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LA SCHIAVITU' DELLA PAURA

Post n°97 pubblicato il 19 Febbraio 2012 da adediantonioshanti

E' abbastanza normale che di fronte ad un pericolo abbiamo paura e cerchiamo di fuggire da ciò che ci incute paura. Questa è una reazione razionale scaturita da un pericolo reale , se non provassimo paura magari ci spingeremmo nella situazione di pericolo fino a rimetterci la vita. Poi vi sono paure irrazionali, che dominano la scena della nostra vita e ne siamo talmente 'impauriti' da diventarne schiavi, quindi l'opposto di essere liberi. In genere il rapporto ansia-paura è strettamente collegato, laddove vi è ansia, se siamo in grado di guardare a fondo, scorgeremo un bel grumo di paura. Paura di non essere all'altezza, paura di una situazione, paura di essere inadeguati, insomma un elenco infinito di paure frutto di una nostra costruzione, e costrizione, mentale che ci domina dal di dentro senza un vero perché. L'atteggiamento riguardo a queste paure in genere è di cercare di sfuggirle, ossia non vederle veramente, oppure di alimentarle a dismisura con il risultato, in entrambi i casi, di trovarci sempre più invischiati in questa palude delle nostre paure come sprofondati nelle sabbie mobili. Non vi è nulla di sbagliato nell'avere tali paure irrazionali, la nostra mente secerne emozioni e pensieri in continuazione, è il suo gioco, ma può diventare un vero e proprio giogo se ci identifichiamo a queste paure, con tutti i relativi pensieri negativi che da esse scaturiscono, del tipo: 'C'è qualcosa di sbagliato in me... Non riuscirò mai a vincere la paura... Non ho per niente coraggio '. Potremmo scrivere un memoriale al riguardo. Quanto più si è preda di un tale meccanismo di ansia-paura, tanto più la persona che ne è affetta, soprattutto se esercita un ruolo di responsabilità nel sociale e nel lavoro, cercherà come antidoto di tenere tutto sotto controllo. Ossia estenderà agli altri intorno a sé quella gabbia di protezione, illusoria, nella quale penserà di poter esercitare il controllo secondo il teorema: più tengo sotto controllo l'esterno e meno paura avrò all'interno. Ma i risultati saranno nefasti: la gabbia di protezione, quindi una vera prigione, che la persona ansiosa ha costruito intorno a sé stessa, finisce per imprigionare anche chi vi è a stretto contatto, con l'unico risultato di non risolvere il prorpio problema e di aver esteso rabbia e frustrazione anche a coloro che stanno in diretto contatto con essa.

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