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Post n°56 pubblicato il 28 Luglio 2009 da adediantonioshanti
Molte donne usano la chat come un confessionale, molte vivono rapporti conflittuali con i loro partner o soffrono per via di una relazione finita e in questo spazio anonimo si confessano. Oramai nel confessionale non ci va quasi nessuno, i preti hanno perso anche questa loro dote che avevano un tempo di saper ascoltare, vendono le pappine precotte, la fede in scatola, pronta per l'uso, ma che non sa dare sufficienti risposte ai conflitti delle persone e delle donne in particolare, ovviamente vi sono ancora preti in gamba. Attaccarsi a una relazione che non c'è, o ricordare ossessivamente qualcosa che è andata via, è un modo sicuro per struggersi l'anima e vivere nel cordoglio. Il punto è che la vita è breve ma spesso ce lo dimentichiamo. D'altra parte, paradossalmente, esiste anche un attaccamento alla sofferenza, dobbiamo recitare il nostro melodramma, spesso immaginario, per sentirci vivi. E' merce rara incontrare una persona che non reciti il proprio melodramma, al massimo incontri l'opposto: persone superficiali che rincorrono le sensazioni del momento. Ma incontrare una persona che emana autentica gioia è un vero miracolo! e difatti capita di rado, la persona siffatta, con la sua sola presenza, effonde intorno a sé un'energia positiva, ha bisogno di poche parole dette nel modo giusto per rassicurarci. Ad ogni modo lasciar andare ciò che ci nuoce è il vero atto d'amore e non rimanervi attaccati come cozze agli scogli. |
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