Creato da julietjolie il 24/07/2008

Casa di nonna

Tessere il futuro col filo dei ricordi.

 

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22 luglio 2014

Preconcetti e fregature

Ci sono preconcetti che vivono ben radicati dentro di me. Preconcetti inteso nel senso di idee che non sono state sottoposte alla verifica dell' esperienza, idee che mi sono state trasmesse o si sono formate in me con lo studio, l'ascolto, la lettura.
Idee che poi al momento buono mi fregano.
Da bambina pensavo che indossare una divisa fosse garanzia di probità.
In occasione della festa delle forze armate la maestra ci portava in visita alla locale caserma dell' esercito e quei giovani in divisa nelle nostre testoline di bambine erano i discendenti degli eroi del Piave e del Monte Grappa.
Cantavano l' inno con la mano sul cuore.
Dovevano per forza essere buoni, di loro ci si poteva fidare.
La vita ci ha messo pochi anni, davvero troppo pochi, ad insegnarmi che non era così.
Me l' ha insegnato con una tale forza che ancora oggi quando vedo una divisa grigioverde mi viene il voltastomaco, che ho speso fiumi di parole per convincere i miei figli maschi a non entrare nell'esercito, parole al vento visto che Charlie fa l' alpino, che l' alpino di cui sopra non indossa mai la sua divisa d' ordinanza davanti a me.

Una di queste idee che purtroppo credo sia comune a molte altre persone è quella che i genitori di un  figlio disabile siano sicuramente brava gente, gente santa.
Da cosa mi derivi quest' idea non lo so, tiro a indovinare.
Forse perchè in fondo in fondo l' antica pratica di lasciar morire i figli appena nati, se riusciti male, mi sembra inconfessabilmente pietosa?
Forse perchè a volte davanti a certe povere creature ed al pensiero del loro incerto e doloroso oltre che difficile futuro ho faticato a cacciar via il pensiero che la miglior soluzione è una morte precoce?
E' la mia debolezza davanti alla disabilità che mi fa pensare che una coppia che accetta, ama e cresce un figlio doloroso è una coppia santificata da quell' esperienza?
Da qualsiasi cosa derivi quest'idea la fregatura l'ho presa comunque.
Per carità, è più che lecito che un padre faccia di tutto per garantire il miglior futuro possibile al proprio figlio anche dal punto di vista lavorativo, che si dia da fare per un dopo di noi che la società non garantisce ma non è lecito che nasconda questo obiettivo col manto della solidarietà, dell' azione sociale per il bene del prossimo, e soprattutto che lo faccia sfruttando i problemi dei figli degli altri.
Nonostante Romeo mi avesse messo in guardia, lui per queste persone ha un fiuto eccezionale, non ho voluto dargli retta e mi sono fidata lasciandomi coinvolgere in un' amicizia  a senso unico, una di quelle storie dove uno da e l' altro prende, uno sfrutta e l'altro è usato fino a quando ho dovuto aprire gli occhi per forza e tirarmi indietro anche se a fatica perchè ormai mi ero fatta invischiare dall' affettività.

E' passato un anno e mezzo e pensavo fosse finita.
Ogni tanto qualche voce, una telefonata, un bisbiglio: " Lui fa ancora il tuo nome, dice che collaborate..."
Pensavo fosse finita, lui sta mietendo successi e consensi per la sua azione di alto valore sociale mentre io vado dritta per la mia strada  e invece ieri su un giornale locale ecco il suo ennesimo tentativo di sfruttare il mio nome e quello dell' associazione che localmente rappresento.
Smentita a nome dell' associazione.
Non molla, replica, insiste.

Da quale altra insensata convinzione mi farò fregare?

Commenti al Post:
Preconcetti e fregature
 
vaniloquio
vaniloquio il 24/07/14 alle 10:37 via WEB
Complimenti per la lucidità con cui affronti argomenti tanto difficili.
 
 
 
juliet il 27/07/14 alle 18:02 via WEB
Grazie!
 

 
 
 
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