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Post n°264 pubblicato il 09 Marzo 2012 da kallida
Ultimamente mi capita di essere alquanto gioviale. Nel senso che rido davvero spesso. Ora ,credo fermamente alla massima : risus abundat in oris stultorum, però ho alcune giustificazioni che mi possono assolvere. Quello che tuttavia suscita la mia riflessione, nonostante la light perfomance è la reazione delle persone. Sembrano minacciati dalla leggerezza. Non credo affatto che nei rapporti tra le persone sia necessaria la serietà che spesso si invoca. Mi spiego meglio, la serietà è fondamentale nelle intenzioni non nelle relazioni. La leggerezza non è superficialità o stupidità, è qualcosa di molto più profondo e viscerale quando si parla di persone. Se si riesce a mettere a proprio agio chiunque consentendogli/le di aprirsi e di rilassarsi perfino in una situazione professionale o importante allora si possiede una grande capacità, una grande compassione per il genere umano. Forse perché il mio modello- peraltro inarrivabile- è stato mio padre. Mi ha fatto ridere perfino il giorno del suo funerale. Ho immaginato che cosa avrebbe detto . Non c'è una persona oggi che non mi dica quanto lui fosse competente e allo stesso tempo simpatico e ironico. E io non riesco davvero a trattenere le lacrime ogni volta che mi imbatto in qualunque cos a lo riguardi...così adesso rido, gioco, scherzo perché è così che lui mi ha insegnato a vivere. Sono, come dice Baudelaire, (heautontimorumenos)... “ Je suis de mon coeur le vampire -Un de ces grands abandonnès Au rire èternel condamnès, Et qui ne peuvent plus sourire!”
” Sono del mio cuore il vampiro, uno di quei grandi derelitti a ridere sempre condannati cui sorridere non è più consentito”
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