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Post n°73 pubblicato il 05 Maggio 2006 da jp.f
Famiglia cellula naturale?!? La famiglia non è una cellula “naturale” della società ma una cellula “fondamentale” ( ci mancherebbe solo questa!)
Post n°72 pubblicato il 25 Aprile 2006 da jp.f
Tag: Poesie
Post n°71 pubblicato il 13 Aprile 2006 da jp.f
Disabilità ed handicap Per affrontare adeguatamente il lavoro educativo con i soggetti disabili è fondamentale ri-partire dal significato delle due parole “disabile” e “handicappato”. Nel linguaggio comune esse vengono usate come sinonimi ma in realtà sottintendono due significati diversi. Non interessa ora discutere del concetto che l’O.M.S. (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha voluto dare a queste due parole, ma analizzare la ricaduta che dal punto di vista pratico viene esercitata sul lavoro educativo. Tralascio per precisa volontà la nuova denominazione “diversamente-abile” che il solo pensiero mi “gela” la voglia di scrivere. Sintetizzo: handicap nella sua accezione generica significa svantaggio ( i più maturi ricorderanno che la parola è stata rubata al mondo dell’ippica dove handicap è lo svantaggio che il cavallo migliore subisce alla partenza per raggiungere lo stesso traguardo degli altri), cioè dover fare delle cose, raggiungere degli obiettivi, dei traguardi con delle difficoltà d’origine. Il punto di partenza rispetto ai cosiddetti “normali” non è uguale a tutti gli altri, diverse cause cliniche ne costituiscono l’impedimento a raggiungere gli stessi traguardi; ad esempio limitazioni sensoriali, fisiche ecc. Disabile, lo dice la parola stessa, è il non possesso delle abilità necessarie o utili al raggiungimento di uno scopo, di una funzione, ecc. Di per sé disabilità non è necessariamente handicap, perché rimosse o trovate le strategie per superare la disabilità il soggetto non si troverebbe più nella condizione di svantaggio e quindi di handicap. Fin qui l’idea di educazione dei soggetti disabili e/o handicappati non esige particolare approfondimenti se non nel concepirsi quale forma del rapporto attraverso cui un soggetto in relazione ad un altro promuove un lavoro di crescita, di relazioni, ecc, ecc. Nel corso degli anni, nel lavoro con soggetti disabili, è emersa sempre più chiaramente l’esperienza che la parola handicap in realtà esprime anche un altro concetto: svantaggio da una parte, ma “forma della relazione” dall’altra. L’aspetto più grave del soggetto con handicap emerge quando egli stesso assume l’handicap quale forma del rapporto con i suoi altri, ossia come se affermasse: non “ho uno svantaggio”, ma “sono lo svantaggio”. Per i più avveduti sottolineo l’imputabilità del soggetto quanto al proprio handicap. La forma del rapporto di questo soggetto con i suoi altri, non sarà più domanda, ricerca di soluzioni, desiderio, soddisfazione, ecc, ma affermazione di uno status, espressione di una soluzione trovata: appunto l’handicap. Il soggetto si pone con la perdita (ma non si tratta di perdita piuttosto di opposizione) dell’orientamento a soddisfazione, per dedicarsi (si tratta di vera e propria dedizione) alla realizzazione del “rapporto secondo l’handicap”. Si tratta di psicopatologia del rapporto ed è importante definirlo così perché rende possibile una cura. Concepire l’handicap solo come uno svantaggio, o peggio uno status, permette solo il suo “mantenimento” e quindi la sua conferma. Per capire questo però è necessario osservare il soggetto nel suo muoversi all’interno dei rapporti con gli altri. Osservazione guidata da alcuni criteri che hanno come riferimento la possibilità di soddisfazione quale meta del proprio muoversi. Soddisfazione intesa come possibilità di raggiungere un risultato che porti il soggetto alla … soddisfazione, cioè alla quiete e alla pace (per dirne due). Ad esempio un soggetto che ha sete, si muoverà per procurarsi da bere e compiuto questo gesto sarà soddisfatto, la memoria di questo lo farà ri-muovere quando il bisogno di bere tornerà a farsi sentire. Il soggetto con handicap, per restare all’esempio, non trarrà soddisfazione dal bere pur riconoscendone il bisogno, ma continuerà a bere senza soddisfazione, ripeterà cioè il comportamento. Ma attenzione, non è il comportamento che definisce l’handicap, quanto l’assenza di soddisfazione, di conclusione soddisfacente nei moti, per cui essi vengono ripetuti all’infinito senza quiete. Non è casuale che uno dei primi e fondamentali moti ad essere interrotti sia quello del parlare in quanto strumento “principe” della relazione; il soggetto con handicap rinuncia (oppure ne fa un uso improprio) all’impiego di tale strumento quale mezzo di domanda del rapporto per ricevere soddisfazione dall’altro. E un vero processo di auto-esautorazione. Handicap esprime allora la forma del rapporto tra almeno due soggetti così come la parola, amicizia, amore, odio, tolleranza, affetto, ecc. Così come nelle parole amicizia, amore, odio si persegue lo scopo rispettivamente dell’amicizia, dell’amore, dell’odio, anche nell’handicap si persegue lo scopo dell’handicap. Cioè il soggetto con handicap realizzerà con i suoi altri il proprio handicap. Concludo con una osservazione che su quest’ultimo punto apre la possibilità ad un lavoro educativo: per arrivare ad avere l’handicap quale forma del rapporto bisogna che qualcun altro si renda “disponibile” al costituirsi di questa forma del rapporto. L’amicizia, l’odio, l’affetto si esprimono nel rapporto tra due, così l’handicap non definisce il soggetto ma la forma del soggetto nel rapporto con i suoi altri. Il lavoro educativo trova qui l’unico terreno di cura: nel non sostenere l’handicap quale forma del rapporto, ma nel proporre una relazione soddisfacente (per entrambi) alla quale invitare il soggetto, che nella sua libera iniziativa giocherà la possibilità ad aderirvi.
Post n°70 pubblicato il 08 Aprile 2006 da poeticjustice
Tag: PoeticJustice
Post n°69 pubblicato il 24 Marzo 2006 da jp.f
“Un amore è la sorpresa di una presenza che ti corrisponde. Sei contento perché questa persona c’è al mondo e tu hai avuto la fortuna di incontrarla. Il mondo è diverso perché lei c’è, perché esiste. Il fatto che sia la sua esistenza quello che ti colpisce, ti facilita capire il metodo usato dall’Essere per farsi conoscere. Infatti, l’Essere per farsi conoscere usa il metodo della preferenza: ti mette davanti una persona con una tale attrattiva alla quale tu non puoi resistere senza la coscienza di perdere il meglio che ti è capitato nella vita." J. C.
Post n°68 pubblicato il 13 Marzo 2006 da jp.f
"... l'abito è pensato per presentare il corpo, cioè non per coprirlo ma per mostrarlo degnamente, dopo (la caduta del pensiero, ndr.) è pensato per coprirlo. L'idea di nudità è prodotta dal peccato. Quando "l'amor sexualis" è un caso di "amor", i corpi non sono nudi perchè il corpo dell'uno è l'abito da sera dell'altro.... ossia (ndr.) onore reso da un corpo a un altro nel suo corpo" Non è mia (purtroppo)!!!
Post n°66 pubblicato il 25 Febbraio 2006 da FOX1974XXX
PER FAVORE CHIUNQUE PASSI DI QUI PUO' VENIRE NEL MIO BLOG A LEGGERE IL POST 253? C'E' URGENTE BISOGNO DI AIUTO PER SALVARE UN CANE AL QUALE HANNO SPARATO NEL MUSO. POTETE VEDERE ANCHE DIRETTAMENTE NEL LINK ...GRAZIE A TUTTI,GRAZIE JP PER L'OSPITALITA'.
Post n°64 pubblicato il 20 Febbraio 2006 da poeticjustice
Tag: PoeticJustice
Post n°63 pubblicato il 17 Febbraio 2006 da jp.f
STRANO-UOMO Caro pacifista, mi chiamo Jhon e sono un soldato americano impegnato nella guerra in Iraq. Tra poco meno di un’ora decollerò con il mio aereo per bombardare una base militare, non so dove, lo saprò poco prima di arrivare mentre sarò già in volo. E’ una questione tecnica di sicurezza. uno strano-uomo di pace
Post n°61 pubblicato il 10 Febbraio 2006 da jp.f
Tag: Poesie
Post n°60 pubblicato il 08 Febbraio 2006 da jp.f
“Fa parte degli sviluppi dell'amore verso livelli più alti, verso le sue intime purificazioni, che esso cerchi ora la definitività, e ciò in un duplice senso: nel senso dell'esclusività — « solo quest'unica persona » — e nel senso del « per sempre ». L'amore comprende la totalità dell'esistenza in ogni sua dimensione, anche in quella del tempo. Non potrebbe essere diversamente, perché la sua promessa mira al definitivo: l'amore mira all'eternità.” Non ho parole, è semplicemente da ... capogiro!!
Post n°59 pubblicato il 06 Febbraio 2006 da FOX1974XXX
AMICO CHE FAI? PASSI E NON LASCI IL SEGNO? SEI INDAFFARATO ANCORA TANTO...? VA BEH...TANTO PASSI A SALUTARMI OGNI TANTO... UN ABBRACCIO GRANDE
Post n°58 pubblicato il 30 Gennaio 2006 da jp.f
"descrivermi? non so... ogni giorno capisco.. qualcosa in piu di me.. e ritrovo qualcosa.... che ormai avevo perso....... boh? strana? forse... ma piaccio così..." Ringrazio "think_punk" di questa sua presentazione che trovo a dir poco straordinaria. Spiego il perchè.
Post n°55 pubblicato il 20 Gennaio 2006 da FOX1974XXX
CARO AMICO MIO, GRAZIE PER LA TUA AMICIZIA CHE MI SCALDA IL CUORE...
Post n°54 pubblicato il 19 Gennaio 2006 da jp.f
"Noi non ci accontentiamo di vedere la bellezza, anche se il Cielo sa che gran dono sia questo. Noi vogliamo qualcos'altro, che è difficile esprimere a parole - vogliamo sentirci uniti alla bellezza che vediamo, trapassarla, riceverla dentro di noi, immergerci in essa, diventarne parte."
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Inviato da: lottergs
il 25/03/2009 alle 08:05
Inviato da: toorresa
il 25/03/2009 alle 03:49
Inviato da: lottergs
il 25/03/2009 alle 03:10
Inviato da: FOX1974XXX
il 10/04/2008 alle 19:56
Inviato da: jp.f
il 23/10/2007 alle 17:49