poiché anch’io provo qualcosa di non troppo normale per te. Anche se hai solo 22 anni e io ne ho 37 e continuo a ripetermi che tutto ciò è assurdo, ma da quando ti ho incontrato quel giorno nel parco, non faccio che pensare a te. Poi si chinò a baciarmi. Fu un bacio appassionante che ebbe l’effetto di togliermi il respiro, ci trovammo entrambi stesi sul divano, ricordo, di aver slacciato alcuni bottoni della sua camicia, quando lui mi fermò prendendomi le mani. - No. Aspetta non deve succedere cosi, che ti possa sembrare una cosa senza significato, una sveltina e via. Ci tengo a te per farti questo anche se il mio desiderio, è pari al tuo… Guardati! Solo allora mi accorsi, di non avere più la gonna mentre la camicetta slacciata lasciava scoperti i seni. Improvvisamente mi sentii in imbarazzo. - Dove posso trovare il bagno? - La seconda porta a destra. Raccolsi la gonna e andai in bagno a vestirmi, quando lo raggiunsi lui aveva versato un whisky per entrambi e sorridendo mi porse il mio. - No grazie. - Scusami, avrei dovuto immaginare che tu non bevessi alcolici. - Non ti devi scusare, non potevi saperlo. - Se guardi in frigorifero puoi trovarci della coca cola. - Grazie la prendo volentieri. Presi la coca e mi sedetti accanto a lui e per alcuni minuti, restammo in silenzio ammirando il lago, poi lui si alzo. - Usciamo, rimanere qui mi fa venire strani desideri, una volta sono riuscito a trattenermi ma due è chiedere troppo. - Va bene. E così dicendo mi alzai sulle punte dei piedi per baciarlo. La passione riesplose in noi e i propositi di poco prima svanirono, stavolta nessuno di noi si fermò e facemmo l’amore. Non era la prima volta che facevo l’amore con un uomo, ma con lui fu qualcosa di diverso di meraviglioso, fra le sue braccia dimenticai ogni cosa nulla mi importava volevo essere sua. Quando riprendemmo il controllo delle nostre emozioni, passammo molto tempo in silenzio tenendoci per mano. Fu lui a rompere quel silenzio magico. - Mi dispiace ho perso il controllo non volevo. - Non è colpa tua, l’abbiamo voluto entrambi. - Si lo so. Ma io ho 14 anni in più, dovrei sapermi controllare. - Mi stai facendo sentire una stupida, sei forse pentito di quanto è successo? - No, non volevo dire questo credimi è stato bellissimo. |
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