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Camilleri, faccia morire Montalbano

Andrea Camilleri ha partorito un’altra avventura del commissario Montalbano (La pista di Sabbia,Sellerio).
Partendo dal ritrovamento del cadavere di un cavallo sulla spiaggia di Vigata, il nostro commissario, come sempre, svolge la sua indagine con intelligenza e rigore e alla fine troverà il bandolo per dipanare la matassa.
Camilleri è un abile costruttore di intrecci e anche in questa vicenda il lettore viene catturato all’interno del plot narrativo e dallo stile personale dello scrittore siciliano.
In quest’ultimo romanzo però c’è una novità e questa è costruita dal un personaggio femminile. C’è Ingrid, la mancata amante, c’è però Rachele, la “donna fatale” di cui Montalbano subisce il fascino e finalmente tradisce Livia. Però fa tutto lei. E’ lei a prendere l’iniziativa che porterà ad un rapporto sessuale consumato in una stalla per cavalli.
Accanto a questa novità il romanzo contiene delle note stonate che già avevano fatto capolino nelle ultime avventure del poliziotto siciliano.
La relazione con Livia sta diventando sempre più una nota stonata. E’ da tempo che la donna non mette piede a Vigata e forse non ha più intenzione di farlo e Montalbano è felice di non averla tra i piedi.
La storia tra Salvo e Livia è una Long Distance Relationship, fenomeno sempre più diffuso ai tempi di Internet. Tante relazioni sono a distanza e vivono grazie alle e-mail, agli sms e ai voli low cost.
Montalbano con Internet non ha alcuna dimestichezza e a Genova da Livia non c’è mai stato.
Ne La pista di sabbia Livia ha un ruolo molto marginale. La sentiamo solo litigare per telefono con il suo amato.
La storia tra i due è finita e lo sanno. L’unico a non saperlo è forse Camilleri il quale mai ci ha fatto sapere come vive Livia a Genova, cosa fa, se ha in mente di avere un’altra storia.
Forse però è proprio Montalbano il personaggio che mostra ormai limiti e incongruenze. Dopo i fatti di Genova è entrato in crisi e ha cominciato ad avere dei dubbi su ciò che fa. Inoltre ha cominciato ad avere paura di invecchiare.
La debolezza del personaggio condiziona anche la scrittura e la narrazione. Gli ultimi due romanzi sono dei racconti lunghi già pronti per diventare film.
A Vigata Montalbano non ha più nulla da dire. Riguardo bene dal dare dei consigli a Camilleri però forse se il commissario lasciasse la Sicilia, potrebbe avere nuovi stimoli.Qualche volta però situazioni critiche richiedono rimedi estremi. Jan-Claude Izzo famorire Fabio Montale al terzo romanzo. Ache il poliziotto francese era in crisi profonda e non aveva nullada dire.Ho letto una volta che in un cassettodella Sellerio c'è il manoscritto di Camilleri dove c'è la morte delcommissario. E allora dottor Camilleri faccia anche lei morire Montalbano. Il suo eroe è nei nostri cuori e ci rimarrà anche dopo la morte.