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Post n°375 pubblicato il 04 Dicembre 2013 da kallida
È stato bruttissimo. L'odore della polvere sui termosifoni accesi ti accoglieva all'ingresso, il vociare scomposto degli astanti rendeva il salone una immensa cassa di risonanza di acuti. Le file disordinate davanti a ciascuna porta suggerivano una estenuante attesa, mentre pensavi all'inutilità di quella visita , eppure alla necessità di essere lì. In coda cercavi di carpire che cosa dicessero quelli che prima di te avevano già compiuto metà della missione, ma non riuscivi a cogliere nessun fatto rilevante. Finalmente dopo avere ricantato a mente tutta « too much heaven on their minds», che canta Giuda in Jesus Christ Superstar, mi accorgo che la via è libera e posso avere accesso alla classe con la maestra di matematica ... Primo colloquio genitori insegnanti della prima elementare ... atmosfera orrorifica. Dopo avere discusso sulla necessità che il microgranulo debba reagire anche in modo sproporzionale ai soprusi di un bimbo perverso che siede al banco con lui, la maestra mi comunica ufficialmente che accetta la mia proposta ma che rimarrà secretata perché non potrà mai avallare davanti agli altri bambini il comportamento avanzato e che quindi gioirà in silenzio se mai l'ipotesi di autodifesa si dovesse verificare. Già provata per avere sciorinato tutte le angustie della mia infanzia, riversate ora su mio figlio ovviamente, mi reco dall'insegnante di italiano. Attraverso il cortile tra il vento gelido e il buio già denso del tardo pomeriggio e questa volta mi arrogo di entrare per prima nonostante altra mamma e figlia subito dietro di me. Comincio la disamina ambientale e culturale dei nostri giorni in maniera leggera, ma mi accorgo che sto assumendo toni disastrosi e preoccupanti, la maestra ribadisce i suoi concetti, mentre io la incalzo sul livello di mio figlio in relazione alla classe, quanto è più o meno lento, quanto è più o meno preciso, quanto è più o meno distratto e così via. Mentre mamma e figlia scalpitante sbuffano alle mie spalle, continuo con l'invito alla maestra alla sincerità e con la protervia che ogni tanto mi scappa dalle parole, quella si ferma mi guarda , mi prende dal gomito e mi accompagna all'uscio ... « cacchio! » penso « e ora come lo racconto a mio figlio...»
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