Creato da adediantonioshanti il 25/01/2009

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UN'ALTRA ARTISTA SE N' E' ANDATA...

Post n°96 pubblicato il 12 Febbraio 2012 da adediantonioshanti
Foto di adediantonioshanti

La morte di Witney Huston, come quella di Amy Winehouse o Michael Jackson e tanti altri, rappresenta sempre un momento di tristezza. Un artista ha la capacità di raggiungere i nostri cuori anche se non lo conosciamo direttamente, e in ciò sta la sua grandezza. La capacità di sentirci coinvolti emotivamente è qualcosa di cui abbiamo bisogno e rappresenta la vera libertà. Non a caso le dittature tendono a stroncare l'arte creativa e la vita stessa degli artisti in quanto la verità fa paura, può innestare anche un movimento di rivolta, come ad esempio la comune di parigi o la guerra civile in spagna, dove gli artisti furono coinvolti in prima persona. La forza dell'artista va di pari passo con la sua fragilità, è come il Cristo sulla croce che invoca:' Padre Padre anche tu mi hai abbandonato!' è una esclamazione che sa di sconfitta, in realtà è un abbandono tra le braccia della volontà del Padre celeste. Perché un'artista possa desiderare la propria morte è un mistero, è qualcosa che capita anche a persone comuni che hanno una certa sensibilità, di sicuro c'è molta sofferenza alla basa di una tale propensione alla morte, ma di sicuro c'è anche un anelito ad andare oltre le catene del mondo fenomenico. Chissà se poi è più giusto spingere la propria esistenza ad oltranza, magari con il caterere penzolante e semiparalitici in un letto, o morire quando si è ancora abbastanza coscienti e in salute. Non saprei dare una risposta: ognuno vive e muore come meglio crede, fino a quando gli è consentito scegliere. Resta il fatto che un artista , così come una persona che ha improntato al bene la sua vita, aprono un orizzonte verso l'assoluto, che è il fine ultimo della nostra vita, in sostanza. Un artista è come il sale del mondo, dà sapore alla vita, e in un mondo dominato dalla tecnica, dallo spread, dalla finanza allegra e da furboni e furbetti, un'isola di autenticità può regalarcela ancora l'arte e gli artisti.     

 
 
 

COS' E' L'AMORE?

Post n°95 pubblicato il 20 Gennaio 2012 da adediantonioshanti
Foto di adediantonioshanti

E' una parola molto inflazionata, allo stesso modo di altri termini quali libertà, democrazia ecc. L'amore nelle grandi tradizioni religiose viene inteso come un darsi all'altro: 'ama l'altro come te stesso'... 'essere per gli altri e non per se stessi'... Nella realtà, dobbiamo tener conto che al di là di ogni idealismo buonista, se sappiamo che nostro figlio sta male, soffriremo molto di più rispetto al figlio di un altro che sta male allo stesso modo. Quindi amare tutta l'umanità senza distinzione alcuna, è più un fatto ideale che reale. Così pure, amare il nostro partner in modo maturo vuol dire donarsi in modo continuo e gratuito a questa persona, senza chiedere nulla in cambio, mentre nella realtà ci aspettiamo sempre che il nostro amore sia ricambiato. Ma se il nostro partner non riconosce il nostro amore è come se noi facessimo un bel regalo a una persona cara e costui ringrazia e poi lo butta via. In tali circostanze, è chiaro che non faremo altri regali a questa persona, per il fatto che sarebbe non un atto d' amore ma di ingenuità continuare a regalare qualcosa a chi non sa riconoscere il nostro gesto d'amore, purtuttavia se cadiamo nel disprezzo per questa persona non aiuteremo noi e neppure lei. In casi del genere, pur nutrendo un senso di amore per l'altro che sciupa i nostri doni, non vuol dire che giustificheremo il suo gesto, bisogna avere amore per qualunque persona in quanto tutti siamo della stessa natura effimera e transitoria e la persona che non comprende il nostro gesto d'amore va a sua volta compresa, ma non per questo giustificata. Le conseguenze delle sue azioni sono le sue, non le nostre, ognuno alla fine paga un prezzo per le proprie azioni, anche se nell'immediato non è visibile . 

 
 
 

L'IPOCRISIA DELLA NON VIOLENZA

Post n°94 pubblicato il 16 Ottobre 2011 da adediantonioshanti
Foto di adediantonioshanti

Che la violenza non porti da nessuna parte, ma generi a sua volta risposte violente, è abbastanza ovvio. Questo non vuol dire però che la violenza a volte non sia necessaria. Per rovesciare il nazi-fascismo, un popolo di giovani imbracciò il fucile in nome della lotta partigiana e della libertà. Se non lo avessero fatto, non avrebbero dato un contributo alla liberazione dalla dittatura e alla propria dignità di  uomini liberi. Ogni qualvolta si verificano nelle piazze scontri violenti, tutti in coro sono pronti ad indossare le vesti del Mahatma Gandhi e della 'ahimsa',  la sua filosofia della non violenza. Il punto è che una minoranza di super ricchi sta affondando il mondo in un delirio di onnipotenza planetaria lasciando intere generazioni allo sbando .Sono, pertanto, questo residuo umano del mondo a generare la vera violenza: una violenza certo sofisticata, che non si combatte nelle piazze ma nei mercati della finanza globale.Da che mondo è mondo le rivolte sono scoppiate quando la gente è stata presa per fame o privata delle libertà essenziali. Anche se il principio della nonviolenza è fondamentale, vi sono situazioni in cui essa è necessaria: i regimi del Maghreb non sarebbero crollati senza un'azione violenta. Piuttosto bisogna comprendere che la violenza è un percorso, ma guai se essa diventa un fine! (vedi rivoluzione francese e le teste che cadevano gratuitamente). Quindi agli pseudosantoni della politica che proclamano a vivavoce la nonviolenza, dovremmo ricordare loro che fino a quando non sapranno dimostrare nel quotidiano la non violenza, e in concreto vuol dire no alla corruzione, no ai privilegi, e un cuore nuovo per poter ascoltare le sofferenze altrui e fornire risposte adeguate, la violenza dal volto umano che costoro esercitano quotidianamente, sarà l'humus sul quale potrà crescere la violenza di chi non ha niente da perdere. 

 
 
 

DEBOLEZZA E FRAGILITA'

Post n°93 pubblicato il 22 Maggio 2011 da adediantonioshanti
Foto di adediantonioshanti

La fragilità è uno stato dell'essere che ha a che fare con una sensibilità particolare. Non a caso chi ha una vocazione artistica è caratterizzato da un elemento intrinseco di fragilità. Escluderei quegli artisti che sono manager della propria immagine e costituiscono una holding del proprio fare arte e business. Certamente la fragilità evoca la figura romantica di artisti come Van Gogh, Modigliani, Toulose Lautrec e molti altri, o poeti come Rimbaud e Baudelaire. Lo spleen, questa sorta di malinconia che accomuna l'artista un po' a quei paesaggi autunnali che hanno in sé il tono della tristezza, è l'elemento prevalente della fragilità. Diversamente, la debolezza non è del mondo dell'arte ma qualcosa che ha a che fare con la paura, l'instabilità emotiva e la mancanza di una precisa identità. La debolezza è quanto vediamo quotidianamente in quelle persone prive di coraggio, pronte a vendersi al migliore offerente pur di racimolare qualche avanzo in più. Persone siffatte sono coloro che ansimano ad avere una particella, seppur piccola, in una qualche apparizione televisiva e magari agognano a divenare delle stars pur non avendo alcun talento e qualcuno vi riesce, seppure i riflettori si spegneranno presto sul loro orizzonte di comparse più che di protagonisti. Ma l'illusione è tanta e in molti ci provano e ci riprovano, soldi potere e successo sembrano essere l'aspirazione condivisa da chi non vuole affrontare un percorso di sofferenza e rinuncia, sembra che questi due termini siano associati alla debolezza e invece sono il sale di una fragilità che ha in sé la forza intrinseca del coraggio e dell'eternità, ciò che va oltre il tempo pur passandoci attraverso... 

 
 
 

ESTREMISMO E INTEGRALISMO

Post n°92 pubblicato il 15 Maggio 2011 da adediantonioshanti
Foto di adediantonioshanti

Essere estremisti, e mi riferisco non necessariamente alla politica quanto alle scelte di vita, è una cosa che bisogna provare, soprattutto nell'adolescenza. Magari vi fossero più giovani estremisti che seguaci del grande fratello! Poi col tempo una scelta estremista nei costumi, nel modo di pensare e di vivere, conduce paradossalmente al suo opposto: l'integralismo. Quelle scelte che all'inizio sembravano liberatorie e anticonformiste, finiscono in pratica per sfociare in un nuovo conformismo, magari senza rendercene conto. Prendo ad esempio il libro di Tenera Valse: lei ex insegnante che decide di fare la puttana, abbandona il conformismo frustrante della scuola e degli adddetti, prof.ed alunni, per questa scelta estrema, motivandola con argomentazioni anche giuste, ma approdando secondo me ad un conformismo forse peggiore del primo. Benché sembri, dal suo racconto, di essere la protagonista dei suoi incontri mercenari con gli uomini, in nome di una presunta libertà personale e sessuale, non tiene ben conto che lei fa sesso a pagamento, il che è qualcosa di ben diverso dal fare sesso liberamente, senza cioè chiedere alcuna merce di scambio. Alla fine dichiara di guadagna tanto di più e di potersi permettersi cose che con un misero stipendio non riusciva prima a fare. Il discorso sulla libertà estrema può avere un senso se rischi tutto, come alcuni artisti bohemienne di un tempo, ma se poi dipendi da persone più o meno danarose, o famose (come lei afferma di averne incontrate), il gioco estremista diventa un' ulteriore mistificazione, e quanto resta della propria libertà appare alquanto opaco: somiglia molto alla libertà del kamikaze. Tra l'altro, un libro pubblicizzato come il suo, se non hai le giuste conoscenze, non entra in circolo; benché lei abbia talento letterario, non è detto che i talenti, soprattutto in Italia, trovino sponsor, se non sono disposti quanto meno a prostituire la loro immagine. 

 
 
 

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